Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Dal blog Diritti e Frontiere ad ADIF: un progetto di ricerca e formazione, oltre la cronaca che scompare

La guerra ai migranti cancella il diritto all’informazione e si apre lo scontro interno

di Fulvio Vassallo Paleologo

Quando il blog è stato avviato, nel mese di dicembre del 2013, poche settimane dopo la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre, dopo la spettacolarizzazione del dolore sulle bare allineate nell’hangar dell’aeroporto, e dopo la strumentalizzazione dell’isola come palcoscenico dei governanti europei che si dichiaravano affranti per quanto era successo, si era all’inizio dell’operazione Mare Nostrum, ma anche della definizione del Processo di Khartoum, con il quale si voleva l’esternalizzazione dei controlli di frontiera, con accordi con i paesi di origine e di transito.

In quel periodo si continuavano a praticare detenzioni prolungate, neppure definite come trattenimenti amministrativi e del tutto privi di basi legali e di documentazione, come peraltro era già avvenuto a Lampedusa a partire dal 2004, e si eseguivano, immediatamente dopo gli sbarchi, respingimenti collettivi di persone provenienti da paesi, come l’Egitto e la Nigeria, che avevano già stipulato con l’Italia accordi di riammissione (riconsegna) forzata. Una prassi che ancora oggi si ripete uguale ad allora con voli periodici dagli aeroporti di Catania e Roma verso Il Cairo, in Egitto, e Lagos in Nigeria. 1
Alla fine del 2014 nuove intese maturate con l’Egitto e con la Turchia, con l’intervento determinante dell’Unione Europea, segnavano la fine delle rotte che da quei paesi, su navi più grandi, portavano in sicurezza verso l’Italia profughi provenienti dalla Siria, dall’Irak, dall’Afghanistan e da altri paesi dell’estremo oriente. 2

L’inizio del 2015 coincideva con la fine dell’operazione Mare Nostrum e l’avvio dell’operazione TRITON di Frontex, e con un aumento vertiginoso delle vittime in mare. Questa fase culminava con il naufragio del 18 aprile 2015, uno dei più grandi naufragi, tra quelli conosciuti in Mediterraneo.
Da quel momento il falso umanitarismo propagato dai vertici dell’Unione Europea si trasformava in vere e proprie scelte di sbarramento delle rotte marittime che i migranti potevano percorrere per mettersi in salvo da guerre sempre più rivolte contro i civili e da dittature militari legittimate dalle cd. democrazie occidentali. 3 4
Ad ogni tragedia dell’immigrazione, in mare, come in terra, dove si moriva anche sotto i camion o dentro i furgoni in corsa sulle strade d’Europa, si replicava soltanto con il solito richiamo al rinforzo delle misure per lottare contro l’immigrazione irregolare (se non definita apertamente come illegale) ed alla necessità di intese con i paesi di origine e transito per sconfiggere le organizzazioni dei trafficanti. A nessuno sembrava più interessare la sorte dei migranti intrappolati nei paesi di transito o ricacciati nei paesi di origine in mano a dittature militari o in preda a conflitti sempre più sanguinosi. 5
In realtà, con questi accordi di respingimento, si cercava soltanto di scambiare danaro contro persone che questi paesi riammettevano dopo il loro ingresso “irregolare”, l’unico possibile, in Europa. In quest’ottica il governo Renzi, attingendo a progetti già elaborati a Bruxelles, presentava il Migration Compact, che poi risultava l’unico documento su cui i paesi dell’Unione Europea trovavano un qualche accordo. 6 7

