Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
//

L’Ue finanzierà la costruzione di un nuovo campo per migranti a Lesbo – tra forti critiche

Sertan Sanderson, InfoMigrants - 4 dicembre 2020

Photo credit: Refugee support aegean

Traduzione di Laura Morreale

La Grecia ha annunciato che 7.200 migranti che sono rimasti in alloggi temporanei dopo l’incendio al campo di Moira a settembre saranno trasferiti in un alloggio permanente entro settembre 2021. La Commissione Europea supporterà il governo greco con il progetto di costruzione.

In totale, circa 12.300 persone sono state colpite dall’incendio che ha letteralmente distrutto il campo profughi di Moira sull’isola greca di Lesbo a settembre. Mentre molti rifugiati e richiedenti asilo sono stati trasferiti sulla terraferma greca, e alcuni in altri paesi europei come la Germania, migliaia sono rimasti a Lesbo e sono stati spostati nella vicina struttura di Kara Tepe, che è costituita principalmente da tende.

Gruppi di assistenza umanitaria criticano da tempo le condizioni a Kara Tepe, soprattutto considerando la mancanza di infrastrutture adeguate ad affrontare i mesi invernali.

Secondo l’Ue, il nuovo centro di accoglienza permanente, che dovrebbe sostituire Moira a un anno dall’incendio, sarà dotato di strutture migliori rispetto sia a Kara Tepe che all’ormai distrutto Moira, che era tristemente noto per le sue squallide condizioni.

“Condizioni dignitose”

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che il nuovo centro “offrirà condizioni dignitose ai migranti e rifugiati che arrivano, supportando allo stesso tempo le comunità sulle isole greche”.

Secondo quanto riferito, sarà costruito intorno a un’area residenziale con dei container, ospiterà strutture sanitarie e spazi ricreativi, e sarà presente anche una serie di prefabbricati riservati ad attività educative.

La Commissaria Europea per gli Affari Interni, Ylva Johansson ha dichiarato che l’accordo tra la Grecia e l’Ue avrebbe consentito “condizioni adeguate” per migranti e rifugiati che raggiungono le isole greche.

250 000 euro di contratti di costruzione

La Commissione Europea ha definito la costruzione del nuovo campo “un passo importante” nel cercare una soluzione duratura dopo l’incendio che ha distrutto Moira.

Ha affermato che intende spendere un totale di 130 milioni di euro per costruire la nuova struttura a Lesbo insieme a un altro centro per migranti sull’isola greca di Chio. La Commissione aveva già acconsentito a stanziare altri 121 milioni per la costruzione di strutture sulle isole di Samos, Kos e Leros.
Tutti i centri dovrebbero essere ultimati entro settembre 2021.

Critiche prima di aver posato il primo mattone

Il direttore responsabile dell’organizzazione per i diritti dei migranti Pro Asyl, Günter Burkhardt, si è scagliato contro questi piani, affermando che i campi non sono costruiti con l’obiettivo di garantire giuste procedure di asilo, ma servono invece lo scopo di deportare le persone il più velocemente possibile: “L’Ue diventerà complice delle politiche greche disumane […] nei confronti dei rifugiati”, ha dichiarato.

In questo modo, l’Europa finanzia la privazione dei diritti di persone che richiedono protezione”. In un Tweet, Pro Asyl ha criticato lo status quo già presente a Lesbo, riferendosi alle condizioni nel campo di Kara Tepe come a “Moira 2” ed esprimendo preoccupazione per la mancanza di misure prese per assicurare la sicurezza e la salute dei migranti durante l’inverno.

Anche Oxfam ha denunciato che il nuovo campo non sarà abbastanza grande da assicurare condizioni dignitose per tutti, dato che ha una capacità prevista di sole 5000 persone: “Non sarà sufficiente, senza ricollocazioni regolari sulla terraferma e in altri paesi europei. Questa strategia non ha funzionato già in passato”, ha dichiarato il portavoce di Oxfam, Florian Oel, all’agenzia di informazioni Dpa.
Oel ha aggiunto che i migranti dovrebbero essere trasferiti di norma sulla terraferma greca e negli altri paesi europei, dove secondo lui “le procedure di asilo dovrebbero avvenire – in modo trasparente, efficiente ed equo”.

Nel frattempo, la Presidente della Commissione von der Leyen ha dichiarato che la nuova struttura di ricezione farebbe esattamente questo: “Si tratta anche di rendere le procedure rapide e giuste, quindi i centri saranno ciò che dovrebbero essere – soltanto una tappa temporanea prima del rimpatrio o dell’integrazione”.