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Integrazione quote flussi 2004 per lavoratori extracomunitari

Avevamo dato notizia di una modesta integrazione delle quote per l’ingresso dei lavoratori extracomunitari da impiegare nelle cosiddette grandi opere (operata con circolare n. 37 del 4 ottobre 2004) e si era detto che queste poche briciole sono state riassegnate alle Direzioni Provinciali del Lavoro per smaltire le domande che non avevano trovato soddisfazione.
Un’ulteriore redistribuzione parziale delle quote di ingresso – sempre relative al decreto flussi per l’anno 2004 – è stata operata con la circolare del Ministero del Lavoro n. 44 del 15 novembre 2004 (“Flussi d’ingresso dei cittadini extracomunitari per lavoro subordinato non stagionale programmati, relativamente all’anno 2004, con il DPCM 19.12.2003; parziale redistribuzione delle quote residue”).

Non si tratta di un nuovo decreto flussi, ma di una redistribuzione parziale delle quote di ingresso già stanziate e non utilizzate.
Si precisa che per l’anno 2004 il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri emanato il 19 dicembre 2003 (G.U. 23 gennaio 2004, n.18), aveva previsto una serie di quote differenziate per nazionalità, che però non sono state tutte utilizzate.

Si tratta di parte della quota riservata ai cittadini nigeriani rimasta inutilizzata (1400 unità) ed ora impiegata per assegnare nuove quote d’ingresso a quei paesi cosiddetti privilegiati, che non beneficiavano già di quote riservate in base al decreto flussi.
Un’altra quota di 2500 posti era stata accantonata per essere utilizzata in occasione di futuri e nuovi accordi di cooperazione in materia di immigrazione con paesi diversi da quelli già inseriti nella lista dei paesi privilegiati nel testo originario del decreto flussi; si prevedeva in altre parole di perfezionare entro l’anno ulteriori accordi con nuovi paesi al fine di utilizzare queste 2500 quote per soddisfare le esigenze degli stessi. Questi nuovi accordi non sono stati però perfezionati – tralasciamo le considerazioni sull’accordo con la Libia di cui ancora non si conosce il contenuto – con la conseguenza che la quota prevista e non ancora utilizzata viene destinata all’ingresso di lavoratori non stagionali appartenenti alle cosiddette altre nazionalità, che sono diverse rispetto a quelle destinatarie delle quote privilegiate.
Abbiamo quindi un totale di 3900 ingressi che – oltre ai 600 posti già riassegnati – ci danno un complessivo incremento, di fatto, delle quote per l’anno 2004 di 4500 ingressi.
Si tratta di una percentuale modesta, però è chiaro che tutto aiuta.

Cosa fare
Naturalmente vi è ben poca speranza di utilizzare queste quote presentando una nuova domanda. Certo non possiamo impedire a chi fosse interessato di presentarla, ma è fin troppo evidente che, essendo ancora moltissime le domande non soddisfatte presentate a suo tempo con il decreto flussi del 2004, sarà a quelle che – in base alle graduatorie delle DPL – si dovrà fare riferimento per l’assegnazione di queste quote residue. Quindi ben poche speranze potrebbe avere un datore di lavoro che oggi decidesse di presentare una nuova domanda.
Ad ogni buon conto e per maggiore scrupolo raccomandiamo agli interessati di rivolgersi alla Direzione Provinciale del Lavoro competente per territorio, al fine di verificare la quantità effettiva delle domande ancora giacenti.
Naturalmente e a maggior ragione, consigliamo a coloro i quali avessero presentato a suo tempo la domanda di assunzione dall’estero e non avessero ancora trovato risposta, di verificare (sempre presso la DPL) in quale posizione si trova, in graduatoria, la loro domanda per capire se questa assegnazione di quote residue possa offrire una qualche speranza di una risposta positiva.