La risposta alla richiesta di corridoi di ingresso legale e protetto era l’Operazione militare Eunavfor Med, mentre i progetti di resettlement (dai paesi di transito come il Libano o la Giordania) o di relocation, restavano sulla carta o riguardavano solo qualche migliaio di persone. 8 9
Come effetto naturale di quello sbarramento si apriva la cd. Rotta Balcanica e fino al mese di ottobre del 2015 centinaia di migliaia di profughi in fuga potevano raggiungere i paesi del centro e del nordeuropa, in clima di generale allentamento dei controlli alle frontiere, soprattutto per la presenza di una grande quantità di persone, intere famiglie con donne e bambini, che riuscivano a passare dalla Turchia in Grecia e da lì a spostarsi a piedi verso settentrione. 10
Il clima era destinato a cambiare presto,sia per i successi elettorali dei partiti populisti o apertamente xenofobi, come in Norvegia, Austria ed Ungheria, che per l’incapacità dei governanti europei ad individuare una politica di equa distribuzione delle persone che arrivavano, rispettosa del principio di unità familiare e dei legami di comunità che si potevano ancora ricostituire. Gli attacchi terroristici che, a partire da ottobre del 2015, colpivano alcune grandi città europee segnavano il punto di svolta, ma il cambiamento di approccio era già maturato nei mesi precedenti. Venivano conclusi molti i portanti accordi internazionali, sia pure nella forma semplificata dei memoriali di intesa (MOU). Al punto che l’Unione Europea prevedeva anche riammissioni semplificate verso l’Afghanistan. 11
Alla fine del 2015 andava a regime, con qualche evidente falla, come a Porto Empedocle (Agrigento), il cd. Hotspot Approach, con una ulteriore militarizzazione dei controlli di frontiera e l’avvio di pratiche selettive basate sull’uso della forza per il rilevamento delle impronte digitali e l’identificazione delle persone.12

Nello stesso periodo si affermava la distinzione strumentale tra migranti economici (da respingere, magari nella clandestinità, se non in patria) e profughi o richiedenti asilo (da confinare nei centri di accoglienza e filtrare con procedure esasperanti). Già nei porti di sbarco, in particolare a Catania, se non a bordo delle navi, cominciavano gli interrogatori e la selezione tra potenziali richiedenti asilo, minori di età, soggetti vulnerabili, migranti “economici” (da respingere) e poi ancora, tra testimoni e scafisti. In molti casi si ricorreva ad interpreti inadeguati ed a “fogli notizia” che consentivano di travisare la effettiva volontà dei migranti e le motivazioni reali del viaggio. 13 14
Mentre si intensificavano i voli congiunti di rimpatrio affidati all’agenzia Frontex, anche verso paesi ad alto rischio per i migranti che venivano rimpatriati, come la Nigeria, l’Unione Europea preparava nuovi corpi di polizia nella prospettiva di una collaborazione sempre più stretta con le polizie dei paesi di origine e di transito. Nascevano così la Guardia Costiera europea e la Polizia europea delle Frontiere. Il Regolamento Frontex n.656 del 2014 veniva sostanzialmente eluso. 15 16

Le agenzie di polizia venivano rese sempre più autonome nella stipula di intese operative con le polizie dei paesi che non rispettavano i diritti della persona anche al di fuori degli accordi approvati dal Consiglio e dal Parlamento Europeo. Le operazioni di arresto, trattenimento e rimpatrio forzato dei migranti cd. irregolari venivano affidati in sostanza alla discrezionalità di polizia, in deroga alla riserva di legge ed alla riserva di giurisdizione, pilastri dello stato democratico e principi cardine della Costituzione italiana (artt. 3, 10 e 13) con una grave violazione del principio di parità di trattamento e di non discriminazione. 17
Non si riusciva a modificare neppure il Regolamento Dublino III, mentre la relocation promessa alla fine del 2015 restava un miraggio per la maggior parte delle persone migranti che in buona fede ci avevano creduto. Come risultato di questi fallimenti europei aumentava la pressione alle frontiere interne, soprattutto a Calais, con una situazione di contrasto militare che avrebbe poi giocato un ruolo determinante nella decisione della Gran Bretagna di uscire dall’Unione Europea (la cd. BREXIT, sulla quale adesso tutti sembrano frenare). 18

