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da Il Corriere della Sera del 21 aprile

La protesta degli stranieri: sportelli al collasso, attese di sei mesi di Michele Focarete

Milano – Tempi lunghi. Lunghissimi. Per rinnovare il permesso di soggiorno si aspetta mediamente sei mesi. Dopo averne attesi almeno tre per fare accettare la pratica. Con la maggior parte dei soggiorni ottenuti dalla sanatoria in scadenza, che si aggiungono ai tanti normali rinnovi. Una sorta di collasso che coinvolge commissariati di polizia e l’Ufficio immigrazione della questura. Un calvario per migliaia di extracomunitari per i quali si prospetta un’altra estate senza poter uscire dall’Italia. Ma anche il rischio di ricadere nel lavoro nero.

Proprio su questo tema, il presidente della Commissione bicamerale Shengen-Immigrazione, l’onorevole Alberto di Luca, aveva lanciato una proposta: «Si potrebbe pensare – aveva detto durante una visita in prefettura la scorsa settimana – di delegare al Comune l’incarico dei rinnovi dei permessi di soggiorno. Si sgraverebbe del 50 per cento il lavoro della polizia, potendo così utilizzare almeno un centinaio di agenti per la sicurezza dei cittadini».
Un’idea, tra l’altro, già abbozzata dal questore Paolo Scarpis, quando, nello scorso luglio, si era insediato in via Fatebenefratelli. E che aveva messo d’accordo sindacalisti e esponenti di partito. Tra l’altro, proprio su questo concetto, si esprimeranno i Ds nell’incontro che si terrà venerdì al circolo della Stampa dal titolo: «Milano immigrazione, le giuste proposte per una buona convivenza». «In quella occasione – sottolinea Gabriele Messina, che introdurrà i lavori – lanceremo l’ipotesi di un assessorato provinciale che deve coordinare il lavoro dei Comuni e cogliere ogni problematica in tema stranieri, svolgendo politiche di accoglienza, anche per incentivare la loro partecipazione».

«E sul tema assessorato – sottolinea Pierfrancesco Majorino, segretario cittadino della Quercia – c’è stata anche una riflessione in Forza Italia. Ormai bisogna affrontare il problema immigrati con coraggio, come risorsa positiva e non solo per i fatti legati alla sicurezza».
Per Ainom Maricos, ex consigliere comunale ora portavoce dell’associazione «Cittadini dal mondo», quello del rinnovo dei permessi di soggiorno «ha assunto toni drammatici». «Siamo al paradosso – dice – che quando un permesso di soggiorno è pronto, in pratica è già scaduto. Ormai è un meccanismo ingestibile. Ci sono persone che si recano di notte davanti agli uffici preposti e restano in coda ore e ore, spesso per non essere neppure ricevuti. La verità è che a Milano ci sono 180 mila extracomunitari in ostaggio di una legge da cambiare. La polizia, del resto, fa quello che può con le poche risorse. Bisognerebbe dare più respiro alla durata del permesso».
Sul fronte questura vige il «no comment». L’ordine è arrivato da Roma. Nessuno può parlare dell’argomento.

Anche se la situazione è ben nota: lo stesso personale di sempre con il triplo del lavoro, confermata l’attesa di sei mesi di media per un rinnovo di permesso di soggiorno con l’augurio che qualcosa cambi. Visto anche l’interessamento dell’onorevole forzista Alberto di Luca con promessa di riferire a chi di dovere. «Per lo straniero che deve ritornare al suo Paese – fanno comunque sapere da via Fatebenefratelli – mettiamo in pratica la procedura di urgenza, rinnovando in pochi giorni il permesso di soggiorno. Lo abbiamo sempre fatto, nonostante la mole di lavoro quotidiana».

1 ) Calcolando anche gli stranieri regolarizzati con l’ultima sanatoria, gli immigrati a Milano hanno toccato quota
180 mila;

2) Con l’ultima sanatoria, a Milano sono stati regolarizzati 87 mila immigrati. Le domande vennero presentate nell’estate 2002;

3) Dopo la richiesta di sanatoria, 575 cittadini stranieri sono stati espulsi perché avevano commesso
in passato gravi reati;

4) Per rinnovare il permesso di soggiorno si aspettano mediamente 6 mesi, dopo i 3 per fare accettare la pratica.