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da Il Piccolo di Trieste del 4 gennaio 2007

La 4.a circoscrizione: «Via i venditori extracomunitari»

Sarà chiesta la verifica di permessi e licenze e proposto di concentrarli in piazza Ponterosso

Trieste. Basta con gli ambulanti abusivi nelle vie del centro, nelle zone pedonali e soprattutto davanti a negozi e ai locali pubblici. È la richiesta della Quarta circoscrizione, che ha approvato una mozione sul problema a fronte delle lamentele dei residenti e dei commercianti delle aree interessate dal fenomeno. «Non si tratta di discriminare alcune persone – puntualizza Alberto Polacco, presidente della Quarta circoscrizione – ma vogliamo tutelare chi lavora correttamente e si vede spesso stendere dei teli, anche di grandi dimensioni, con la merce in vendita davanti al proprio locale». La richiesta è dunque quella di verificare in primis i permessi e le licenze di questi venditori, che molto spesso si sistemano in piazza della Borsa, via delle Torri, via Dante, via Santa Caterina, in piazza Sant’Antonio e in via San Lazzaro, dove espongono merce di vario tipo, in particolare borse e cinture.
Dopo l’esigenza di intensificare i controlli su licenze e regolamenti, da verificare da parte delle forze dell’ordine e del Comune, la Circoscrizione chiede di valutare la possibilità di trasferirli nelle zone dove è consentita la vendita ambulante regolare, come nella vicina piazza Ponterosso.
Presente tutto l’anno, il fenomeno si è intensificato soprattutto durante le festività natalizie, nonostante l’allestimento del mercatino di Natale con molti stand attorno e davanti alla chiesa di Sant’Antonio, facendo segnalare proprio in quei giorni i maggiori disagi da parte sia dei commercianti sia di chi abita nelle vie attorno alla chiesa.
La merce sistemata sul pavimento era stata collocata negli spazi liberi, in particolare in via delle Torri, anche in questo caso intralciando il lavoro quotidiano di chi aveva allestito le bancarelle nel periodo di festa.
Zona preferita per la vendita della merce è quella all’incrocio tra le vie San Lazzaro e delle Torri, dove molto spesso, anche nel corso dell’estate, si assiste alla presenza di numerosi teli stesi nell’area pedonale, che si spingono fino a piazza San Giovanni, nella stessa via San Lazzaro e nei primi metri di via Santa Caterina.
Nella maggior parte dei casi, borse, cinture e oggettistica di vario tipo vengono sistemati vicino alle entrate degli esercizi commerciali e dei bar, causando disagi ai negozianti e ai gestori di locali che hanno a disposizione anche spazi esterni dove sistemare tavolini e sedie, non solo nel periodo estivo.
«Chiediamo anche al Comune di verificare quanto sia nella norma l’occupazione del suolo pubblico nell’area pedonale interessata – ha aggiunto Polacco –. Teniamo a puntualizzare che non abbiamo niente contro queste persone, ma va tutelato il lavoro sia dei negozianti, sia di chi fa il venditore ambulante con regolare licenza».
Nei prossimi giorni la Circoscrizione cercherà di trovare delle soluzioni al problema, attraverso verifiche e controlli, e interpellando l’assessore comunale Piero Tononi, competente in materia di occupazione di spazi pubblici.
Un discorso a parte riguarda la merce proposta dai venditori sotto accusa, spesso contraffatta: borse, valigette, portafogli, portachiavi, berretti, in alcuni casi capi d’abbigliamento come sciarpe, maglioni, t-shirt e tanti accessori, tutti o quasi con noti marchi falsificati. A questi va ad aggiungersi, soprattutto nel periodo delle festività, la vendita di giocattoli, che necessitano di controlli anche maggiori per verificare se sono stati realizzati seguendo le norme previste per la sicurezza dei bambini.
Visto che la presenza degli abusivi non accenna a diminuire, ma anzi aumenta nei punti più trafficati della città, la Circoscrizione chiede maggiori controlli e, in caso di mancata licenza, l’emissione di sanzioni per limitare il fenomeno.
Micol Brusaferro


Triestini divisi, ma prevale la tolleranza
I cittadini: «È così in tutte le città, soprattutto quelle multietniche. E poi non danno fastidio a nessuno»

C’è un comune denominatore che trova tutti d’accordo sui venditori ambulanti che operano nelle vie del centro. Commercianti, passanti, residenti, giovani, studenti, casalinghe e turisti, sono – chi più chi meno – insofferenti principalmente verso l’assalto ai pedoni da parte dei «venditori in cammino» di libri, braccialetti, incensi e accendini, soprattutto nelle strade attorno alla piazza Sant’Antonio. Il discorso cambia e si fa più tollerante, per i venditori che hanno installato la loro «bottega» fissa nello spazio pedonale tra la via delle Torri, via San Lazzaro e via Ponchielli, creando una sorta di piccolo suk.
«E’ naturale che per noi commercianti della zona questa situazione crei un certo danno economico, anche se non c’è una vera concorrenza – dice Lelio Nacmias, titolare dell’omonimo negozio di abbigliamento di via San Lazzaro -. Francamente non me la sento di infierire su persone che, tutto sommato, non hanno alternative. Piuttosto punterei il dito sulle organizzazioni che speculano sulla disperazione di questi immigrati».
La merce in vendita, esposta su colorati batik senegalesi, è perlopiù composta da riproduzioni di borse, cinture e portafogli, che ostentano le griffe più ambite della moda, come Gucci, Fendi e Louis Vuitton, anche se l’occhio allenato non si lascia ingannare. La vede in un’ottica di sensibilità umana, la situazione degli ambulanti di piazza Sant’Antonio, Antonietta Bevilacqua: «Non è dignitosa, né per loro né per una società civile – spiega – una sistemazione così poco appropriata, buttati a terra, con la loro mercanzia, come in un mercato del terzo mondo».
Anche se l’offerta non distoglie la clientela che ricerca il marchio autentico e la qualità, i negozianti temono la perdita della fidelizzazione del compratore abituale. «Questo Natale noi commercianti non abbiamo certo avuto di che brindare – si lamenta Claudia Rustia, dello storico negozio di tessuti di via Mazzini – e non trovo giusto si possa vendere merce per la strada senza licenza e senza obblighi fiscali. E poi in centro non ci sono solo negozi di prestigio. Pertanto per alcune categorie, il danno si rivela molto pesante».
I giovani di passaggio hanno una filosofica inclinazione alla tolleranza, come spiegano Manuel Ventrice e Marco Iurissevich: «Non danno fastidio a nessuno, non chiedono nulla – interviene Manuel – e poi non mi pare che altrove sia diverso, è così in tutte le città. Vuol dire che Trieste è realmente una città multietnica». «Non credo siano un danno per l’immagine del centro – aggiunge Marco – anzi, forse aggiungono colore e poi non sono mai pressanti. A volte offro loro un caffè e scambiamo due chiacchiere».
Lucio Valzano ha un osservatorio privilegiato dalla sua rivendita di giornali e tabacchi in via delle Torri: «Ovviamente per me è un discorso diverso – spiega – nessuno mi fa concorrenza, perché vendono tutt’altro genere di articoli. Posso capire che i colleghi dei negozi qui attorno, invece, abbiano un po’ il dente avvelenato. In ogni caso non ci sono mai state liti o problemi di alcun genere, e per quanto posso vedere nessuno di loro ha mai infastidito i passanti».
Patrizia Piccione