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La Bulgaria arresta centinaia di rifugiati a seguito di una rivolta

Mariya Cheresheva, Balkan Insight - 25 novembre 2016

- Link all’articolo originale (ENG)

Poliziotti e rifugiati sono stati ricoverati in ospedale giovedì sera a seguito di violenti scontri nel campo rifugiati più grande della Bulgaria a sud est della città di Harmanli.

Traduzione a cura di: Serena Naim, Sara Faoro
Polizia antisommossa nel campo Harmanli. Foto: Rasheed Allawi

Lo scorso venerdì il ministero degli Interni bulgaro ha dichiarato che circa 400 rifugiati sono stati arrestati giovedì per atti di vandalismo durante una rivolta di massa nel centro di accoglienza nella città di Harmanli nel sud est della Bulgaria, mentre 24 poliziotti sono stati feriti negli scontri, durante i quali la polizia ha usato idranti, proiettili di gomma e a salve.

Petya Parvanova, direttrice dell’Agenzia di Stato per i rifugiati (SAR) ha dichiarato ai giornalisti che tre rifugiati sono stati portati all’ospedale dopo gli scontri.

Tuttavia, le fotografie pubblicate da alcuni volontari (guarda le fotografie) mostrano numerosi ragazzi con ferite ed ematomi su viso e corpo, che denunciano come il risultato delle percosse della polizia a seguito della rivolta.

Secondo le denunce, sia gli uomini che alcuni minori sono stati picchiati dalla polizia a colpi di manganello, indipendentemente dal fatto che avessero o meno partecipato agli scontri.

Le tensioni nel campo, che ospita più di 3.000 richiedenti asilo, sono scoppiate giovedì a mezzogiorno, a seguito dell’annuncio del SAR che mercoledì ha posto il campo in quarantena per il timore di malattie infettive.

Infuriati, i rifugiati hanno lanciato sassi, bruciato pneumatici e rotto delle attrezzature del campo. Gli agenti di polizia hanno cercato di riportare la situazione sotto controllo, ma la violenza è degenerata nuovamente nel pomeriggio; solo nelle prime ore di venerdì è tornata la calma.

Le misure di quarantena forzata sono state attivate in seguito alle lamentele da parte degli abitanti, che si sono dichiarati preoccupati per una possibile trasmissione delle epidemie dal campo alla resto della popolazione.

Le squadre di medici assegnati alla verifica della situazione sanitaria nel campo entreranno nell’area solo lunedì.

I rifugiati si sono lamentati di non essere stati informati delle misure di quarantena e dei motivi per cui la libera circolazione è stata improvvisamente negata.

Parvanova ha detto che la maggior parte dei rifugiati che hanno partecipato agli scontri provengono dall’Afghanistan.

Il primo ministro uscente Boyko Borissov, arrivato sulla scena nel pomeriggio di giovedì, ha dichiarato che da dicembre, la Bulgaria inizierà a rimpatriare i migranti afghani.
Ha inoltre riferito che i migranti che hanno violato l’ordine pubblico saranno trasferiti in strutture chiuse, respingendo qualsiasi accusa nei confronti della polizia di aver usato eccesiva violenza.

Alle richieste rabbiose della popolazione locale di entrare nel campo, Borrisov, ha avvertito la cittadinanza bulgara di non farsi giustizia da sé, per evitare il rischio di attacchi terroristici.

Venerdì gli ispettori per i diritti umani del Bulgarian Helsinki Committee, hanno accusato i partiti e le organizzazioni nazionaliste, che hanno organizzato proteste anti-migranti ad Harmanli e altrove, di innescare tensioni tra i locali e i rifugiati.

Lo scorso agosto, uno scontro tra rifugiati ad Harmanli aveva scioccato i locali e aveva aumentato le tensioni etniche nella città.

Per approfondire questa notizia:
- bulgaria.bordermonitoring.eu

Vedi anche

  • I decessi dei rifugiati in Serbia - Una conseguenza dell’indifferenza europea difronte alla drammatica situazione
  • La rotta balcanica non si arresta - March of Hope, parte terza
  • #MarchOfHope di fronte alle porte chiuse dell’Unione Europea
  • Detenzioni, sparizioni, eliminazione. I migranti tra censura e nuova narrazione
  • Bulgaria - Harmanli: i giorni dopo la rivolta
  • Osservatorio Balkan Route - Novembre 2016
  • Bulgaria - Più di 2.000 rifugiati hanno lasciato i campi profughi nell’ultimo mese e mezzo
[ 1 dicembre 2016 ]
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