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Kashmir – Il paese è caratterizzato da instabilità e violenza: protezione sussidiaria al richiedente

Tribunale di Lecce, ordinanza del 20 agosto 2017

L’audizione del ricorrente e la raccolta della documentazione per comprovare la veridicità del racconto è una fase molto delicata che sempre più spesso viene interpretata in modo differente dalla Commissione Territoriale e dal Tribunale in sede di ricorso.
La Commissione, come in analoghi casi che abbiamo trattato in numerose sentenze, ha ritenuto non credibile il racconto della richiedente, sottolineando alcune incongruenze relative alla vicenda personale.
Il Giudice, invece, in merito alle osservazioni, ha ritenuto che il racconto sia sufficientemente circostanziato e credibile, poiché sono stati esposti numerosi i dettagli rispetto alla vicenda e alle diverse azioni di prepotenza subita dal ricorrente. Al tempo stesso ha ritenuto “plausibile la scelta [del richiedente] di cercare fortuna in un altro Paese laddove il proprio contesto natale non consente una vita serena, e tanto più dopo aver subito dalle autorità preposte alla protezione dei cittadini violenze e trattamenti degradanti (braccio rotto, torture)“.
Tutto ciò è avvenuto, inoltre, “all’interno di una situazione come quella dell’Azad Kashmir caratterizzata da instabilità e violenza, che si è ulteriormente deteriorata nell’ultimo anno, indebolendo le istituzioni e la tutela dei civili abitanti della regione, nonché la possibilità di far valere pacificamente i propri diritti“.
E’ per questo che il Giudice riconosce che “a seguito di quanto sopra osservato, deve affermarsi che il rientro nel proprio Paese comporterebbe per il richiedente il concreto rischio di trattamenti inumani o degradanti, e deve pertanto accogliersi la domanda di protezione sussidiaria“.

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Tribunale di Lecce, ordinanza del 20 agosto 2017