Gradisca. Il Cpt di Gradisca non chiuderà i battenti. Sarà riveduto e corretto, privato delle sbarre e finalmente aperto ai giornalisti, ma rientrerà molto probabilmente fra i 5-6 centri di permanenza temporanea che il governo Prodi si accinge a «salvare», pur revisionandone le funzioni, nell’ambito della riforma Ferrero-Amato.
Il decreto legge con cui i ministri della Solidarietà sociale e dell’Interno si accingono a riformare in maniera massiccia la legge sull’immigrazione Bossi-Fini sarà presentato a Palazzo Chigi entro una decina di giorni. Fra le questioni più spinose, quella riguardante i 14 Cpt della Penisola: strutture a lungo pesantemente criticate per il loro isolamento dal mondo esterno e, in molti casi, per il trattamento coercitivo riservato ai clandestini. Ora saranno più che dimezzate ma dovrebbe sopravvivere la funzionalità del centro di Gradisca, anche se con modalità diverse dalle attuali. Il governo Prodi vuole dare un significativo colpo di spugna alla filosofia della temporanea permanenza, anche se di qui a dire che la struttura isontina chiuderà i battenti ce ne corre. Anzi, il Cpt della statale 305, aperto un anno fa, era stato fra i pochi a venire sostanzialmente promosso dalla Commissione ministeriale de Mistura, sia per la funzionalità derivante dal fatto di essere una struttura di ultima generazione che per la professionalità e l’umanità dimostrate dagli operatori. Unica obiezione era stata l’eccessiva presenza di sbarre e grate che rende l’ex caserma Polonio troppo simile a un carcere. Da qui, verosimilmente, partiranno i provvedimenti del ddl Ferrero-Amato nei confronti della struttura gradiscana.
Il piano di progressiva chiusura o, meglio, la drastica riduzione dei Cpt partirà dal Sud del Paese e più precisamente dai cpt di Ragusa e Crotone. Ad ammettere un «compromesso» con Amato sul destino dei Cpt era stato stato lo stesso ministro Ferrero, da sempre favorevole alla loro totale chiusura: «Se la legge funzionerà – ha assicurato – si potrebbe arrivare davvero a un azzeramento dei Cpt». La bozza di ddl, ha ribadito il ministro, prevede «il ridimensionamento, la modifica del funzionamento ma non la chiusura dei Cpt. Ma così come erano concepiti non ci saranno più: non saranno più invisibili, e finalmente potranno essere aperti alla stampa, agli enti locali e a chi vorrà visitarli. Sinora – ha continuato Ferrero – si era andati verso l’allargamento, verso nuove costruzioni, ora invece il sistema si dovrà restringere. E ci sarà una riduzione significativa già nell’immediato».
Si partirà con Crotone, centro polifunzionale con funzioni di Cpt (129 posti), centro di accoglienza (678) e centro di identificazione per richiedenti asilo (300). E da Ragusa, Cpt femminile con 60 posti. A Gradisca, a fronte di una capienza massima di 248 persone, in dodici mesi non è mai stata superata la soglia delle 60 unità.
l.m.
da Il Piccolo di Trieste del 15 marzo 2007
La nuova legge non cancella il Cpt
Attesa per la «Ferrero-Amato»: probabili modifiche interne alla struttura
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