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dal Corriere della sera del 5 dicembre 2003

La Lega: «Niente case agli immigrati» di Elisabetta Soglio

Va pesante il ministro Bossi: «Le case si danno anzitutto ai lombardi e non al primo Bingo Bongo che arriva». È la risposta alla disponibilità lanciata, al termine dell’incontro fra istituzioni, associazioni e imprenditori voluto dal prefetto Bruno Ferrante: «Uno già noto per aver cercato di forzare la legge Bossi-Fini», come ha sottolineato Bossi ieri dai microfoni di radio Padania.
Insomma: l’idea che la città si occupi di realizzare case di prima accoglienza per gli extracomunitari, grazie ai finanziamenti promessi dall’assessore regionale Carlo Lio, e che la regia dell’operazione sia del prefetto ha spazientito i leghisti. Bossi ricorda che «gli extracomunitari qui non sono a casa loro, ma a casa di altri che fanno loro il favore di farli lavorare» e ribadisce che «case per gli immigrati a Milano non ce ne sono», visto che qui «ci sono già 42 mila persone in attesa di un alloggio».
Anzi: proposte di questo tipo (costruire case e magari anche moschee) «invece di portare alla pacificazione gettano benzina sul fuoco». A rincarare la dose sulla scia del capo, il segretario cittadino della Lega, Matteo Salvini, promette per domenica 40 gazebo in vari punti della città, per raccogliere firme contro l’operazione del prefetto, attaccato anche sulla Padania con un editoriale dal titolo esplicito: «Il prefetto Ferrante e la legge del menga».

Ecco poi il capogruppo in Regione, Davide Boni: «Siamo pronti alle barricate e denunciamo l’atteggiamento di chi vorrebbe delegittimare le istituzioni politiche e favorire una casta economica senza tenere conto delle reali esigenze dei milanesi». Boni mette in guardia anche l’assessore Lio: «In aula daremo battaglia al provvedimento che ha annunciato».

Il prefetto Ferrante tace: ma domenica incontrerà Bossi che ha confermato la sua presenza al teatro Dal Verme, dove verranno consegnati gli Ambrogini d’oro (fra l’altro, alla memoria dell’ideologo della Lega, Gianfranco Miglio e del giornalista Daniele Vimercati).
A difendere Ferrante ci pensano Polo e Ulivo. I ds esprimono solidarietà al prefetto: «Le dichiarazioni del ministro Bossi sono ingiuste nei confronti dell’unica istituzione locale che da quando è entrata in vigore la nuova legge sull’immigrazione tenta di applicarla in modo positivo, pragmatico e senza pregiudiziali ideologiche».
L’assessore comunale alla Sicurezza, Guido Manca, precisa che «qualsiasi iniziativa tendente a risolvere il complesso problema dell’immigrazione nella città di Milano non può che essere vista positivamente».
Manca aggiunge però che «è giusto che l’uscita degli immigrati dalla situazione di emergenza abitativa verso una soluzione stabile debba seguire lo stesso percorso di tutti gli altri cittadini, al fine di evitare tensioni sociali».
E mentre il leader regionale dell’Udc Domenico Zambetti si schiera «con il prefetto e la giunta regionale che hanno avuto l’intuizione, la lungimiranza e il coraggio di affrontare costruttivamente un problema grave per gli immigrati e gli indigenti, quale quello della casa», teme tensioni il capogruppo regionale di An, Romano La Russa: «Privilegiare i cittadini extracomunitari – sostiene – alimenta un sentimento razzista in coloro che, essendo italiani, ritengono di essere privati del diritto alla casa a favore degli stranieri».

Nando Dalla Chiesa, presidente della Margherita milanese, attacca il leader leghista: «Di incongruenza tra lavoro fatto e benefici ricevuti, Bossi se ne intende di sicuro: in Italia, come lui stesso può testimoniare, c’è chi non ha mai lavorato e fa il ministro e c’è chi lavora da una vita e non ha una casa». Ma la Lega si mobilita.