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La grande adunata per Lucano

Sergio Pelaia, Il Corriere della Calabria - sabato 31 dicembre 2016

RIACE Non è certo un consiglio comunale ordinario quello tenutosi a Riace nel pomeriggio di venerdì. Oltre tre ore di discussione e una miriade di interventi “esterni” al civico consesso sono serviti a ribadire la fiducia della comunità nel sindaco Mimmo Lucano. Sembrano già lontane le polemiche che, nelle scorse settimane, hanno monopolizzato il dibattito locale alla luce di una registrazione audio diffusa sul web da anonimi detrattori che, evidentemente invano, speravano di gettare ombre sull’operato di Lucano. Dell’accusa, palesemente inconsistente, di voler pilotare alcuni appalti non rimane quasi traccia nella piazza che accoglie, davanti al municipio, le tantissime persone che non hanno trovato posto nella sala consiliare.

All’interno si susseguono gli interventi dei consiglieri comunali e degli esponenti del mondo politico, sindacale e dell’associazionismo arrivati nella Locride per dare sostegno al sindaco divenuto noto il tutto il mondo per il modello di accoglienza ai migranti che ha ridato vita a un borgo che, altrimenti, sembrava destinato a soccombere allo spopolamento e alla marginalità sociale. Ma ci sono, dentro e fuori dal municipio, soprattutto tanti ragazzi della rete calabrese dei movimenti della cosiddetta sinistra antagonista. Non sono serviti inviti ufficiali e telefonate di circostanza: per “Mimì” sono arrivati da Reggio e da Cosenza, da Cariati e dall’entroterra catanzarese, tanto da far diventare il sindaco di Riace una sorta di punto di riferimento involontario per un’eterogenea rete di movimenti abituati a muoversi politicamente al di fuori delle istituzioni. A Riace è invece successo ciò che in tanti, a sinistra, si sono limitati a teorizzare: un militante vero, cresciuto a pane e lotte sociali, che è riuscito a “diventare” istituzione rimanendo fuori dai giochi partitici e, soprattutto, realizzando un piccolo miracolo diventato ormai un simbolo anche oltre i confini nazionali.

Nell’affollatissima sala consiliare anche gli esponenti (almeno quelli presenti) dell’opposizione invitano Lucano ad andare avanti. Lo stesso fanno diversi esponenti di sindacati, partiti e associazioni. L’aula vibra quando a prendere la parola è Peppino Lavorato, storico sindaco comunista di Rosarno e indicato dallo stesso Lucano quale punto di riferimento inossidabile. E raccoglie applausi (ma anche qualche mugugno di disapprovazione) anche il presidente della Regione Mario Oliverio quando, come aveva fatto poco prima l’ex ministro Maria Carmela Lanzetta, indica Riace come modello di cui la Calabria deve essere orgogliosa.

Il sostegno arriva anche da diversi rappresentanti istituzionali dei Comuni vicini, così come da ex sindaci in prima fila accanto a Lucano come Ilario Ammendolia e Gianni Speranza. Quello che più di tutti riesce a rendere il senso della situazione creatasi attorno a Lucano negli ultimi tempi è, però, sicuramente il presidente del consiglio comunale di Gioiosa Jonica, Maurizio Zavaglia, che spiega candidamente che c’è tanta gente che non riesce a capire, anzi che «esce pazza» vedendo che c’è chi, come Lucano, fa politica senza pensare al proprio tornaconto personale.

Anzi, a volerla dire tutta a fronte di tanta notorietà mai cercata, in pochi sanno che Lucano ha sacrificato tutto, a partire dagli affetti più cari, per fare politica a modo suo, nella sua terra. È soprattutto per questo che, alla fine degli interventi, risulta quasi una formalità la votazione finale con cui il consiglio comunale, all’unanimità, conferma la fiducia al sindaco. Tanto che lo stesso Lucano ammette di sentirsi «quasi obbligato» ad andare avanti.