Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

La Spagna concorda con il Marocco di riportare i gommoni carichi di migranti alle sue coste

María Martín e Lucia Abbelan, El Pais - 21 febbraio 2019

Una nave di Salvamento Marítimo attracca nel porto di Almeria dopo un salvataggio di migranti effettuato nel mare di Alborán, a Dicembre

Spagna e Marocco sono giunti ad un accordo che permetterebbe l’impiego di una strategia inedita per frenare i flussi di immigrazione irregolare. Salvamento Marítimo potrà ora sbarcare in porti marocchini una parte dei migranti soccorsi, come confermano tre fonti del Governo spagnolo. Fino ad oggi, i naufraghi localizzati nello Stretto o nel mare di Amborán venivano trasferiti in un porto spagnolo, nonostante l’area di salvataggio fosse più vicina alla costa marocchina. La misura fa fronte al tentativo dell’Esecutivo di ridurre la pressione migratoria in un momento nel quale gli arrivi irregolari stanno alimentando la campagna elettorale.

La misura si potrà applicare ai migranti intercettati durante quelle operazioni nelle quali Salvamento Marítimo supporta i guardacosta marocchini nella loro propria zona di competenza, nell’eventualità che il porto più vicino non sia uno spagnolo. “Salvamento Marítimo soccorre persone in pericolo in acque spagnole, trasferendole nei più vicini porti sicuri, cioè quelli spagnoli”, spiegano a EL PAIS fonti del governo. “Tuttavia, date le buone relazioni con il Marocco, se necessario fornirà ausilio alla Marina marocchina. In tal caso, le persone salvate saranno trasportate al porto sicuro più vicino, che sarà marocchino”, esplicitano le fonti.

La strategia costituisce il principale rimedio per far fronte all’obiettivo autoimposto dal Governo di Pedro Sánchez di ridurre della metà il numero degli ingressi di immigrati irregolari dopo un anno record di arrivi, nel 2018 (64.298, secondo dati del Ministro dell’Interno). Si tratta di una iniziativa conformata alle attuali leggi internazionali, perché ogni paese ha l’obbligo di fornire supporto e soccorrere i naufraghi intercettati nella proprio zona di responsabilità. Tuttavia, ciò può risultare controverso: tra i candidati ad essere riportati in Marocco ci saranno persone vulnerabili, quali i richiedenti asilo politico. Con tutte le controversie del caso, come ci ricordano esperienze simili accadute in passato.
Aree di ricerca e soccorso (Sar) nello stretto di Gibilterra
1550682280_062643_1550745706_portada_normal.png
La decisione, immediatamente esecutiva nonostante la sua applicazione nel futuro dipenderà dal risultato elettorale del 28 Aprile, presuppone una riformulazione delle attività di soccorso implementate da Salvamento Marítimo, il quale, secondo dati ufficiali, si è reso protagonista del trasferimento sulla terraferma di quasi 9 migranti su ogni 10 arrivati nel 2018 in prossimità delle coste Spagnole. Questo nuovo approccio alle operazioni nello Stretto è stato disegnato dal Comando Unico Operativo, uno strumento resuscitato da Pedro Sánchez lo scorso agosto per controllare gli ingressi irregolari diretto dal generale della Guardia Civile Félix Blázquez.

Il piano dell’Esecutivo contro l’immigrazione irregolare implica anche un rafforzamento della guardia costiera Marocchina, che fin’ora si è fatta carico solo di una piccola parte dei soccorsi. E’ ricorrente il malcontento dei membri dell’equipaggio di Salvamento Marítimo dinanzi alla mancanza di azione dei loro colleghi in Marocco. “Ci è già capitato che il Marocco avesse comunicato la disponibilità ad effettuare un salvataggio e che, poi, sul posto designato non si sia presentato nessuno. Il suo modo di agire cambia a seconda dei giorni”, lamenta un membro dell’equipaggio rimasto nell’anonimato su richiesta di Salvamento Marítimo, la quale ha proibito ai propri dipendenti di avere contatti con la stampa.

A seguito della maggiore attenzione che ora Bruxelles dedica al Marocco, la Spagna si sente legittimata a chiedere più collaborazione alle autorità di Rabat. Il Governo Spagnolo ha interceduto affinché l’UE acconsentisse a sborsare 140 milioni di euro al paese magrebino alla fine dello scorso anno. Il finanziamento è destinato specificatamente al controllo migratorio.

Le cifre relative ai salvataggi coordinati dalla Spagna avvalorano l’idea di un impegno limitato da parte del Marocco nel Mediterraneo. Delle 23.135 persone salvate nel 2017, ultimo anno con dati disponibili nella pagina web di Salvamento Marítimo, appena 4.045, ovvero il 17%, sono state soccorse dal Marocco. Per coinvolgere in misura maggiore il partner magrebino, fonti dell’Esecutivo Spagnolo coinvolte nelle trattative confermano, senza precisare chi si farà carico dei costi, che il paese vicino riceverà due imbarcazioni veloci molto simili a quelle utilizzate in Spagna. Il costo di ognuna si aggira intorno ai 2 milioni di euro, come rivelato dalle ultime disposizioni per il rinnovo della flotta.

Tratti in salvo nello Stretto e nel Mediterraneo
1550682280_062643_1550688778_portada_normal.png

Rischio di scontri

L’idea di riportare i naufraghi al luogo dal quale sono fuggiti non convince i membri dell’equipaggio di Salvamento Marítimo interpellati da questo giornale, nonostante siano concordi sul fatto che i guardacosta Marocchini dovrebbero adottare una posizione più attiva nelle operazioni in alto mare. Questi professionisti ricordano almeno un’occasione nella quale venne dato l’ordine di consegnare i passeggeri di un’imbarcazione a Tangeri. In quel momento tale ordine non ricevette molta approvazione: avendo saputo che sarebbero stati riportati indietro, i circa trenta subsahariani tratti in salvo si ribellarono, un atteggiamento che si potrebbe ripetere quando verranno applicate le nuove direttive e che si è verificato in numerose occasioni nel caso di migranti in transito dalla Libia alle coste Italiane.

Ismael Furió, portavoce del CGT (sindacato di maggioranza di Salvamento Marítimo), rafforza questo timore. “Ora, quando sono in pericolo, i naufraghi ci chiamano; questa misura potrebbe portarci ad essere qualcuno da evitare. I morti aumenterebbero. Fuggiranno dalla possibilità di essere rimpatriati”, afferma.