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Le parole che ci appartengono

Jesi – Alfabetica 2008

Incontro di presentazione della Terza edizione

Sabato 6 dicembre – ore 17.30
Jesi – Biblioteca Planettiana, Palazzo della Signoria

Alfabetica 2008 Le parole che ci appartengono
– Incontri letterari con i nuovi autori di lingua italiana

Incontro di apertura
Presentazione antologia Alfabetica 2007 , con gli interventi e i brani degli autori che hanno partecipato agli incontri dello scorso anno: Mia Lecomte, Jarmila Ockayovà, Mihai Mircea Butcovan, Barbara Serdakowski, Ron Kubati.

– Sarà presente la scrittrice Jarmila Ockayovà

Jarmila Ockayovà, nata in Slovacchia, vive a Reggio Emilia; ha pubblicato con Baldini&Castoldi “Verrà la vita e avrà i tuoi occhi” (1995), “L’essenziale è invisibile agli occhi” (1997), “Requiem per tre padri” (1998) e inoltre “Appuntamento nel bosco” (EL 1998) e “Occhio a Pinocchio” (Cosmo Jannone 2006).

Seguiranno altri due incontri, venerdì 16 gennaio (ore 18.00) alla Bibioteca la Fornace di Moie e venerdì 30
gennaio (ore 18.00) alla Biblioteca Planettiana di Jesi,
nei quali si alterneranno gli autori di alfabetica 2008:
Gabriella Ghermandi, Gregorio Carbonero, Ali Cristina Farah
e Julio Monteiro Martins.

Informazioni:
Alfabetica 2008
email alfabetica[at]casaculture.it

Organizzazione:
Comune di Jesi – Assessorato alla Cultura, Comune di Maiolati Sponitini – Assessorato alla Cultura, Biblioteca Planettiana di Jesi, Biblioteca La Fornace di
Moie di Maiolati

“…c’è l’umiltà nei confronti della lingua, che per
uno scrittore straniero non è solo uno strumento
comunicativo o espressivo, ma anche la conquista di una
nuova dimensione, mentale e psicologica. Conquista
faticosissima; anche qui si può usare una metafora per
cosa dire acquatica: mentre lo scrittore che usa la
madrelingua lo fa da esploratore, slittando sulle onde del
suo oceano/immaginario – giacché tutto ciò che sta “sotto” a quelle onde lo ha già acquisito, vissuto, da sempre – lo
scrittore che adotta una lingua nuova deve per forza farsi
palombaro – calarsi nelle profondità antropologiche e
storiche della lingua, orientarsi tra anfratti tortuosi di
mille barriere coralline, ossia semantiche. E siccome la
“bombola d’ossigeno” che si porta sulle spalle è la sua
cultura d’origine, quelle immersioni diventano un’avventura
affascinante ma anche rischiosissima, in termini di
identità , di possibili smarrimenti.”

(da un’intervista a Jarmila Ockayovà)