Come vengono organizzate le quote
Le quote sono così assegnate:
Nigeriani – 1400 unità
Albanesi – 450 unità
Marocchini – 450 unità
Moldavi – 500 unità
Si tratta di unità aggiuntive rispetto a quelle originariamente assegnate ai paesi cosiddetti privilegiati, quali Albania, Marocco e Moldavia.
La ripartizione di queste 1400 unità residue all’Albania, Marocco e Moldavia tiene conto del fatto che la quantità di domande presentate per cittadini provenienti da questi paesi è stata enormemente superiore rispetto alle quote loro riservate e originariamente programmate. La rideterminazione delle quote permetterà, come già evidenziato, di smaltire a livello provinciale qualche pratica in più per ognuna di queste nazionalità.
La quota aggiuntiva attribuita ai cittadini moldavi non viene ripartita per intero a livello regionale e poi a livello provinciale; viene però mantenuta la disponibilità di una parte – 200 unità – dal Ministero del Lavoro per essere utilizzata nel caso di progetti speciali in corso di progettazione con la Repubblica Moldova. Nulla sappiamo di questi progetti speciali, ma si evidenzia che per i cittadini della Moldavia di fatto vengono concretamente messe a disposizione e ripartite nelle varie Direzioni Provinciali del Lavoro solo 300 unità.
Della quota di 2500 ingressi – originariamente accantonati e assegnati a lavoratori appartenenti ad altre nazionalità (paesi non privilegiati) – 350 vengono assegnati in via prioritaria a lavoratori agricoli non stagionali, con contratti di lavoro a tempo determinato o indeterminato, provenienti da Romania e Bulgaria. Ciò significa che, solo dopo aver soddisfatto le domande riferite ai lavoratori di questi due paesi, potranno essere considerate quelle relative alle diverse nazionalità, prevalendo la priorità accordata in base alla provenienza sull’ordinario criterio dell’ordine cronologico di presentazione.
In altre parole, le domande residue – limitatamente a 350 posti – verranno smaltite senza considerare la priorità cronologica della loro presentazione, ma guardando al settore di appartenenza, al fatto che venga svolto lavoro agricolo non stagionale e alla nazionalità di provenienza.

Le badanti
La quota ulteriormente residua – 2150 ingressi – è finalizzata all’assunzione di badanti, provenienti in via preferenziale, in particolare da Filippine, Ucraina e Romania (paesi diversi da quelli che avevano avuto le quote privilegiate), verosimilmente sempre sulla base delle domande presentate in occasione della pubblicazione del decreto flussi 2004.
Di questi 2150 ingressi solo 100 vengono mantenuti a disposizione del Ministero del Lavoro per essere utilizzati nell’ambito di progetti speciali, mentre tutti gli altri – sempre ripartiti a livello provinciale – vengono assegnate alle cosiddette altre nazionalità. Precisiamo però che questi 2150 ingressi (meno i 100 accantonati) potranno essere utilizzati unicamente per l’attività di badanti che, come evidenziato nella circolare, sono da individuare nei cosiddetti lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona. Verosimilmente quindi le Direzioni Provinciali del Lavoro che smaltiranno queste ulteriori quote ri-assegnate o residue, dovranno valutare, sulla base delle domande presentate, se l’assunzione è prospettata per una normale o generica prestazione di lavoro domestico o, invece, per l’assistenza ad una persona, soddisfando solo queste ultime (non invece e almeno teoricamente, le domande presentate per generici lavoratori domestici).

Esempio pratico – Se un soggetto ha presentato una domanda ancora giacente che deve essere presa in considerazione e spera di poter utilizzare queste quote residue, ma si tratta dell’assunzione di un cuoco domestico, è chiaro che questa verosimilmente dovrebbe essere accantonata, mentre invece verranno considerate solo le domande motivate dalla necessità di garantire assistenza ad una persona.

Un appunto di carattere giuridico
Questa redistribuzione di quote che in altre parole modifica il contenuto originario del decreto flussi per il 2004 – DPCM del 19 dicembre 2003 -, è stata decisa in via amministrativa con una circolare del Ministero del Lavoro.
Sicuramente il Ministero del Lavoro avrà avuto delle indicazioni molto chiare anche dal Governo, ma si deve precisare che non è la stessa cosa che questo provvedimento sia stato adottato con una circolare e non invece con un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Considerato che questo provvedimento spartisce nuove quote modificando l’impostazione originaria del decreto flussi, riteniamo che avrebbe dovuto essere sempre la stessa autorità – quindi la Presidenza del Consiglio dei Ministri – a disporre la ri-assegnazione delle stesse piuttosto che una decisione puramente amministrativa che non tiene conto del necessario rispetto della previsione legislativa che attribuisce in via esclusiva alla Presidenza del Consiglio la competenza in materia di decreto flussi.
Crediamo quindi che tale circostanza possa dar luogo anche a qualche rilievo di legittimità, magari da parte di chi non ha trovato o non troverà ancora soddisfazione, nemmeno a seguito alla re-distribuzione parziale delle quote stesse.