Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

La coordinatrice del Tavolo “Immigrati e Servizi Sanitari – Tanto rumore per nulla, anzi: pregiudizio e incompetenza

La nota inviata alla redazione di Melting Pot

In qualità di coordinatrice del Tavolo interregionale “Immigrati e Servizi Sanitari” operante in seno al coordinamento della Commissione Salute dal 2008 (1), Tavolo che occupandosi della promozione della salute degli immigrati, per competenza ha condotto a termine l’Accordo Stato – Regioni (Rep. Atti n. 255/CSR), pubblicato in G.U. n. 32 del 7 febbraio 2013, suppl. ord. 9 “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome”, ritengo opportuno che, in relazione all’Attuazione del suddetto Accordo da parte delle Regioni, circolino informazioni corrette

Gli Assessori alla Salute delle Regioni e P.A. hanno convenuto, nel 2008, che gli immigrati (circa il 10% della popolazione residente in Italia), svantaggiati nella salute e discriminati nell’accesso ai servizi, meritassero un’attenzione specifica da parte dei SSR, al pari di altre categorie svantaggiate, quali disabili, donne, anziani, malati mentali, detenuti ecc, per cui è stato istituito il Tavolo interregionale “Immigrati e Servizi Sanitari”.

Tale Tavolo rappresenta un luogo di lavoro istituzionale, l’unico, in cui per la prima volta i Servizi Sanitari Regionali affrontano specificamente la complessa problematica della salute e dell’assistenza sanitaria alla popolazione immigrata, che evidentemente non è riducibile a questioni di costi/rimborsi di prestazioni sanitarie.

In merito alla tutela della salute degli immigrati, occorre sottolineare che:

  • 1) l’accesso alle cure per gli immigrati è fortemente condizionato dalla corretta applicazione delle indicazioni normative esistenti da circa un ventennio, coerenti peraltro, con il principio costituzionale del diritto alla salute per tutti, e dal superamento di norme discriminatorie ed escludenti,
  • 2) molte Regioni e P.A. disattendono costantemente quanto previsto dalla normativa

Per superare queste difficoltà il Tavolo, ha elaborato il documento “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province autonome”.

Si precisa che:

L’Accordo è il risultato di un lungo e condiviso lavoro, durato circa tre anni, condotto dal Tavolo cui vi partecipano rappresentanti delle Regioni e P.A.,membri del Tavolo della Mobilità sanitaria internazionale, esperti accreditati a livello nazionale ed internazionale sulla salute degli immigrati, tecnici del Ministero della Salute. Inoltre per alcune questioni specifiche ci si è confrontati anche con Ministeri della Giustizia e dell’Interno, Agenzia delle Entrate, nonché con società scientifiche, associazioni esperte di livello nazionale ed internazionale,.

Si fa presente che:

– L’Accordo è stato ampiamente condiviso anche dal Tavolo della Mobilità Sanitaria internazionale del Coordinamento della Commissione salute che si occupa dell’applicazione dei regolamenti comunitari di sicurezza sociale al fine di garantire l’assistenza sanitaria gli assistiti che si spostano all’interno degli Stati membri dell’UE (e non tratta della salute della popolazione immigrata)

– La Commissione Salute ha espresso parere favorevole sul testo dell’Accordo in tre occasioni: 21 settembre 2011, 14 novembre 2012 in cui ha indicato alcune modifiche che sono state recepite, 17 dicembre 2012.

– Esso esprime dunque la volontà politica di tutte le Regioni e PA e dello Stato,

Si sottolinea che:

la stragrande maggioranze delle indicazioni presenti nell’Accordo erano pre-esistenti ad esso ma disattese in varie realtà regionali, che sono le stesse i cui tecnici, a posteriori, si oppongono alla sua attuazione.
L’Accordo infatti è l’unico strumento operativo che raccoglie in modo sistematico le regole per l’erogazione dell’assistenza sanitaria agli immigrati presenti in Italia, e impegna le Regioni e PA alla corretta applicazione della normativa da parte delle Regioni e PA. a garanzia della tutela della salute di tutte le persone straniere presenti in Italia.

