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La costruzione della nuova frontiera a Melilla

Presentato il progetto per un nuovo sistema anti-immigrato

A Melilla, il 27 marzo 2006 la sottodelegazione del governo spagnolo ha presentato ufficialmente il progetto di costruzione della nuova frontiera che separa la Spagna dal Marocco e che impedisce ai migranti di oltrepassare il confine tra i due stati. La presentazione ufficiale di questa macchina infernale si è tenuta in prossimità di Aguadù, zona in cui è già stata costruita una rete di cavi che attraversa le due frontiere per 6 metri, costruita per delimitare lo spazio tra Spagna e Marocco. Aguadù è anche il luogo in cui nel periodo tra settembre ed ottobre scorso si sono verificati la maggior parte dei tentativi di attraversamento della frontiera da parte di subshariani, molti dei quali vi hanno lasciato la vita.

Secondo José Fernandez Chacon, sottodelegato del governo, il nuovo sistema di controllo permette di ritardare di almeno 15 minuti l’entrata dei migranti. La nuova barriera tra le due frontiere percorrerà 9,9 km del perimetro di confine e si svilupperà tra Aguadù e la zona sud della città. La trama di cavi che integrerà la frontiera avrà una lunghezza di 1.200 km e sarà pronta per il mese di giugno. I cavi saranno solo uno degli elementi di cui sarà dotata questa frontiera.

Con il nuovo sistema messo in atto i migranti che proveranno a scavalcare il confine si troveranno di fronte un reticolato di cavi inclinato a dieci gradi verso il Marocco, che impedirà loro di arrampicarsi sulle scale di legno che venivano solitamente sfruttate per la “scalata”.
Se il migrante riesce a superare questo primo ostacolo cadrà direttamente nelle maglie del reticolato che si tenderanno con il peso della persona per immobilizzarlo. A ciò si aggiungono un sistema di allarme che si attiva appena qualcuno entra in contatto con la frontiera, e un sistema a pressione di acqua con peperoncino per danneggiare la vista di coloro che cadono nella trappola. Nel momento in cui scatta l’allarme, molto sensibile a qualsiaisi tipo di contatto, si accendono delle luci potentissime posizionate lungo il perimetro ogni 125 metri, per accecare i migranti che hanno già le pupille dilatate dall’oscurità della notte. A tutti questi dispositivi, si andranno ad aggiungere dei radar posizionati sulle torri di controllo presenti lungo tutto il perimetro e che permetterannno alla Guardia Civile di rilevare la presenza di possibili avvicinamenti nel raggio di due km all’interno del territorio marocchino.

La macchina infernale di detenzione dei migranti, presentata con grande orgoglio dal governo spagnolo, sarà anche dotata di telecamere che permetteranno alla Guardia Civile, dal centro di controllo, di rilevare qualsiasi forma di movimento in prossimità della frontiera.
Una frontiera con queste caratteristiche è la prima al mondo e servirà d’esempio anche agli americani che hanno già manifestato il loro interesse per installarne i dispositivi al confine con il Messico. Il paradosso di tale costruzione e delle sue tecnologie avanzate appare ancora più lampante se si pensa che il costo del progetto ammonta a 20 milioni di euro. Il progetto mostra tutta la sua drammaticità se ai sistemi già presenti si aggiungono anche le novità apportate nell’ottobre scorso.

Per controllare e bloccare i migranti subasahariani il governo marocchino, nell’ambito della sua collaborazione con l’UE, ha installato lungo tutto il perimetro della frontiera un accampamento militare ogni 100 metri e dipsosto un militare con munito di mitragliatrice ogni 10 metri. Il ruolo dei militari marocchini è quello di controllare che la frontiera non sia varcata o, con il supporto dei cani, di fare perlustrazioni nella foresta dove i subshariani tentano di ripararsi.

A cura di Sara Prestianni
Traduzione dal francese a cura di Maria Petrucci