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L’Agenzia per le Migrazioni delle Nazioni Unite prevede che per Capodanno 19.000 migranti avranno lasciato la Libia

IOM (International organization for migration) - 29 dicembre 2017

Strizzando gli occhi per la luce del sole, 301 migranti sono stati scortati fuori dai centri di detenzione libici questa settimana, per prendere il primo di una serie di voli che dovrebbero riportarli in tutta sicurezza a casa, in Nigeria e in Guinea, entro la giornata. Così finisce un’odissea iniziata mesi prima, quando i migranti sono partiti pieni di speranza per un nuovo inizio in Europa.

Tutti i migranti si sono volontariamente offerti di essere riportati a casa dall’IOM (International Organization for Migration) piuttosto che affrontare un futuro incerto, con lunghi periodi di detenzione e rischio di abusi da parte di trafficanti e scafisti in Libia. Non è dato sapere quanti abbiano sofferto abusi durante la detenzione o lungo il loro percorso.

Scortati da funzionari dell’IOM, i migranti hanno lasciato il centro di detenzione di Zuara all’alba del 27 dicembre, imbarcandosi su piccoli aerei che hanno coperto la tratta tra le città di Zuara e Misurata. Con un’operazione altamente complessa, piena di possibili problemi di sicurezza, i migranti sono poi stati imbarcati su voli charter verso Lagos e Conakry.

L’Organizzazione Internazionale per la Migrazione, agenzia delle Nazioni Unite, sta intensificando gli sforzi per evacuare i migranti dalla Libia e aiutarli a tornare nei Paesi di origine con il progetto dell’Assistenza Umanitaria al Ritorno Volontario (VHR). Oltre ai voli per la Nigeria e la Guinea, giovedì 28 dicembre un ulteriore volo charter ha trasportato 170 migranti di nuovo a Bamako, in Mali.

A seguito delle scioccanti notizie riguardanti sfrenati abusi sui migranti e squallide condizioni di sovrannumero in molti centri di detenzione in Libia, le trattative al Summit dell’Unione Africana e Unione Europea (svoltosi ad Abidjan, in Costa d’Avorio, il 29 e 30 novembre) hanno portato a una importante riorganizzazione delle misure per contrastare il traffico e il maltrattamento dei migranti sulla direttrice del Mediterraneo centrale, che è costata la vita a 2.833 migranti annegati nel solo 2017. I leader di entrambe le regioni si sono impegnati a lavorare insieme per mettere fine al trattamento disumano dei migranti e dei rifugiati in Libia. Un altro tema trattato al summit era come affrontare congiuntamente le cause all’origine delle migrazioni clandestine.

Finora, nel 2017, sono stati assistiti 18.803 rimpatri attraverso il programma VHR. La cifra potrebbe toccare i 19.000 entro la fine del mese. Quasi 6.000 migranti sono stati riaccompagnati nei loro Paesi di origine dall’inizio della fase di evacuazione, il 28 novembre.

All’aeroporto internazionale Gbessia, a Conakry, i rimpatriati sono stati accolti da rappresentanti del Ministero degli esteri, del Ministero per le politiche giovanili e del Ministero degli affari sociali.

Tra i rimpatriati guineiani c’era un giovane uomo di nome Moussa. “Guardate, ha detto, mostrando la cicatrice di un proiettile sul polpaccio. “Qualcuno mi ha sparato mentre correvo nel deserto perché era impossibile prendermi, correvo troppo veloce”.

Sono venuto ad accogliere i miei amici, i miei fratellini”, ha detto Kabinet, un rimpatriato che ha trascorso due anni nelle prigioni libiche, dove ha subito violenze.

Sono una specie di fratello maggiore per loro. Ecco perché ho pensato fosse bene per me vederli nel momento in cui scendevano dall’aereo”, ha spiegato. “In Libia ho lavorato in condizioni crudeli in una fabbrica. Avevamo sogni diversi, di giocare a calcio in Europa, di prenderci cura delle nostre famiglie. Adesso speriamo di aprire una piccola impresa di pulizie. Sembra essere un altro deserto da attraversare, ma ce la metteremo tutta.”

All’arrivo a Conakry, i rimpatriati hanno ricevuto dei kit da viaggio, con accessori da toilette e snack; i migranti più vulnerabili hanno ricevuto anche supporto psicologico. A tutti è stato consegnato del denaro, un sussidio di 50€ per coprire le necessità più immediate come il trasporto, l’abbigliamento e l’alloggio all’arrivo. Chi lo ha richiesto è stato accompagnato ad un locale centro di transito per pernottare, e nel frattempo ha ricevuto un altro pasto.

La IOM ha identificato 432.574 migranti in Libia, per lo più nelle regioni di Tripoli, Misurata e Almargeb, e stima che il numero effettivo di migranti sia superiore a 700.000 e possa arrivare fino a 1 milione.

Lo scorso anno, il ritorno dei migranti è stato finanziato dal Fondo di Emergenza Europeo per l’Africa (EUTF), dal Regno Unito, dall’Italia, dall’Olanda, dalla Norvegia e dalla Central Emergency delle Nazioni Unite.