L’inizio del 2016 era segnato da numerosi tentativi per sbarrare la Rotta Balcanica, fino all’accordo tra Unione Europea e Turchia del 18 marzo, un accordo che non ha visto nessuno, ma che ha prodotto effetti devastanti, soprattutto in Grecia, ed ha permesso ad Erdogan di accentuare la repressione sul suo popolo, con particolare accanimento nei confronti dell’opposizione interna e dei curdi. Erdogan ricatta ancora l’Unione Europea sulla questione dell’abolizione dell’obbligo di visto per i cittadini turchi che vogliono fare ingresso nell’area Schengen. Se non gli è stato ritirato il passaporto dal governo. 19 20 21 22 23
Dopo quell’accordo, nei paesi confinanti ad est con l’Unione Europea, in particolare in Macedonia e Serbia, si è passati ad una fase che si può definire di vera e propria guerra ai migranti, con diversi episodi di controlli di frontiera che sono sconfinati in una vera e propria caccia all’uomo (ed al bambino). 24
L’ulteriore inasprimento dei controlli alle frontiere interne, e la totale assenza di possibilità legali di transito, neppure per i minori che avevano parenti già insediati in nordeuropa, oltre ad arricchire le organizzazioni dei trafficanti di terra, determinavano un aggravamento della crisi a Calais e l’esplosione di diverse situazioni di emergenza alla frontiere dell’Italia con la Francia (Ventimiglia), Svizzera (Chiasso) e Austria (Udine/Tarvisio). In questa stessa fase si diffondeva la criminalizzazione degli operatori umanitari impegnati in attività di assistenza volontaria e gratuita ai migranti. Sull’esempio di quanto avvenuto alla fine dell’estate 2015 in Grecia, cominciavano a fioccare denunce in Francia, in Italia ed in Svizzera. Anche se non era previsto dai codici, si inventava il delitto di solidarietà. 25 26 27 28 29

Nell’anno in corso l’Italia definiva nuove intese con i paesi inclusi nel Processo di Khartoum, i cd. MOU, Memoriali di intesa, di fatto sottratti a qualsiasi ratifica parlamentare, e cominciava ad eseguire vere e proprie deportazioni interne, come quelle da Ventimiglia a Taranto, e poi espulsioni con accompagnamento forzato verso paesi come il Sudan e l’Egitto. Paesi nei quali i diritti umani non venivano rispettati, dove il diritto di asilo non era riconosciuto, e dove qualunque oppositore politico, o esponente di una minoranza, poteva avere la certezza di finire in carcere sotto tortura o di essere persino vittima di una sparizione forzata. Esattamente come succedeva a Giulio Regeni, senza che la sua terribile sorte inducesse il governo italiano a sospendere definitivamente le espulsioni ed i respingimenti verso l’Egitto, con il quale su questo fronte andava avanti una totale collaborazione. 30
Da ultimo, sempre in nome del finto umanitarismo (ridurre le vittime degli scafisti) e di più solidi interessi commerciali e militari, si definivano nuove intese con la Guardia Costiera della Libia Occidentale, e si operava nella direzione di replicare con la Libia gli accordi conclusi a livello europeo con la Turchia. 31 32
Anche in questo caso il governo italiano faceva da battipista, con le ultime dichiarazioni del ministro Gentiloni, precedute da un avviso del viceministro all’interno Bubbico, secondo il quale gli accordi di riammissione previsti dal Processo di Khartoum e dal Migration Compact avrebbero dovuto riguardare anche il Sud Sudan, paese nel quale è in corso un genocidio, come tutti dovrebbero sapere. 33 34 35 36 37 38 39

