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L’asilo politico negli Stati Uniti

Al fine di poter beneficiare di asilo politico negli Stati Uniti, il richiedente deve qualificarsi come rifugiato ai sensi dell’Immigration and Nationality Act (INA). L’INA definisce “rifugiato” chiunque abbia abbandonato la sua terra natia a causa della persecuzione, o la paura di persecuzione, per motivi di razza, religione, nazionalità o appartenenza ad un determinato gruppo sociale o politico.

Lo stato di rifugiato è disponibile per una determinata categoria di persone che rientrano nella definizione di rifugiato INA e che sono già negli Stati Uniti (a prescindere se si è entrati nel paese legalmente o illegalmente) o sono in cerca di ammissione al porto di entrata. Nel primo caso, la legge stabilisce che la domanda può essere richiesta entro 1 anno dall’entrata negli Stati Uniti, sebbene un eccezione sia disponibile.

Mentre l’INA non ha creato una definizione specifica per la parola “persecuzione“, i tribunali hanno dichiarato che una “minaccia per la vita o la libertà“, sulla base di razza, religione, livello nazionale, appartenenza politica, o l’appartenenza ad un particolare gruppo è “sempre persecuzione“. La persecuzione deve essere commessa dal governo nativo o dai singoli gruppi politici, come guerriglieri, tribù, vigilanti, o coloro che il governo non ha la capacità di controllare.

Nella maggior parte dei casi, la persecuzione è fisica, ma può anche essere emotiva o psicologica. Per stabilire se si tratta di persecuzione bisogna provare un’alta intensità di fatti, e gli individui dovranno dimostrare che quello che hanno sofferto possa essere considerato a tuti gli effetti come atto persecutorio. Tale comportamento comprende una vasta varietà di atti e dei danni che devono essere esaminati caso per caso.

Ci sono alcuni tipi di danni, tuttavia, che sono stati riconosciuti come forme di persecuzione:
– grave violenza fisica
– torture
– stupri
– genocidi
– schiavitù
– commercio legato al sesso
– detenzione illegale
– altre violazioni dei diritti umani

Il ricorrente assume l’onere della prova quando si tratta di stabilire che lui o lei è davvero un rifugiato ai sensi della definizione. Parte di questo processo richiede che coloro che cercano asilo politico testimonino sotto giuramento circa la veridicità della loro domanda.

Il richiedente deve inoltre presentare la testimonianza che avvalora, prove documentali, e niente altro che possa sostenere le sue affermazioni. Tale diposizione può essere di per sé sufficiente se ritenuta credibile.

Se si è già negli Stati Uniti e non si è in via di rimozione o deportazione, il processo attraverso il quale si può chiedere asilo politico è relativamente veloce. Secondo le linee guida INA, l’USCIS, l’ufficio immigrazione degli Stati Uniti entro 21 giorni dalla ricezione della domanda d’asilo da parte di un candidato, dovrebbe inviare al richiedente una comunicazione attestante che la domanda è stata ricevuta, un avviso per un appuntamento biometrico per il richiedente e per i bambini al di sopra i 14 anni, e un avviso di intervista di cui la data, l’ora, e il luogo. Entro 43 giorni dalla data della ricevuta di richiesta, il richiedente deve essere intervistato presso un ufficio di asilo politico degli Stati Uniti. La USCIS sarebbe tenuta ad emettere una decisione entro 60 giorni dal ricevimento della domanda e conduzione del colloquio.

Si può inoltre fare domanda di asilo politico se si è sottoposti al processo di espulsione. In pratica, la stragrande maggioranza di coloro che tentano di entrare gli Stati Uniti illegalmente dal confine Messico – USA e vengono intercettati dalla polizia d’immigrazione (Customs and Border Protection), dichiarano di essere rifugiati politici.

La procedura in questo caso prevede che l’immigrato sia sottoposto a detenzione obbligatoria a meno che non dimostri, durante un intervista da tenersi possibilmente entro qualche giorno dall’arresto, nella quale l’immigrante deve poter dimostrare una “ragionevole paura” di tornare nel suo paese di origine. Solo in quel caso l’immigrante avrà diritto ad un udienza di fronte ad un giudice d’immigrazione, che potrà inoltre concedere il rilascio su cauzione.

Al contrario, gli immigrati illegali che sono intercettati all’interno del paese e sono sottoposti al processo di espulsione hanno diritto ad un udienza di fronte ad un tribunale d’immigrazione a prescindere dalla dimostrazione della “ragionevole paura”.

Se ci si trova al di fuori del territorio Statunitense, per fare domanda al fine di ottenere lo status di rifugiato, un individuo deve andare presso l’ambasciata americana, un consolato degli Stati Uniti, o l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) con sede nel proprio paese.

A quel punto, l’individuo dovrà presentare i documenti che descrivono la sua situazione, di cui anche una promessa da parte di uno sponsor americano che sostiene lo sforzo di delocalizzazione. Una volta che la domanda è stata presentata, l’individuo dovrà recarsi presso un ufficio di asilo politico all’estero che valuterà i meriti del caso. Se approvato, all’individuo sarà dato un visto con cui può entrare negli Stati Uniti. Se l’applicazione è negato, non c’è modo di ricorrere decisione.

Vi sono differenze e analogie tra gli Stati Uniti e l’Italia.

In Italia, è possibile richiedere asilo politico ai sensi della Convenzione di Ginevra, e può farne richiesta qualsiasi cittadino extracomunitario che nel proprio paese sia stato perseguito a fini politici, razziali, religiosi o politico – sociali. Si richiede una volta raggiunto il suolo italiano, in quanto è la polizia di frontiera a farne richiesta e a fornirlo.

Chi lo richiede può circolare nel nostro paese fino a quando non c’è stato il via della Commissione. Infatti, previo foto segnalamento la domanda è inoltrata dalla Questura alla Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato per la decisione.

Ai fini del rilascio del permesso di soggiorno lo straniero richiedente l’asilo deve produrre all’Ufficio Immigrazione della Questura la dichiarazione autografa redatta in lingua madre, firmata dal richiedente e copia del passaporto, se posseduto.

Il richiedente può pernottare in un centro di accoglienza per verificare la sua identità. Lo status di rifugiato dura fino a quando nel paese di origine vi sono situazioni che mettono a rischio la presenza dell’esiliato.