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La Germania prevede un aumento di richieste di asilo politico in seguito al tentato golpe turco

Philip Oltermann, The Guardian - 22 luglio 2016

- Link all’articolo originale

Gruppi per i diritti umani sostengono che gli accademici potrebbero scappare, e secondo il governo evidenti maltrattamenti dei detenuti sollevano difficili domande.

Traduzione a cura di: Martina Santi

Le autorità tedesche credono ci sia una crescente probabilità che migliaia di turchi possano far domanda di l’asilo politico nelle prossime settimane o mesi, dando potenzialmente il via ad un nuovo afflusso di rifugiati quest’estate.

In seguito alla dura repressione attuate in Turchia sulla scia del fallito tentato golpe, associazioni per i diritti come la tedesca Pro Asyl, prevedono un aumento significativo del numero di intellettuali, docenti (ne sono già stati sospesi 36mila n.d.r.) e scienziati che lasceranno le loro cariche nelle università turche per trasferirsi in Germania.

“Se la situazione peggiora e la caccia alle streghe contro qualsiasi forma di opposizione continua, ci sarà un’ondata di profughi verso l’Europa” ha affermato il direttore di Pro Asyl Bernd Mesovic. “Possiamo fare congetture solo su quando accadrà. Finché le persone sperano ancora nel cambiamento, restano nel loro paese.”

Bilgin Ayata, politologo, ha riferito all’agenzia stampa tedesca DPA che l’esodo potrebbe ricordare quello del 1980: “Stiamo assistendo alla reclusione di 6.000 persone, a sospensioni di massa e ad un dibattito sulla reintroduzione della pena di morte. Se si procede in questa direzione, molti cittadini turchi lasceranno il Paese, come hanno fatto in seguito al golpe militare del 1980.”

Venerdì, il primo ministro turco Binali Yildirim, ha affermato che un secondo tentativo di golpe è possibile perché non tutti i responsabili del precedente sono stati catturati, alimentando la paura che le severe repressioni continueranno.

Yildirim ha criticato la richiesta di prove da parte degli USA prima di acconsentire ad estradare Fethullah Gülen, un accademico islamico che Ankara considera il responsabile del tentato golpe. “Bisogna smettere di sostenere i selvaggi che investono i cittadini con i carri armati, che mitragliano le persone per via terrestre e aerea” ha affermato.

La Germania ha esortato la Turchia a rispettare lo stato di diritto. Steffen Seibert, portavoce del governo, ha affermato che diverse persone trattenute in seguito al tentato golpe e successivamente riprese dalle telecamere, sembra siano state maltrattate.

“Vedere coloro che sono stati accusati apparire in televisione o in foto con evidenti tracce di violenza fisica solleva domande difficili. Lo stesso vale per i singoli individui umiliati o denigrati di fronte alle telecamere.”

Seibert sostiene che la Germania spera che lo stato di emergenza duri il meno possibile e che non abbia nessun impatto sull’accordo tra l’Unione Europea e Ankara per arrestare i flussi migratori verso l’Europa.

Nella comunità accademica turca c’è estrema insicurezza poiché Gülen aveva aiutato a promuovere la partecipazione nell’educazione universitaria turca nel 1970-80; ciò significa che ora in molti si trovano accusati di nutrire solidarietà per il suo movimento Hizmet.

“Una campagna contro gli intellettuali è cresciuta sin dal 2013, ma si credeva che si sarebbe placata”, ha affermato un portavoce della tedesca Foundation for Dialogue and Education (Fondazione per il Dialogo e l’Educazione), un’organizzazione con stretti legami con il movimento Hizmet. “Ora sono in molti a temere per le proprie vite.”

Un’improbabile alleanza dei Verdi tedeschi con la conservatrice Unione Cristiana Sociale (CSU) bavarese ha proposto che la Germania dovrebbe offrire asilo ai rifugiati politici che arrivano dalla Turchia. Andreas Scheuer della CSU ha affermato: “prevediamo che coloro che sono perseguitati dal regno del Presidente Recep Tayyip Erdoğan e del suo partito, verranno qui.”

Il ministro degli Interni tedesco Thomas de Maiziere, ha espresso la preoccupazione che i disordini civili in Turchia possano avere ripercussioni in Germania, facendo notare che i 3 milioni di turchi residenti in Germania erano divisi come la Turchia stessa e che esistevano molte tensioni all’interno delle comunità turche.

In Austria, nel frattempo, il Ministro degli Esteri Sebastian Kurz ha compiuto un passo insolito, facendo appello ai sostenitori di Erdoğan di ritornare in Turchia. “Coloro che vogliono farsi coinvolgere nella politica interna turca sono liberi di lasciare il nostro paese”, ha detto Kurz al quotidiano Der Standard.

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[ 31 luglio 2016 ]
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Photograph: Bodo Marks/AFP/Getty Images

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