Per effetto della chiusura delle frontiere a nord gli arrivi in Grecia ed in Italia, che comunque proseguivano con alti e bassi, ma con cifre complessive per l’Italia sostanzialmente stabili, se considerati su base annua (rispetto al 2014 ed al 2015), la situazione nei centri di accoglienza degenerava, sia per i numerosi casi di malagestione (appena sfiorati dal Processo Mafia Capitale), che per il clima di crescente odio all’interno ed all’esterno delle strutture, sempre più spesso teatro di proteste sedate dall’arrivo della polizia, con il consueto contorno di denunce ed arresti. 40
Il Cara di Mineo, seppure commissariato, restava nelle mani degli stessi gestori. Lampedusa tornava ad essere utilizzata come un isola prigione, anche per i minori. Decine di centri di accoglienza straordinaria sfuggivano al controllo delle prefetture e facevano parte di vere e proprie Holding dell’accoglienza circondate (e garantite) anche da ambienti della criminalità organizzata. 41 42 43
Neppure le critiche della Commissione d’inchiesta della Camera sui centri per stranieri (ad esempio) su Pozzallo (Ragusa) e Lampedusa, riuscivano a restituire legalità alla gestione dei centri. 44 45 46 47
Stessa sorte per la Commissione Diritti umani del senato, che a febbraio del 2015 adottava un rapporto assai critico sul Centro di Contrada Imbriacola a Lampedusa. Ma la situazione nell’isola, alla fine dell’estate, è tornata ad aggravarsi come negli anni precedenti. 48 49 50
Una situazione, quella del sistema di accoglienza in Italia, che oggi appare decisamente fuori controllo, con un tasso crescente di abbandoni da parte dei soggetti più vulnerabili come le potenziali vittime di tratta ed i minori non accompagnati. Anche la situazione nei porti viene ormai affrontata con modalità da ordine pubblico (come già a bordo delle navi militari), si istituiscono vere e proprie zone rosse (come nel porto di Catania) e si mettono sotto pressione gli operatori umanitari.51

In questi ultimi anni il diritto all’informazione è venuto meno. In Italia, più che in altri paesi.

Dopo i mesi successivi alla strage di Lampedusa, quando tutti i media rilanciavano le immagini della strage e l’umanitarismo di stato, si è assistito ad un progressivo appiattimento dei canali ufficiali di informazione sulle posizioni delle autorità. 52 Anche a livello europeo si è adottata una strategia comunicativa che prevede un “confenzionamento” standard delle notizie che riguardano gli sbarchi, nei quali deve sempre essere dato rilievo dominante al numero degli arresti degli scafisti, e dunque all’efficacia dell’azione di contrasto, rispetto alla sorte delle vittime ed alle tante tragedie umane che si portano dentro i migranti. 53 54 55
Da ultimo, persino eventi come il terrorismo o gravi calamità naturali hanno permesso di rilanciare l’immagine dei migranti come un peso per l’intera società, se non come un pericolo o un nemico interno. Si è riusciti a nascondere all’opinione pubblica italiana l’assalto subito da una nave umanitaria di MSF, poche settimane fa, da parte di una motovedetta della Guardia Costiera libica, che apparteneva proprio alle forze che si riconoscono nel governo Serraj che l’Italia sostiene in tutte le sedi. E con il quale sono in vista nuovi accordi sulla pelle dei migranti. 56

Il blog “Diritti e frontiere” nasceva in un periodo nel quale i mezzi di informazione italiani davano maggiore rilievo alle notizie che riguardavano i migranti, e nel quale sarebbero state possibili, tanto a livello nazionale che in sede europea, altre scelte politiche per l’accoglienza e l’inclusione dei migranti, per la soluzione politica dei conflitti da cui fuggivano, per una diversa linea economica verso i paesi dai quali erano costretti a partire o nei quali transitavano. Ma l’Unione Europea ha scelto per la “sicurezza”, una sicurezza che non garantisce nessuno, per la “difesa dei confini”, non delle persone, di fatto il suicidio morale e politico dell’esperienza europea. 57

In due anni l’Unione Europea, proprio a partire dal Processo di Khartoum proposto dal governo Renzi nel 2014, nel corso del semestre di presidenza dell’Unione, ha bruciato tutte le possibilità per operare nella direzione della coesione sociale, come peraltro ha fallito nella stessa direzione anche con riguardo ai propri cittadini, ed ha imboccato il percorso terribile della guerra ai migranti e della inferiorizzazione delle persone che venivano utilizzate come “capro espiatorio” per tutti i fallimenti del sistema economico neo-liberista.
I migranti sono diventati la ragione della nostra insicurezza e della caduta delle nostre prospettive di “benessere”. Le notizie trasmesse dai media, nella maggior parte, quelle che potevano raggiungere gli strati più ampi della popolazione, hanno replicato all’infinito una visione negativa delle migrazioni, fonte di paura ed insicurezza. I fallimenti dei governi e della stessa Unione Europea sono stati scaricati sulle persone, su chi soffriva la crisi economica.Gli sbarramenti di frontiera sono diventati ostacolo non solo alla circolazione delle persone ma anche delle notizie. Sulla stampa italiana non ci sono più notizie ma informazioni passate dalle autorità, con scarni commenti che si ormai ripetono sempre uguali da un’agenzia ad un’altra.

