Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

dal Messaggero Veneto del 5 ottobre 2006

L’inviato del governo: il Fvg non vuole il Cpt

De Mistura: istituzioni contrarie. Sentiti anche i no-global e sabato torna il presidio

La commissione parlamentare che prepara il rapporto sui centri di permanenza ieri a Gradisca. Resistenze anche al centro di identificazione

Gorizia. «Al termine degli incontri avuti con le autorità comunali, provinciali e regionali, ma anche con l’associazionismo locale, come commissione non possiamo non prendere atto di un forte sentimento comune di opposizione e contrarietà sia al Cpt che al costruendo centro per richiedenti asilo di Gradisca d’Isonzo». Lo ha precisato, nella conferenza stampa tenuta in serata all’aeroporto di Ronchi, l’ambasciatore Onu Staffan De Mistura.
Il presidente della commissione ministeriale di valutazione sui Cpt (centri di permanenza temporanea) e Cpa (centri prima accoglienza) ieri ha visitato il centro per immigrati clandestini di Gradisca. Un’ispezione durata complessivamente circa 4 ore e cominciata con un fuori programma. Quello di cui si è reso protagonista proprio l’ambasciatore De Mistura che, intorno alle 12.30, ha fatto fermare davanti all’ingresso del Cpt isontino il pullmino che accompagnava la commissione e, prima di entrare nella struttura, si è diretto con tutti i componenti sull’altro lato della strada per confrontarsi direttamente con circa una ventina di manifestanti della rete del “No ai Cpt”. «Mi interessa sapere cosa pensate, non gli slogan». Un’iniziativa che ha spiazzato attivisti e forze dell’ordine, contribuendo però a stabilire subito un clima disteso in un luogo sinora teatro di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. «Dateci il tempo di finire il nostro lavoro – ha continuato De Mistura -, un lavoro che svolgiamo gratuitamente e in cui crediamo profondamente. Noi proveremo a fare qualcosa, il nostro rapporto non resterà su un tavolino e una volta letto sarete liberi di giudicarci». A seguire i manifestanti, pur ribadendo il loro scetticismo nei confronti della commissione («È uno specchietto per le allodole, non cambierà niente se non qualche poltrona e lo confermano le parole del ministro Amato, che ha istituito la commissione, che ha apertamente detto che i Cpt sono indispensabili») hanno annunciato un nuovo presidio davanti al Cpt di Gradisca che si terrà sabato, con inizio alle 14, in occasione della giornata mondiale di lotta contro le frontiere e la detenzione amministrativa. In serata, invece, De Mistura ha ricordato nel corso della visita «la commissione ha avuto piena libertà d’azione, siamo stati liberi di incontrare gli immigrati ospitati dalla struttura, che al momento erano 51, e di mangiare con loro. Certo è che il Cpt di Gradisca ci è apparso di una modernità che definirei poco comune oltre che a essere credo il secondo più vasto che abbiamo visitato, secondo solo a quello di Roma. Cosa di cui abbiamo discusso anche con il sindaco di Gradisca, che ci ha fatto notare le inevitabili problematiche che una struttura del genere provoca su un centro di circa 6 mila abitanti. Tra le cose notate, poi, anche l’operato della commissione territoriale per le richieste di asilo (quella di Gorizia è una delle 7 attive in Italia, ndr), che sta lavorando alacramente e che qui registra un’incidenza di circa il 22% di permessi d’asilo riconosciuti. Certo non possiamo trascurare, infine, che anche a Gradisca, dove sono ospitati molti ex detenuti, esiste quel circolo vizioso che vede immigrati uscire dal carcere e finire nei Cpt. Il nostro rapporto, comunque, non sarà pronto prima di dicembre e non è escluso che la commissione possa tornare a Gradisca per approfondimenti».
A precedere la conferenza stampa è stato l’intervento dell’assessore regionale a cultura e immigrazione, Antonaz. «Sono contento che la commissione sia venuta a Gradisca non solo per vedere il Cpt, ma anche per ascoltare enti e associazioni. Da parte mia ho semplicemente ribadito la nostra netta contrarietà alla struttura, per la quale abbiamo chiesto la conversione da centro di detenzione amministrativa a centro di accoglienza».
Marco Ceci


