Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da La Nuova di Venezia Mestre del 30 dicembre 2003

«Io, fuorilegge per forza se mi trovano mi cacciano»

Ho 39 anni e sono ucraina. Sono clandestina in Italia dal giugno scorso

Mi chiamo Suzana, ho 39 anni e sono ucraina. Sono clandestina in Italia dal giugno scorso, quando mi è scaduto il visto turistico di tre mesi. Ho trovato lavoro presso una famiglia in cui assisto l’anziana padrona di casa. Guadagno 800 euro al mese, ho vitto e alloggio gratis e due pomeriggi liberi alla settimana. Ogni settimana mando a casa un po’ di soldi. La famiglia per cui lavoro è contenta di me, mi dice sempre che grazie a me ha risolto un grosso problema ma ha tentato inutilmente di mettermi in regola. Infatti quando si è posto il problema la sanatoria concessa dal governo era già stata chiusa. Se la polizia dovesse fermarmi per strada verrei rimpatriata e per cinque anni mi sarebbe proibito il ritorno in Italia. E’ un vero incubo.

Da nove mesi non vedo la mia famiglia, mio marito e i tre figli, due ragazze e un ragazzo. Ho dovuto venire a cercare lavoro in Italia perché mio marito che lavorava nelle miniere della zona dove vivo non veniva mai pagato con regolarità e alla fine la sua miniera è stata chiusa. Riuscivamo a mangiare perché viviamo in campagna, abbiamo un po’ di terra dove piantiamo verdura, soprattutto patate, e alleviamo qualche animale. Ma i miei figli devono studiare, ci servono i soldi per le tasse scolastiche e per il trasporto: il nostro villaggio è lontano cinquanta chilometri dal capoluogo della regione dove ci sono gli istituti superiori.
Ho passato queste feste di Natale con la famiglia per cui lavoro, ci siamo scambiati i regali, abbiamo preparato pranzi e cene e abbiamo brindato. Ma la nostalgia è tanta. Noi festeggiamo il 7 gennaio e mi piacerebbe poter tornare a casa almeno per una settimana. Ma essendo io clandestina l’autista del pullmino che fa la spola tra Mestre e l’Ucraina mi chiede 750 euro per andata e ritorno: è un mese di lavoro e non posso permettermelo. Mia cugina Ljuba, che lavora qui da tre anni, invece tornerà a casa per le nostre feste. Noi abbiamo l’usanza di preparare dodici piatti e lei ci sta già pensando. Ma Ljuba non è clandestina perché i suoi datori di lavoro hanno potuto regolarizzarla con la sanatoria. Per il viaggio spenderà solo 250 euro ed è un sacrificio che può permettersi. Starà a casa due mesi e poi potrà tornare senza paura di venir trattata come una delinquente alla frontiera, come toccherebbe a me se mi trovassero. Spero tanto che il 2004 mi porti la regolarizzazione.

Suzana H.