Non abbiamo più una trama da ricostruire attraverso le notizie che vengono immesse in circolazione in Italia. Per capire quello che succede ai confini della “Fortezza Europa” occorre andare a cercare le notizie ben lontano. Quando filtrano i muri della censura.
Dobbiamo rimetterci in cammino, scendere in strada e testimoniare di persona quello che succede, andare incontro ai migranti, ascoltare le loro storie, dando loro voce, interporci anche fisicamente, preparare difese legali, monitorare porti e centri di accoglienza, ma soprattutto dobbiamo produrre progetto sociale, ricerca e formazione. Scuole, Università, luoghi di lavoro, sedi di enti locali, tutti possono essere luoghi di aggregazione.

Il sito di ADIF (Associazione Diritti e Frontiere) continuerà ad operare in questa direzione.

http://www.a-dif.org/author/fulvio/

  1. http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2014/01/adesso-dove-potranno-andare-i-siriani.html
  2. http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2014/12/i-mille-profughi-della-blue-sky-m.html
  3. http://www.a-dif.org/2016/08/22/profughi-piu-muri-piu-morti-piu-trafficanti-meno-diritti/
  4. http://www.a-dif.org/2016/07/31/leuropa-perde-la-testa/
  5. http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2016/06/eu-risks-fuelling-horrific-abuse-of.html
  6. http://statewatch.org/news/2016/apr/eu-refugee-italian-non-papermigration-compact.pdf
  7. http://statewatch.org/news/2016/may/eu-migration-docs.html
  8. http://ec.europa.eu/dgs/home-affairs/what-we-do/policies/european-agenda-migration/background-information/docs/20160615/factsheet_relocation_and_resettlement_-_state_of_play_en.pdf
  9. https://www.washingtonpost.com/world/europe/central-european-countries-resist-new-eu-refugee-quota-proposal/2016/05/04/5be5a32c-120e-11e6-a9b5-bf703a5a7191_story.html?tid=a_inl
  10. http://frontex.europa.eu/trends-and-routes/western-balkan-route/
  11. http://statewatch.org/news/2016/mar/eu-council-afghanistan-6738-16.pdf
  12. http://www.meltingpot.org/Hotspot-Le-Procedure-Operative-Standard-SOP.html#.V8q7bTV_f3g
  13. http://www.a-dif.org/2015/11/10/le-parole-del-papa-possono-intaccare-la-fortezza-europa/
  14. http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2015/12/a-palermo-vince-ancora-la.html
  15. http://www.statewatch.org/analyses/no-237-maritime-surveillance.pdf
  16. http://statewatch.org/news/2016/jun/eu-border-coast-guard-text.htm
  17. http://frontex.europa.eu/assets/Publications/General/Guide_for_Joint_Return_Operations_by_Air_coordinated_by_Frontex.pdf
  18. https://passeursdhospitalites.wordpress.com/2016/09/02/les-xenophobes-sifflent-le-ministre-accourt-et-ment/
  19. http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2016/03/accordo-tra-unione-europea-e-turchia-in.html
  20. http://www.ekathimerini.com/211659/article/ekathimerini/news/turkish-eu-minister-says-no-deal-on-migrants-without-visa-free-travel
  21. http://www.middleeasteye.net/in-depth/features/refugees-become-army-homeless-greeces-streets-751839973
  22. http://greece.greekreporter.com/2016/09/02/spike-in-migrants-attempting-to-cross-greece-fyrom-border/

  23. http://www.dw.com/en/merkel-renzi-more-migrant-repatriations-needed/a-19517086
  24. http://www.telegraph.co.uk/news/2016/08/24/afghan-migrant-shot-dead-by-hunting-party-in-serbian-woods/
  25. http://www.tio.ch/News/Ticino/Attualita/1103724/Passatori-del-cuore–Intento-onorevole-alla-luce-delle-tradizioni-svizzere-/
  26. http://www.internazionale.it/reportage/annalisa-camilli/2016/09/01/svizzera-respingimenti-como-migranti

