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L’Europa prepara le reti per pattugliare le coste mediterranee

Al via l'European Patrol Network

Sembra uno scherzo di cattivo gusto, mentre nella scorsa settimana lo sguardo di tutti era rivolto alle ricerche dell’imbarcazione scomparsa al largo delle coste maltesi, l’Agenzia europa Frontex, nata per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne dell’Ue, ha dato il via al progetto European Patrol Network.

La prima fase del progetto sarà basata sul rafforzamento delle già esistenti attività di pattugliamento dei vari stati membri tra il Mediterraneo e l’Atlantico.Queste attività saranno coordiante e implementate tramite un sistema di contatti coordinato da Frontex, per evitare un sovrappattugliamento di alcune zone.
La seconda fase del progetto sarà quella di rinforzare la sua struttura organizzativa, attraverso l’istituzione dei National Coordination Centres, per assicurare l’attività permanente dell’EPN che coprirà anche il mare aperto lontano dalla costa.

La rete – ha detto il vicepresidente Franco Frattini, commissario Ue per la giustizia, la libertà e la sicurezza – e’ la prova ulteriore del valore aggiunto europeo nella gestione dei confini marittimi meridionali dell’Europa. La sfida posta dall’immigrazione illegale richiede strumenti innovativi e iniziative politiche coraggiose. Come dimostrato dalla recente tragedia nei pressi di Malta che ha provocato verosimilmente la morte di 50 immigrati, tutti gli sforzi per ridurre le perdite di vite umane in mare sono essenziali e vanno perseguiti”.

Sembra però che i migranti in viaggio nei nostri mari abbiano bisogno di ben altre reti.
Pochi giorni fa infatti, 27 migranti sono stati tratti in salvo dopo aver trascorso più di ventiquattrore aggrappati alle reti per l’allevamento dei tonni.
L’ennesima prova dei disastri prodotti dalle politiche di controllo dei flussi migratori non basta però a fermare i progetti europei di pattugliamento alle frontiere.
Le linee guida del progetto, che si pone come obiettivo quello di far fronte alla “sfida posta dall’immigrazione illegale“, come si evince dalle dichiarazioni del vice-presidente Frattini, si intrecciano alle leggi vigenti nei vari stati dellUE.
La detenzione segue ai viaggi disumani delle cosiddette “carrette del mare”, e non sembra che i pattugliamenti coordinati pervisti da Frontex possano aiutare a far fronte a questa disastrosa situazione.
Neppure il diritto marittimo sembra rinfrancare lo scenario, messo in crisi nei sui principi ispiratori, di solidarietà e aiuto reciproco, dalle nuove politiche di respingimento.

Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa