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A cura di Assunta Sarlo

L’immigrato? E’ stabile

Tratto da http://www.diario.it

Piaccia o non piaccia, l’immigrazione in Italia è ormai un dato strutturale. E il nostro Paese va avvicinandosi, per percentuali di stranieri residenti, a Francia, Inghilterra e Germania. Parliamo di due milioni e mezzo di persone, ovvero del 4 per cento della popolazione, di gente che lavora in quei segmenti di mercato che agli italiani non interessano più o dei quali hanno – pensate all’accudimento di bambini e anziani – sempre più bisogno. Da tutto ciò discende la necessità di uno sguardo lungimirante e non emergenziale del fenomeno: è questa la principale conclusione del dossier statistico 2003 sull’immigrazione elaborato da Caritas e Migrantes e presentato oggi in contemporanea in dieci città italiane.

I dati. Il totale delle presenze stranieri regolari in Italia ammonta all’inizio del 2003, secondo la Caritas, a 2 milioni 469.234 persone con un’incidenza sulla popolazione residente del 4,2 per cento. Questo dato si ottiene sommando il milione e mezzo dei permessi registrati dal Ministero dell’interno al primo gennaio 2003, gli 82 mila sfuggiti a quella stima, i 230 mila minori non registrati in quanto non titolari in proprio di un permesso di soggiorno, i 45 mila nati stranieri e i minori venuti a carico di un familiare e infine i 600 mila che hanno presentato domanda di regolarizzazione, in virtù della legge Bossi Fini. Questi ultimi in realtà sono stati 700 mila ma 100 mila, secondo la Caritas, sono coloro che si vedranno respingere la domanda di regolarizzazione. La sanatoria è stata richiesta da 340 mila addetti al lavoro domestico e da 360 mila lavoratori subordinati. La procedura è ancora in corso, moltissimi i problemi giuridici e operativi che l’hanno rallentata.

Il dossier sottolinea che i motivi prevalenti di soggiorno in Italia sono il lavoro e il ricongiungimento familiare e quanto sia falsa l’idea che non abbiamo bisogno del lavoro straniero: proprio le dimensioni della sanatoria confermano questo inesausto bisogno del nostro sistema economico in cui la forza lavoro immigrata ammonta al 5 per cento.

Per quanto riguarda la dimensione territoriale è Roma la città che conta il più alto numero di presenze straniere e al secondo posto c’è Milano, mentre la regione che ha un più alto numero di stranieri è la Lombardia: la quota maggiore di immigrati si concentra nel Nord Italia (58,7 per cento) segue il Centro e poi il Sud con un evidente parallelismo con le fisionomie locali del mercato del lavoro.

I punti critici. Il dossier affronta come ogni anno le molte questioni irrisolte sia nel mercato del lavoro e nel meccanismo del soggiorno reso più farraginoso e precario dalla legge Bossi Fini sia nel più ampio capitolo che riguarda il livello di integrazione degli stranieri nella società italiana.

Qualche esempio: Caritas e Migrantes sottolineano la necessità di stabilire quote d’ingresso realistiche, di ripristinare la possibilità di venire in Italia per cercare lavoro attraverso la sponsorizzazione di recente riproposta dalla Commissione europea, di approvare una norma organica in materia di diritto d’asilo, di affrontare in materia di politiche sociali questioni drammatiche come quella dell’alloggio.

E poi l’attualità, ovvero il diritto di voto amministrativo. Durante la presentazione a Milano non poche critiche sono venuta all’iniquità delle condizioni proposte da Alleanza nazionale per l’esercizio di voto. Molte di quelle condizioni – è stato ricordato – sono quelle per l’ottenimento della carta di soggiorno che viene concessa con grande discrezionalità e altrettanta parsimonia dalle questure (vedi Diario in edicola “Stranieri: se il diritto è di carta”). Un’altra possibile strada per rendere il diritto di voto effettivo sarebbe quella di intervenire, snellendo l’iter e riducendone i tempi, sull’ottenimento della cittadinanza italiana da parte degli stranieri.

Informazioni. Il Dossier statistico immigrazione 2003 comprende in totale 57 capitoli e alcune centinaia di tabelle. Le 496 pagine sono così suddivise: il contesto europeo e internazionale; gli stranieri soggiornanti in Italia; l’inserimento socio-culturale; i contesti regionali; l’inserto speciale sui rifugiati. Lo slogan di questa edizione è “Italia, paese di immigrazione in un mondo di migranti”.