  27. http://www.a-dif.org/2016/06/15/solidarieta-a-ospiti-in-arrivo-arrestateci-tutti/
  28. http://www.a-dif.org/2016/08/30/raccolta-fondi-a-favore-dei-volontari-indagati-di-ospiti-in-arrivo/
  29. https://psmag.com/the-hidden-costs-of-volunteering-in-greece-7fe7248b15e4?gi=6f6a04416caa

  30. http://www.huffingtonpost.it/luigi-manconi/ma-la-politica-estera-italiana-la-fa-ancora-il-governo-italiano_b_11814946.html
  31. http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2016/04/naufragio-dopo-naufragio-vince-la.html

  32. http://www.a-dif.org/2016/09/01/li-rivedremo-mai-deportazioni-invisibili-con-bollo-ue/
  33. http://www.agi.it/international/2016/09/02/news/italy_and_libya_to_cooperate_to_control_migrant_flows-1049031/
  34. http://www.ansamed.info/ansamed/en/news/sections/politics/2016/09/02/italy-and-libya-agree-on-joint-operations-room_b92342d4-af86-48c5-b454-c0892d5621f2.html
  35. http://www.ansa.it/english/news/2016/09/02/italy-has-asked-libya-to-help-on-migrants-gentiloni-2_eea59993-f614-4aa5-9222-d77c938630eb.html
  36. https://www.libyangazette.net/2016/09/02/eu-may-supply-libya-with-ships-to-assist-with-border-patrol/
  37. http://www.ansamed.info/ansamed/en/news/sections/politics/2016/09/02/italy-and-libya-agree-on-joint-operations-room_b92342d4-af86-48c5-b454-c0892d5621f2.html
  38. http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2016/09/la-guardia-costiera-libica-tra-soccorsi.html?m=1

  39. http://www.nbcnews.com/news/world/south-sudan-troops-raped-beat-foreigners-u-n-force-ignored-n630876
  40. http://www.meltingpot.org/Asilo-Precario-un-rapporto-di-MEDU-sui-CAS-ragusani.html#.V8piAzV_f3g
  41. http://catania.meridionews.it/articolo/44752/cara-mineo-indagati-direttore-maccarrone-e-vertici-sisifo-ogni-giorno-35-euro-per-ospiti-che-non-cerano-piu/
  42. http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/07/08/news/mineo_la_commissione_parlamentare_il_cara_va_chiuso_-143704847/
  43. http://www.federicogelli.it/migranti-nessun-hotspot-al-cara-di-mineo/
  44. http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2015/12/msf-esce-dal-cpsa-di-pozzallo-adesso.html
  45. http://webtv.camera.it/evento/8876
  46. http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/documentiparlamentari/IndiceETesti/022bis/006/INTERO.pdf
  47. http://www.a-dif.org/2016/03/04/passato-e-futuro-di-una-commissione-dinchiesta/
  48. http://www.asylumineurope.org/sites/default/files/resources/senato_cie_report_2016.pdf
  49. http://siciliamigranti.blogspot.it/2016/09/chi-muore-chi-arriva-e-chi-rimane.html
  50. http://www.radiopopolare.it/2016/09/lampedusa-migranti-sindaco-nicolini/
  51. http://siciliamigranti.blogspot.it/2016/09/la-guerra-ai-migranti-lo-sbarco-di.html
  52. http://www.a-dif.org/2016/09/03/aylan-e-la-memoria-breve/

  53. http://www.quotidianodiragusa.it/2016/07/28/cronaca/ragusa-221-migranti-arrivati-a-pozzallo-fermati-5-egiziani/25776

  54. http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=54828#.V8n5xnRyxAg

  55. https://www.washingtonpost.com/world/europe/the-number-of-europe-bound-migrants-falls-but-death-toll-rises/2016/09/02/7a957b8e-6ef3-11e6-993f-73c693a89820_story.html

  56. http://dirittiefrontiere.blogspot.it/2016/09/la-guardia-costiera-libica-tra-soccorsi.html
  57. http://www.a-dif.org/2016/08/26/la-fine-di-un-sogno-da-ventotene-a-khartoum/