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La Campagna LasciateCIEntrare visita il CAS di Pedivigliano (Cs)

In data 23 settembre 2015 ci siamo recati presso il C.A.S. di Pedivigliano (CS), gestito dalla Cooperativa Sociale Calabria Assistenza Onlus di Angelo Barbiero. Il centro, attivo dal mese di giugno 2015 per affido diretto in seguito ad “emergenza” sbarchi da parte della Prefettura di Cosenza, ospita attualmente 25 persone richiedenti asilo di nazionalità nigeriana. All’arrivo ci è stato consentito di entrare nella struttura e di parlare con il responsabile del centro e con i migranti.
Dal colloquio intrattenuto con il figlio del gestore, è emerso che non è stata tuttora formalizzata con la prefettura la convenzione per la messa a disposizione di posti straordinari per la prima accoglienza dei cittadini stranieri temporaneamente presenti sul territorio.
L’ente gestore lamenta una serie di difficoltà dovute all’anticipazione delle spese per la gestione del centro. Innumerevoli le richieste e i reclami da parte dei richiedenti asilo con i quali abbiamo parlato.
Secondo quanto riferito dagli stessi, vengono accompagnati all’ospedale solo nei casi urgenti, non risultano essere stati iscritti al S.S.N. né è garantita loro l’assistenza medica di base o psicologica. Uno dei ragazzi zoppica in maniera vistosa, ha difficoltà a stare in piedi. Ci racconta: “sono caduto 3 giorni fa dalla bicicletta e da allora nessuno si è preoccupato di accompagnarmi da un medico, voglio andarmene di qui, non ce la faccio più”.
M. seduto al suo fianco manifesta problemi nella zona cervicale, ci racconta che solo una volta, all’arrivo, è stato accompagnato al pronto soccorso dove gli è stata prescritta e mai somministrata una terapia a base di Muscoril.
Il responsabile dichiara che nel centro operano tre volontari appartenenti ad un’associazione locale. Gli stessi svolgono ruoli diversi, non specificati. Non sono presenti mediatori culturali né operatori legali. L’insegnamento della lingua italiana è affidato a due operatrici.
Le persone intervistate lamentano la mancata distribuzione di vestiario, fatta eccezione per donazioni sporadiche da parte della chiesa o degli abitanti di Pedivigliano. Alcuni ci mostrano le ciabatte usurate e riferiscono che si tratta delle uniche calzature a loro disposizione. Lamentano, inoltre, la mancanza di acqua calda e il guasto di alcuni servizi igienici. I migranti dormono all’interno di camere costituite da 4/5 posti. In una delle camere sono sistemati 3 uomini e due donne.
Chiediamo di potere parlare con l’unica delle due che al momento è presente all’interno del centro.
S. ci chiede di avvicinarci a lei ed in privato ci supplica di portarla via. Un mese fa ha dichiarato al gestore di avere 16 anni, così come lo stesso conferma. Risulta, inoltre, che la polizia è al corrente del fatto che la ragazza sia minorenne, secondo quanto riferito dal gestore e confermato in seguito dalla Garante per i Diritti dei Minori, Onorevole M. Intrieri, alla quale abbiamo tempestivamente comunicato la gravità della situazione. S. è ospite del centro assieme al fratello maggiore, al momento ricoverato presso l’Ospedale Civile di Cosenza per motivi che non ci è dato sapere.
Quello che ci sorprende è che questo stato di cose appaia assolutamente normale per coloro che gestiscono la struttura! L’Onorevole Intrieri ha richiesto il trasferimento urgente della minore, accompagnata in serata da organi di polizia presso struttura idonea. In serata è stata trasferita anche l’altra donna.
Lungi dal criminalizzare i singoli presenti nel centro, riteniamo che le Prefetture dovrebbero porre una maggiore attenzione alla collocazione delle persone nel rispetto della differenza di genere.
Sono troppi i casi di soggetti vulnerabili che rimangono del tutto abbandonati a sé stessi, che non riusciranno mai a superare quanto subito nei propri paesi o durante il viaggio e rischiano ancora una volta nella “civile” Europa di rivivere le stesse persecuzioni da cui sono fuggiti. Quello stesso paese che dovrebbe rappresentare un luogo sicuro, ma che continua,invece, a trattare le persone come pacchi da vendere.

NOTA della campagna – Per ragioni di tutela e riservatezza non tutti gli elementi riscontrati durante la visita sono stati resi pubblici.

Campagna LasciateCIEntrare

La campagna LasciateCIEntrare è nata nel 2011 per contrastare una circolare del Ministero dell’Interno che vietava l’accesso agli organi di stampa nei CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) e nei C.A.R.A. (Centri di accoglienza per richiedenti asilo): appellandosi al diritto/dovere di esercitare l’art. 21 della Costituzione, ovvero la libertà di stampa, LasciateCIEntrare ha ottenuto l’abrogazione della circolare e oggi si batte contro la detenzione amministrativa dei migranti continua »