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La Cina e i fenomeni migratori

Intervista al Professor Wan - Ping

D: Quali sono le differenze nelle migrazioni negli ultimi 10 anni?

R: Quando studiamo la migrazione “lavorativa” in Cina intendiamo soprattutto la migrazione interna, cioè quella dalle campagne alla città, che è enorme e ha interessato gli ultimi 30 anni ed è iniziata con la riforma cinese, che è partita dalle campagne e ha spostato le oppurtinità di lavoro e guadagno dal settore della produzione agricola a quello delle fattorie, e dalle zone di camapagna alle aree urbani grandi e piccole.
Quindi molti degli studiosi cinesi che studiano i cambiamenti sociali cinesi, compresa la riforma, guardano soprattutto alle migrazioni campagna città piuttosto che a quellei nternazionali.

D: Parliamo della migrazione internazionale.Quali persone e di quali classi sociali lasciano la Cina? Per quale ragione secondo lei? Dove scelgono di andare?

R: Comparativamente parlando, dalla nostra prospettiva la popolazione coinvolta dalla migrazione internazionale è ancora una porzione minima: la migrazione interna si aggira sui 250 milioni di persone.
Quelli che escono dal paese sono tre categorie di persone: stuenti, turisti, e lavoratori, dai grossi uomini d’affari ai piccoli imprenditori ecc. Quelli che vengono in Europa provengono da specifiche province del paese, molti dalle due regioni della Cina meridionale e sono una parte molto piccola della popolazione.
La migrazione cinese interna è molto maggiore di quella internazionale.

D: Com’è la legislazione governativa sulla migrazione?

R: La migrazione interna rientra nella riforma, essendo parte dello sviluppo del paese, ma per chi emigra all’estero ci sono delle politiche apposite: prima di tutto devono ottenere i permessi appositi, ad esempio i visti( visti per studio, per lavoro, ecc…)

D: Pensa ci siano stati cambiamenti nella migrazione degli ultimi 15 anni? E se si, quali?

R: Da una parte le politiche nei confronti di chi torna in Cina o di chi la lascia non sono cambiate per lungo tempo e continuano a riamanere uguali.Le leggi nei loro confronti non sono cambiate. Ma dall’altra parte abbiamo anche poitiche per incoraggiare la gente a studiare in Cina o ad andare all’estero per continuare gli studi e anche per trovare eventualmente un lavoro fuori dal paese. Molti hanno un contratto di lavoro all’estero od ottengono uno status legale là.Alcuni cambiano definitivamente cittadinanza oppure ottengono almeno la “green card” negli Usa ( non so che tipo di status legale sia previsto in Europa).

D: In questi giorni in Italia c’è una grande discussione su ciò che è successo a Milano.Si parla nei quotidiani e all’interno dell’informazione formale cinese di ciò che è successo in Italia e di ciò che il governo italiano dice sulle regole di quello cinese?

R: Dalle notizie che ho letto solo parzialmente nei giornali locali si intuisce che quello che è successo ha a che fare con politiche locali, non nazionali, cioè con l’amministrazione di Milano: come debba essere previsto un trattamento paritario ed ugualitario di cinesi ed italiani in termine di politiche, regolamenti, leggi cittadine. Questo è fondamentalmente quello che arriva qui almeno dalle notizie che ho appreso: sembra che i cinesi non siano trattati in modo uguale rispetto agli italiani a Milano. Non necessariamente per colpa del governo, ma forse a causa della discriminazione di alcune persone e di alcuni pregiudizi contro i cinesi.

D: Si in effetti ci sono delle politiche negative da parte dell’amministrazione milanese. In questi giorni però nei giornali nazionali italiani si leggono delle dichiarazioni di Prodi che cercano di tracciare una differenza tra il governo Russo e quello cinese: il presidente del consiglio sostiene che Putin si sta impegnando positivamente per i diritti degli individui, mentre il governo di Pechino non lo fa. Cosa pensa a riguardo?
Qual’è ora in Cina la situazione dei diritti in Cina?

R: Prima di tutto, penso che ciò che è accaduto non abbia niente a che fare con i cinesi che vivono in Cina, ma piuttosto con quelli che vivono a Milano ed in altre città europee.
In oltre è difficile dire quale paese è migliore e quale peggiore, perchè ogni paese ha i propri vantaggi e le proprie difficoltà. Per quanto mi riguarda penso che la Cina negli ultimi 30 anni abbia migliorato enormemente la propria cultura socio politica e la propria situazione economica e questo lo può vedere tutto il mondo, compresi Prodi e tutti i paesi europei. Anche la situazione dei lavoratori cinesi è migliorata molto con le politiche di liberalizzazione: si sono create molte nuove opportunità. In oltre Cina e Russia sono molto diverse, storicamente e geograficamente.
Basta guardare alla differenza di popolazione: la Cina ora ha circa 1,3 miliardi di abitanti.
Quindi non è facile paragonarle e dire semplicemente qual’è la migliore.