Risulta dunque pretestuoso quanto rilevato da alcune Regioni e P.A., per il semplice fatto che la maggior parte delle indicazioni presenti nell’Accordo erano già attuate precedentemente da varie Regioni e P.A. e, ad oggi, esso è già stato recepito da 8 Regioni e P.A.

Occorre dunque fare attenzione nel distinguere i vari piani su cui collocare le questioni; spesso, infatti dietro ai cosiddetti ostacoli tecnici c’è la convinzione pre-giudiziale non dichiarata – che gli immigrati non debbano avere gli stessi diritti e garanzie di tutela della salute degli autoctoni.

Si precisa che:

l’Accordo è recente e, come ogni Legge/Accordo può necessitare di regolamenti attuativi o emissione di chiarimenti, via via che si dovesse rilevarne la necessità, così come nei casi dell’iscrizione al SSR di alcune particolari categorie di immigrati (migranti forzati, richiedenti l’emersione da lavoro irregolare, minori) su cui il Tavolo sta lavorando.
E’ infatti il Tavolo “Immigrati e Servizi sanitari” il luogo competente per il confronto su eventuali criticità che possono presentarsi in alcune territori e di condivisione delle migliori soluzioni operative.

Infine:

i presunti “ostacoli tecnici” nell’attuazione dell’Accordo ventilati a vari livelli (regionali e nazionali) sono sormontabili, come sempre accade, in presenza di volontà politica, competenza specifica nella assistenza sanitaria agli immigrati, atteggiamento collaborativo tra le istituzioni.
Proprio questi tre ingredienti hanno consentito di attuare l’Accordo superando i pre-esistenti impedimenti per alcune categorie di immigrati (ad es. l’iscrizione al SSR da parte dei richiedenti l’emersione dal lavoro nero).

E’ infatti dalla collaborazione tra Tavolo Immigrati, Ministero della Salute, Ministero dell’Interno e Agenzia delle Entrate che è stata possibile l’emanazione della Circolare del Ministero della Salute del 24 ottobre 2013 “Procedura di emersione del rapporto di lavoro irregolare”.

Analogamente, il Tavolo in collaborazione con le suddette istituzioni ha elaborato e proposto agli Assessorati alla Salute e al Ministero della Salute la procedura per l’iscrizione del minori STP al SSR e si è in attesa, da mesi, di una circolare da parte del Ministero della Salute.

L’Accordo non presenta incongruenze né grandi impedimenti tecnici alla sua attuazione; viceversa, le cosiddette difficoltà attuative possono nascondere incompetenza specifica, resistenze ideologiche e pregiudiziali.

Per tutti i motivi sopra detti ritengo pretestuosa e senza alcun fondamento la ventilata necessità di emendare l’Accordo!

In realtà l’obiettivo non dichiarato è quello di delegittimare il Tavolo Immigrati e Servizi sanitari, che specificamente ed in modo efficace ha lavorato e intende lavorare a favore della tutela della salute degli immigrati.

La nostra lunga esperienza ci ricorda che il tema degli immigrati, in Italia, è quasi sempre affrontato in modo ideologico, pregiudiziale e incompetente e che il Sistema è sempre meno capace a tutelare i diritti dei più vulnerabili, con conseguente violazione dei diritti fondamentali e compromissione della coesione sociale!

Per trasparenza e Affinché tutto il lavoro svolto dal Tavolo possa diventare un patrimonio comune si fa presente che i verbali di lavoro (condivisi dai componenti del Tavolo) sono pubblicati nel sito ods.ars.marche.it

Dottoressa Patrizia Carletti
Medico; Coordinatrice Tavolo interregionale
“Immigrati e Servizi Sanitari”