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Tratto dal sito sudnews.it

La Consulta boccia la Bossi-Fini. Parzialmente incostituzionale

Immigrazione, stop della Corte costituzionale alla legge

Con due sentenze la Corte costituzionale, apre una crepa nella Bossi-Fini. La legge sull’immigrazione, scrive la Consulta, è incostituzionale laddove prevede che il clandestino possa essere espulso dal nostro Paese senza stabilire che il giudizio di convalida del provvedimento del questore debba svolgersi in contraddittorio prima dell’accompagnamento alla frontiera, con le garanzie della difesa. La legge è incostituzionale anche nella parte in cui prevede l’arresto obbligatorio in flagranza di reato per lo straniero che, senza giustificato motivo, non abbia rispettato l’ordine del questore di lasciare il territorio nazionale entro cinque giorni.

Secondo la Consulta la norma che impone l’arresto obbligatorio “non trova nessuna copertura costituzionale”. Anzi viola due articoli della Carta: l’articolo 3 che sancisce l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e l’articolo 13 che legittima l’adozione da parte dell’autorità amministrativa di provvedimenti che incidono sulla libertà personale solo in casi eccezionali di necessità e urgenza.

Oltretutto l’arresto obbligatorio imposto dalla Bossi-Fini “è privo di qualsiasi sbocco sul terreno processuale”, fa notare la Corte, visto che la legge impedisce che si possa disporre la custodia cautelare in carcere per un reato contravvenzionale, come quello previsto dalla legge sull’immigrazione. In sostanza, chiarisce la Corte, il giudice chiamato a pronunciarsi sulla convalida per l’espulso che non ha ottemperato all’ordine del questore, “deve comunque disporre l’immediata liberazione dell’arrestato”. Per questo la Consulta giudica l’arresto obbligatorio della Bossi-Fini “una misura fine a se stessa”.