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da Il Piccolo di Gorizia del 16 gennaio 2007

La Croce Verde presenta ricorso per l’appalto al Cpt

Si esprimerà il Consiglio di Stato

Gestione del Cpt, la Croce Verde non si arrende e ricorre al Consiglio di Stato: “illegittima l’aggiudicazione dei servizi a coop Minerva”.
Adesso è ufficiale: la onlus gradiscana ha deciso di impugnare la sentenza con cui nel giugno scorso il Tar di Trieste aveva bocciato la sua azione legale contro l’esito della gara d’appalto per la gestione dei servizi interni al centro di permanenza temporanea di via Udine.
Il caso approda dunque al secondo grado di giudizio. Croce Verde, attraverso il proprio avvocato Luca Macoratti, ha depositato proprio in queste ore l’atto con cui preannuncia il ricorso, notificato all’avvocatura dello Stato di Roma (essendo la Prefettura di Gorizia l’ente organizzatore del bando) e per conoscenza naturalmente a Minerva.
Da questo momento i legali di Croce Verde hanno quindici giorni di tempo per presentare la documentazione che costituirà il “motore” della nuova azione legale che potrebbe in qualche modo disegnare nuovi scenari nell’intricata vicenda del Cpt gradiscano. La memoria di Croce Verde sarà molto corposa: ben 35 pagine nelle quali vengono contestati i criteri che portarono Minerva ad aggiudicarsi l’appalto, dopo l’esclusione dalla graduatoria di Croce Verde e Cns di Bologna, la cosiddetta “coop rossa” che fu di fatto il terzo soggetto in gara.
Lo stesso Tar di Trieste aveva riconosciuto come in un primo momento la cordata di associazioni capeggiata da Croce Verde avesse conseguito il miglior punteggio in graduatoria (61 centesimi), staccando di molto sia Minerva (37) che Cns di Bologna, soprattutto grazie ad una certa economicità dell’offerta: 37 euro giornalieri ad immigrato contro i 75 euro richiesti da Minerva.
Ma in un secondo momento la cordata Croce Verde era stata esclusa dal bando per non aver fornito garanzie sufficienti ad una corretta gestione, in quanto alcune prestazioni peculiari sarebbero state affidate a ditte (Project e Poliassistance ndr) che, benchè già costituite, non risultavano ancora operanti sul mercato.
Tesi contestatissima da Croce Verde, che intende dimostrare non solo come le ditte fossero attive, ma anche provviste dei necessari requisiti professionali.
Il perno del ricorso è in ogni caso quella che secondo i legali dell’associazione è stato “un cambio in corsa delle regole” da parte della Prefettura nel passare dalla procedura tradizionale a quella più elastica della trattativa privata. Proprio da questa fase sarebbe scaturita l’estromissione dal bando dell’onlus gradiscana. “Non potevamo accettare le motivazioni espresse dal Tar – dichiara Macoratti – che nella sentenza aveva presupposto l’esistenza di una discrezionalità nel valutare i requisiti dei partecipanti. Nella fase in cui le ditte concorrenti sono state contattate per chiarimenti sulle offerte sono stati fatti emergere discriminanti inizialmente non contemplati. Chiederemo l’illegittimità dell’esclusione di Croce Verde e la sua riammissione al primo posto”.
Luigi Murciano