De Mistura: lasciateci finire il lavoro
Tommasini: ho chiesto ancora la conversione del centro in carcere provinciale

GRADISCA. Il pullmino bianco con a bordo i membri della commissione si avvicina tra i fischi dei manifestanti, una ventina, al portone d’ingresso del Cpt di via Udine, ma a bordo qualcuno fa segno all’autista di non entrare. Il mezzo si ferma creando un certo disagio tra gli agenti schierati a protezione della colonna di auto. Scendono tutti e, a sorpresa, attraversano la strada raggiungendo gli attivisti: «Mi interessa sentire cosa ne pensate, non i vostri slogan». Con queste parole, rivolte ai manifestanti della rete di movimenti e associazioni contrari ai Cpt, il presidente della commissione ministeriale di valutazione sui Cpt (centri di permanenza temporanea) e Cpa (centri di prima accoglienza), l’ambasciatore Onu Staffan De Mistura, ha dato vita al fuori programma che ieri, alle 12.30 in punto, ha aperto l’ispezione al Centro per immigrati di Gradisca da parte dell’organo istituito dal Viminale.
Una decisione che ha spiazzato tutti, ma che ha contribuito a rasserenare il clima in quello che fino a ieri era stato soprattutto un terreno di scontro tra forze dell’ordine e manifestanti. Non sono comunque mancate le aspre critiche da parte dei movimenti. «La vostra commissione è uno specchietto per le allodole, la volontà del governo è chiara, tutto è già deciso e le dichiarazioni del ministro Amato, che ha parlato dei Cpt come di strutture indispensabili, lo confermano. Noi non crediamo in questo ministro e non crediamo nella sua commissione: non abbiamo niente da dirci perchè non cambierà niente, se non qualche poltrona. Noi sappiamo cosa sono i Cpt dal ’98, non abbiamo bisogno che ce lo spiegate voi». De Mistura ha replicato con una pacatezza quasi surreale: «Capisco e rispetto le vostre opinioni, ma dateci il tempo di finire il nostro lavoro, in cui crediamo e che svolgiamo gratis. Il rapporto che consegneremo dopo aver visitato tutti i centri italiani, ve lo garantisco, non resterà su un tavolo, anche se alla fine deciderà il governo. Una volta letto il nostro documento, sarete liberi di giudicarci». La commissione, alla quale si sono aggregati il prefetto De Lorenzo e il questore Ruocco, ha poi preso la via del Cpt.
Cristian Massimo, portavoce di Razzismo stop, ha così chiosato: «Abbiamo capito che si tratta di persone oneste, aspetteremo con curiosità, ma anche con scetticismo il rapporto della commissione, ma credo che le dichiarazioni del ministro Amato abbiano offeso anche e soprattutto i membri della commissione De Mistura. Non ci fermiamo qui, comunque: sabato saremo ancora a Gradisca, davanti al Cpt, con un presidio dalle 14. I Cpt non si chiudono con le promesse».
In serata, poi, è toccato alle istituzioni (presenti l’assessore provinciale Marincic e l’assessore regionale Antonaz) confrontarsi con la commissione. Il sindaco Tommasini ha elogiato disponibilità e franchezza dei commissari. «Da parte nostra non abbiamo fatto altro che ribadire la più totale contrarietà al Cpt, chiedendone non solo la sua chiusura, ma anche il blocco dei lavori per la realizzazione del centro per richiedenti asilo. Tutto ciò ricordando a De Mistura tutto quello che è stato il travagliato e turbolento iter che ha accompagnato realizzazione ed avvio del Cpt. E abbiamo avanzato una richiesta ufficiale di riconvertire la destinazione d’uso della struttura a carcere provinciale. Un colloquio proficuo, anche se non ci facciamo illusioni».
Marco Ceci