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La felicità di aver salvato un migrante

Antonio Sempere e Gabriela Amaya, Pressenza - 2 novembre 2016

Foto: Antonio Sempere

Come abbiamo raccontato nella cronaca del nostro collega Antonio Sempere, due giorni fa, il 31 ottobre, quasi duecento migranti sono riusciti a scavalcare la barriera di Ceuta.

Mentre stava preparando la notizia, Sempere ha incontrato Patrick, gravemente ferito e solo. Quest’articolo, così come il video che lo accompagna, trattano di questo incontro e di ciò che è avvenuto dopo.

Articolo, video e fotografie – Antonio Sempere

Fino a ieri non sapevamo nulla della storia che si cela dietro alla fotografia di questo articolo. Si tratta della storia di Patrick, un immigrato camerunense riuscito ad arrivare in territorio spagnolo dopo dodici tentativi, e del suo secondo incontro con il fotogiornalista Antonio Sempere, che lo ha assistito e portato in ospedale per le ferite procuratesi durante la fuga.

Sono un fotogiornalista di Ceuta e questa mattina, mentre i migranti scavalcavano e lavoravo nel campo, ho incontrato uno dei ragazzi chiedere aiuto; era gravemente ferito e i suoi compagni erano andati avanti per cercare di raggiungere la città”, inizia a raccontare Sempere.

Chiedeva aiuto ed era molto nervoso. Per tranquillizzarlo ho chiamato una delle attivisti sociali e gli ho passato il telefono perché potesse parlarci. Questo è il momento che mostra l’immagine. Dopo la telefonata, il ragazzo è svenuto”.

In quel momento passavano da quelle parti due guardie civili in moto, così ho chiesto loro di mandare un’ambulanza, ma poiché erano tutte occupate ho deciso di trascinare il ragazzo come potevo fino alla mia auto per portarlo in ospedale. Quando ha recuperato coscienza, gli ho detto che si trovava in Spagna e che era salvo… a quel punto ha iniziato a piangere dall’emozione. Si trovava in Marocco da quattro anni, in attesa di quel momento.

Ecco che allora Patrick mi riconosce. Un mese prima avevo fatto un reportage nel quartiere di Boukhalef a Tangeri in seguito ad un altro tentativo fallito durante il quale i migranti erano stati brutalmente repressi dalle forze marocchine, e Patrick era uno degli intervistati.

Mentre scendevamo dal monte in macchina ho visto un posto di blocco e ho pensato che probabilmente lo avrebbero obbligato a scendere dall’auto e riportato indietro. “Non voglio tornarci di nuovo!”, mi ha detto.

Sono stati attimi di grande tensione, nei quali dovevo decidere velocemente. Allora ho girato questo video con il suo consenso affinché ci fossero prove del fatto che aveva toccato suolo spagnolo e pertanto non poteva essere rimandato indietro. È un video fatto di fretta con il cellulare, come potete vedere dalla qualità dello stesso… ma non avevo altra scelta.

Ho spiegato alla polizia che lo stavo portando all’ospedale e ci hanno lasciato passare. Oggi Patrick si trova nel CETI (Centro di Sosta Temporanea degli Immigrati). Ha cominciato una nuova vita, una nuova e dura vita.”

Quando gli parliamo del suo gesto eroico, Sempere ci risponde: “No, io non sono un eroe né voglio esserlo. Sono solo contento perché questo ragazzo ha ottenuto ciò che desiderava. Chissà quando ci renderemo conto che tutte queste creature sono dei rifugiati, poco importa se sono migranti economici o di qualsiasi altro tipo!

Altre immagini di quel giorno pubblicate da “Ceuta Actualidad”