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La Ocean Viking salva 572 naufraghi: ora devono subito sbarcare in un luogo sicuro

Il più grande salvataggio della nave di Sos Mediterranee

Photo credit: Flavio Gasperini/SOS MEDITERRANEE

La Ocean Viking di Sos Mediterranee, in poco più di 72 ore, ha salvato 572 persone da sei imbarcazioni in difficoltà nel Mediterraneo centrale, nella totale assenza di coordinamento da parte delle autorità marittime. L’equipaggio nella sue operazioni di ricerca e soccorso ha anche trovato cinque barche di legno vuote che sono state intercettate dalla guardia costiera libica nella regione di ricerca e soccorso maltese.

Da giovedì 1 luglio sono state effettuate sei operazioni di salvataggio nelle regioni di ricerca e soccorso maltesi e libiche: 572 sopravvissuti, tra cui 183 minori, che hanno urgente bisogno di sbarcare in un luogo sicuro.

“E’ il più grande salvataggio della Ocean Viking” si legge nel comunicato stampa pubblicato in queste ore. Nella notte tra domenica e lunedì, nel buio pesto e dopo quattro ore di ricerca, la squadra di soccorso della Ong ha trovato una barca di legno precedentemente individuata dall’aereo Colibrì 2 di Pilotes Volontaires.”369 fra uomini, donne e bambini erano stipati su una grande barca di legno che rischiava di rovesciarsi. Le nostre squadre – sottolinea il network europeo composto da associazioni in Italia, Germania, Francia e Svizzera – non avvistavano da diversi anni queste grandi imbarcazioni di legno lanciate dalle coste della Libia. 183 minori, compresi due bambini con disabilità, tra i sopravvissuti”.

Quello a cui abbiamo assistito in mare in questi giorni è straziante” ha affermato Luisa Albera, Coordinatrice di ricerca e soccorso della Ocean Viking. “Non solo ci è capitato di salvare centinaia di persone – che hanno corso il rischio di morire in mare piuttosto che rimanere in Libia – senza alcun coordinamento da parte delle autorità marittime, ma abbiamo anche avvistato resti di barche intercettate dalla Guardia Costiera libica, anche nella regione di ricerca e soccorso maltese. Tutte le persone intercettate sono state forzatamente e illegalmente respinte in Libia, che non può essere considerata un luogo sicuro secondo il diritto internazionale. Chiediamo ora all’Unione europea di coordinare almeno lo sbarco dei 572 sopravvissuti, attualmente a bordo della nostra nave, in un luogo sicuro”.

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Queste catture da parte dei libici sono uno dei capisaldi del memorandum tra l’Italia e la Libia tanto che in giugno la guardia costiera libica ha catturato e respinto illegalmente oltre 4.700 persone. Da inizio anno i pushbacks sono stati 15.325 e secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), 723 persone sono morte o scomparse nel Mediterraneo centrale dall’inizio dell’anno. Diversi naufragi mortali sono stati segnalati solo negli ultimi giorni.

“Nei giorni scorsi – prosegue l’organizzazione – il team medico a bordo della Ocean Viking ha curato casi di bruciature da carburante, ustioni da sole, disidratazione ed estremo affaticamento dovuti a queste terribili traversate. Alcuni sopravvissuti hanno riferito di aver trascorso fino a tre giorni in mare aperto prima di essere salvati. Inoltre, due sopravvissuti, entrambi parte dei 183 minori a bordo, sono disabili. Uno di loro, parzialmente paralizzato, era a bordo di una barca di legno insieme alla sua sedia a rotelle.

“Le milizie ci hanno trattato come spazzatura, come merce”.

Alcuni sopravvissuti – riporta l’organizzazione – hanno raccontato al team medico le violenze inimmaginabili subite in Libia. “Ci sono troppe torture in Libia” ha riferito una donna di 36 anni del Camerun. “Sono riuscita a fuggire da un centro di detenzione con mia figlia alle 3 del mattino di sabato. Avevamo passato lì otto mesi. Le milizie ci hanno trattato come spazzatura, come merce. Ci hanno violentato”.

Anche un ragazzo beninese di 23 anni, ha parlato di ripetuti abusi fisici e sessuali. “Sono stato rapito quando sono arrivato in Libia. Ho passato due mesi nei centri di detenzione. Sono stato torturato da gennaio. Mi hanno picchiato fino a rompermi una gamba. Stanno violentando tutti. Ho passato quattro giorni senza mangiare e senza bere”.

Geo Barents di MSF fermata: quest’estate il Mediterraneo rischia di diventare un buco nero.

Mentre la Ocean Viking salvava la vita a 572 persone, il 3 luglio la nave di Medici Senza Frontiere (MSF), la Geo Barents, veniva messa sotto fermo amministrativo dalle autorità italiane, allungando la lista delle navi umanitarie bloccate nei porti italiani.

“E’ necessario – afferma in conclusione Sos Mediterranee – che sia ristabilito con urgenza, sette anni dopo la fine dell’operazione Mare Nostrum, un programma europeo di ricerca e soccorso efficiente, legale e umano. L’Europa non può più rimanere passiva di fronte ai naufragi ricorrenti, sostenendo consapevolmente un sistema di abusi indicibili e favorendo i respingimenti in Libia”.
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– Per maggiori informazioni sulle operazioni in mare di Sos Mediterranee è disponibile un diario di bordo online: http://onboard.sosmediterranee.org/

– Per foto e video operazioni, è disponibile una mediateca: https://media.sosmediterranee.org/web/6087aafc9d2c7e7e/rotation-014-ocean-viking/

Foto: Flavio Gasperini/SOS MEDITERRANEE