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La Marcia della solidarietà con i migranti irregolari è partita da Marsiglia

Le Monde, 19 settembre 2020

Photo credit: https://www.facebook.com/marche17mars

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Marciano verso l’Eliseo. La Marcia di solidarietà è partita sabato 19 settembre. All’appello di 15 collettivi di migranti irregolari, della Marcia della solidarietà, degli Stati generali dell’immigrazione e di più di 120 organizzazioni, hanno risposto circa 200 persone, che a Marsiglia hanno preso parte a questa marcia nazionale degli irregolari.

L’iniziativa farà tappa in diverse città della Francia prima di raggiungere Parigi il 17 ottobre. E più precisamente l’Eliseo, dove gli organizzatori contano di richiedere la regolarizzazione, «senza eccezioni, di tutti gli irregolari» e la chiusura dei centri di detenzione amministrativa (CRA).

«Signor presidente, noi siamo in marcia. Stiamo marciando, dai quattro angoli del Paese, per l’uguaglianza», si poteva leggere nella lettera aperta indirizzata ad Emmanuel Macron, pubblicata sul blog della Marcia della solidarietà, all’interno del sito Mediapart.

«Diverse centinaia di noi, irregolari in testa, attraverseranno questo Paese in cui viviamo, venuti dal sud, dal nord, dall’est e dall’ovest, sostenuti dalla solidarietà delle abitanti e degli abitanti sulle rotonde, sulle strade, nelle piazze e nei quartieri delle nostre città

Oltre alla regolarizzazione degli irregolari, gli organizzatori, che denunciano una «disuguaglianza dei diritti con il pretesto della nazionalità o del colore della pelle», chiedono la chiusura dei CRA. Questi centri consentono di trattenere uno straniero oggetto di un provvedimento di espulsione, in attesa del suo rimpatrio forzato, per un periodo che non può superare i 90 giorni.

«Una situazione catastrofica»

Nel corteo marsigliese diretto a Parigi, gli attivisti criticano duramente «la situazione catastrofica in cui si trovano i migranti irregolari», «una popolazione in pericolo, non pericolosa». Interpellata dall’Agenzia France-Presse, la rappresentante per il Sud-Est del Comité intermouvements auprès des évacués (Cimade) mette in guardia sulle disuguaglianze emerse ancora di più dall’inizio della crisi sanitaria provocata dalla pandemia del Covid-19, durante la quale «degli immigrati irregolari si sono presentati presso le associazioni dopo aver perso il lavoro in nero che svolgevano per sopravvivere».

«Ogni nuova legge restringe un po’ di più i loro diritti in quanto non c’è mai stata un regolarizzazione per lavoro. Noi vogliamo una revisione delle leggi che si accumulano da anni e che complicano il percorso dei richiedenti asilo.»