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L’Armada contro i migranti

E’ una vera e propria armata, quella recentemente dispiegata al largo delle coste dell’Africa Occidentale dalla Spagna, dopo che il governo di Zapatero ha deciso di donare a Mauritania, Senegal e Capo Verde, tre aerei da ricognizione C-212 per setacciare i mari in cerca di barconi carichi di migranti. A questi si aggiungono otto pattugliatori (quattro a Mauritania e quattro a Senegal), fuoristrada ed equipaggiamento tecnico di vario tipo. Il prossimo dono sarà un elicottero Uh-1H dell’esercito spagnolo. Per rendere la Fortezza Europa ‘inespugnabile’.

Supporto tecnico. Così come per i pattugliatori d’altura, anche per gli aerei gli spagnoli forniscono squadre di tecnici per la revisione periodica e corsi di formazione per piloti e meccanici. I costi di tali attività sono sconosciuti. Ma hanno la loro contropartita. Consentono, ad esempio, ai mezzi spagnoli di pattugliare le acque territoriali dei Paesi beneficiari. Tutto ciò per fronteggiare l’emergenza clandestini, tanto più spiacevole durante i mesi estivi, quanto più le spiagge delle Canarie si affollano di turisti che vogliono godersi in pace le meritate vacanze.

Parola d’ordine: pattugliare. Ai mezzi donati agli Stati africani e a quelli della Marina spagnola, si aggiungono poi due aerei e due motovedette della Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, concepita, tra le altre cose, per condurre pattugliamenti multilaterali nel Mediterraneo e nell’Atlantico per reprimere i flussi migratori direttamente nelle acque territoriali dei Paesi dai quali si originano: soprattutto Marocco, Mauritania, Senegal. E’ una piccola armata, che tra poco vedrà anche un sistema integrato di comunicazione satellitare all’opera per scoraggiare i viaggi della speranza dall’Africa Occidentale. Con una forza di vigilanza così importante, risulta soprendente come ancora i cayucos, le piroghe stipate di africani, possano raggiungere le coste spagnole. Solo la settimana scorsa, l’ultimo tragico naufragio. I terribili racconti dei 33 sopravvissuti che sono riusciti ad arrivare al largo di Almeria, nel sud dell’Andalusia, gettando in mare 14 persone morte durante la traversata, turbano ormai sempre meno le coscienze europee.

Punto di partenza. Se dal Senegal partono sempre meno barconi, gli uomini dell’intelligence spagnola hanno individuato sacche di migranti nelle città mauritane di Nouackhott e Nouadhibou, dove decine di migliaia attendono di partire. Il luogo più ‘caldo’ per le partenze è l’antico porto spagnolo di La Guera, nell’estremo sud del Sahara Occidentale, terra saharawi controllata dall’esercito marocchino ma di fatto, grazie a un tacito accordo, nelle mani dei mauritani. Le controversie sulla sovranità della località ne hanno fatto un terreno fecondo per ogni tipo di traffico. Secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo ‘El Pais’, a La Guera è possibile comprare un fuoristrada di lusso rubato a Madrid, un kalashnikov che viene dal nord del Mali o una partita di coca del Sud America. I cayucos che dall’Atlantico riescono a raggiungere le coste, dove raccolgono i migranti, si riforniscono qui di carburante, acqua e viveri, per tentare la drammatica traversata verso le Canarie.

La denuncia di Amnesty. Secondo un rapporto pubblicato due settimane fa da Amnesty International, da quando la Spagna ha siglato accordi con la Mauritania per rimpatriare i migranti che partono dalle sue coste, il Paese ha cominciato una persecuzione degli stranieri, che vengono arrestati senza prove, “quando camminano per strada – recita il rapporto – o persino nelle loro case, solo perchè sospettati di essere potenziali migranti”. Tali accordi politici, congiuntamente al blocco navale imposto da Spagna e Paesi europei lungo le coste dell’Africa occidentale, non ha che l’effetto di dirottare i flussi migratori altrove, attraverso il deserto, la Libia e da qui a Lampedusa, dove quest’estate, come ormai da anni, si attendono sbarchi in massa di migranti. Vivi o morti.

Luca Galassi