Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

L’UNHCR esprime grave preoccupazione per i rinvii forzati da Lampedusa

Comunicato stampa dell'UNHCR del 18 marzo 2005

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha espresso oggi grave preoccupazione per la serie di eventi che ha condotto ieri, 17 marzo, al rinvio forzato verso la Libia di 180 persone – scortate dalla polizia italiana – su due voli partiti dall’isola di Lampedusa.

L’UNHCR è inoltre profondamente rammaricato per la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato lo svolgersi di questi eventi e che induce a sospettare che si siano verificate violazioni del diritto internazionale dei rifugiati.

L’UNHCR, che ha inviato un proprio funzionario sull’isola, aveva richiesto alle autorità competenti di accedere al centro di accoglienza, per garantire che chiunque avesse voluto inoltrare domanda d’asilo avrebbe avuto la possibilità di farlo e che tutte le domande presentate sarebbero state valutate secondo procedure regolari ed eque. Tale richiesta – inoltrata in base al mandato dell’UNHCR di proteggere i rifugiati, che quindi include l’accesso ai richiedenti asilo e il monitoraggio dei sistemi d’asilo – è stata finora respinta dalle autorità italiane.

L’UNHCR ha inoltre espresso preoccupazione per la notizia che funzionari del governo libico sono giunti a Lampedusa e hanno avuto accesso alle persone che si trovavano nel centro di accoglienza. L’UNHCR non considera appropriato coinvolgere funzionari di paesi terzi, finché le persone non siano state identificate e non si stato accertato se queste abbiano legami con tali paesi e le ragioni del loro arrivo.

In un episodio molto simile, verificatosi lo scorso mese di ottobre, all’UNHCR fu permesso di entrare nel centro di Lampedusa soltanto dopo che oltre mille persone erano state rinviate in Libia. In quell’occasione, l’Agenzia ritenne che i metodi affrettati – basati solo sul criterio delle nazionalità – utilizzati per valutare le diverse istanze non abbiano garantito a coloro che avrebbero potuto inoltrare una fondata domanda d’asilo un’adeguata valutazione. L’UNHCR teme che simili preoccupazioni possano applicarsi anche agli avvenimenti verificatisi a Lampedusa questa settimana. “In altre parole” ha affermato il Portavoce dell’UNHCR Ron Redmond nel briefing alla stampa di questa mattina a Ginevra “non è affatto chiaro che le autorità italiane abbiano preso le necessarie precauzioni per garantire che nessun vero rifugiato sia stato rinviato in Libia, che non può essere considerato un paese d’asilo sicuro”.

La Libia non ha aderito alla Convenzione sui rifugiati del 1951 e non dispone di un sistema nazionale d’asilo efficiente. Vi è quindi il rischio che rifugiati che necessitano di protezione internazionale possano essere rinviati dalla Libia nel proprio paese d’origine.

Redmond ha aggiunto che lo scorso mese di ottobre l’UNHCR non ha avuto accesso alle persone rinviate in Libia e pertanto non è in grado di affermare se si trattava di rifugiati, né se qualcuno di essi abbia ricevuto danno da quel provvedimento.

L’UNHCR si rammarica inoltre che, nonostante le recenti esperienze, le autorità italiane non abbiano effettuato alcun tentativo di ampliare il centro di accoglienza di Lampedusa. “Con una capienza di appena 190 posti, il centro viene facilmente a trovarsi in condizioni di eccessiva pressione e sovraffollamento, creando un’atmosfera di crisi e di emergenza probabilmente ingiustificata”, ha affermato Ron Redmond.

L’UNHCR auspica che, dopo i primi due voli di ieri, non vi saranno nuovi rinvii forzati e che quindi coloro che tra le 633 persone che si trovano ancora nel centro di trattenimento di Lampedusa intendono presentare domanda d’asilo, possano farlo.

Durante gli ultimi 10 anni, l’Italia ha ricevuto una media di circa 11mila domande d’asilo all’anno, uno dei livelli più bassi tra i maggiori paesi dell’Unione Europea.

Redmond ha dichiarato che l’UNHCR concorda con il fatto che le procedure d’asilo per determinare le domande d’asilo manifestamente infondate dovrebbero essere efficienti e che tali domande potrebbero essere soggette ad una procedura semplificata. È tuttavia fondamentale che tutti i richiedenti asilo abbiano accesso ad una procedura d’asilo che fornisca le dovute garanzie.

Il Portavoce ha inoltre aggiunto che l’UNHCR è pronto a collaborare con le autorità italiane e libiche nel trovare e mettere in pratica approcci che possano meglio conciliare le preoccupazioni per l’immigrazione irregolare con il diritto di chiedere asilo e l’obbligo di fornire protezione ai rifugiati.