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Una breve analisi del rapporto di Amnesty International 2020 - 2021 sull’Italia

Il rapporto di Amnesty International 2020-2021 1 offre un quadro della situazione italiana impietoso. Nonostante i tanti tentativi di descrivere un modello Italia come modello positivo, il rapporto lancia lunghe ombre su quanto accaduto durante il lockdown dalle nostre parti.

Le autorità hanno assunto decisioni che hanno aumentato il rischio di contagio da Covid-19 per gli anziani nelle case di riposo, causando decessi che avrebbero potuto essere evitati. L’accesso di rifugiati e migranti al territorio italiano è stato ridotto e i loro diritti sono stati limitati durante il lockdown. È proseguita la cooperazione con le autorità libiche sulla migrazione. Le Ong di soccorso hanno continuato a essere criminalizzate. Si sono verificati numerosi decessi in custodia e segnalazioni di tortura. Le persone indigenti e senza dimora hanno affrontato il lockdown in una condizione di alloggi inadeguati. I casi di violenza domestica sono aumentati durante il lockdown”.

Questo è in sintesi quanto accaduto in Italia nel 2020. Decisioni che hanno aumentato il rischio di contagio da Covid -19 per gli anziani nelle case di riposo, decessi che si sarebbero potuti evitare, limitazione dei diritti dei migranti, collaborazione con le autorità libiche per bloccare gli accessi, criminalizzazione delle ONG, numerose segnalazioni di torture, persone indigenti e senza dimora abbandonate, aumento dei casi di violenza domestica.

Si tratta appunto di un quadro molto chiaro e non esaltante che deve invitare a riflettere su come sia stata realmente affrontata l’emergenza pandemica nel nostro Paese soprattutto da un punto di vista sociale.

Alla fine del 2020 oltre 74.154 sono risultate morte per Covid-19 ma con il 2021 è stata superata la soglia del 100 mila decessi da Covid. Sicuramente è possibile notare differenze territoriali da questo punto di vista ed è innegabile che alcune zone sono risultata maggiormente colpite rispetto ad altre. Ma, in generale è l’intero sistema sanitario nazionale ad essere andato in tilt rispetto alla pandemia. Tralasciando quanto accaduto nello specifico nelle case di riposto che pure è allucinante e meriterebbe un approfondimento a parte, in questa sede si vuole sottolineare quanto accaduto sul fronte migratorio.

a) Porti chiusi e navi quarantena

Sul fronte immigrazione e politiche migratorie la risposta politica al problema Covid-19 è stata la chiusura dei porti. Il 7 aprile, l’Italia ha chiuso i porti agli sbarchi e ha dichiarato che, a causa della pandemia, il paese non era un luogo sicuro per i soccorsi effettuati da navi battenti bandiera straniera, al di fuori della sua regione di ricerca e soccorso. Una misura fortemente penalizzante soprattutto per le ONG che operavano nel Mediterraneo e che hanno dovuto mantenere le loro imbarcazioni in mare per molti giorni senza istruzioni precise. Quando finalmente il trasferimento dei migranti a bordo delle navi delle ONG è stato autorizzato, le persone soccorse sono state poste in quarantena su grandi navi, generalmente per due settimane, prima di essere trasferite a terra. Rispetto a questa pratica sono state sollevate numerose contestazione da parte di associazioni e avvocati che operano soprattutto in Sicilia e che hanno avuto modo di denunciare come l’utilizzo di navi quarantena sia stato e sia ancora oggi un abominio 2.

b) Criminalizzazione delle ONG

Sul fronte delle ONG, il rapporto di Amnesty evidenzia l’intervento della Corte di Cassazione sull’illegittimità dei Carola Rakete, il provvedimento del Tribunale di Ragusa che ha respinto le accuse di traffico di esseri umani mosse nei confronti dell’equipaggio della nave dell’Ong Proactiva Open Arms in relazione ad un salvataggio del 2018. Allo stesso tempo si fa rilevare come il legislatore sia intervenuto con le modifiche ai decreti sicurezza eliminando il divieto di entrare nelle acque territoriali per le navi di soccorso e le pesanti sanzioni amministrative associate, ma introducendo per le stesse violazioni le sanzioni penali che possono arrivare alla reclusione fino a due anni.

c) Il fronte libico

Sul versante libico si è continuata la collaborazione con le autorità libiche volta a bloccare i flussi migratori diretti in Italia. Oltre 11.265 persone sono state intercettate dalle “autorità libiche” e sono stare riportate appunto in Libia dove rifugiati e migranti hanno continuato a subire torture e altri abusi sistematici 3.
Nonostante la richiesta del Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa di sospendere le attività di cooperazione con la Libia che si traducevano, direttamente o indirettamente, nel rientro in Libia di persone intercettate in mare, l’Italia ha deciso di prorogare per altri 3 anni il memorandum del 2017 rinnovando così la collaborazione con le autorità libiche in materia di contrasto all’immigrazione 4.

d) Diritto alla vita

Nel 2020 si sono registrati purtroppo numerosi decessi di persone in custodia nelle carceri e nei centri di rimpatrio, in un contesto di maggiore isolamento dei detenuti dalla società e di riduzione dei servizi, compresa l’assistenza sanitaria psicologica, a causa della pandemia da Covid-19.

e) Diritto all’alloggio e diritti delle donne

Durante il lockdown molti senza dimora in tutto il paese non hanno potuto accedere ad alloggi sicuri e hanno avuto difficoltà a trovare cibo e assistenza a causa della chiusura di cucine pubbliche e dormitori, in cui erano stati registrati casi di Covid-19.
Allo stesso tempo, nelle mura domestiche sono aumentante le violenza perpetrate ai danni delle donne. I dati ufficiali hanno registrato oltre 23.000 chiamate al numero nazionale per l’assistenza, che nel 2019 ne aveva ricevute circa 13.400.

Il quadro sintetico che si è prospettato partendo dal lavoro effettuato da Amnesty International sul nostro Paese, mostra una situazione devastante non solo dal punto di vista sanitario ed economico. Ad emergere con forza sono infatti le debolezze di un intero sistema sociale che si è mostrato incapace di assicurare e tutelare i diritti fondamentali delle persone nella fase di crisi sanitaria affrontata. Ma, si tratta di una situazione non passeggera in quanto i semi di quello che si è prodotto durante il lockdown e nei mesi successivi erano già stati buttati da tempo.

  1. https://www.amnesty.it/rapporti-annuali/rapporto-2020-2021/italia
  2. https://www.meltingpot.org/Diritti-in-rotta-L-esperimento-delle-navi-quarantena-le.html
  3. https://www.meltingpot.org/Rapporto-Amnesty-Tra-la-vita-e-la-morte-abusi-e-torture-nei.html
  4. https://www.meltingpot.org/Emergency-sul-rinnovo-del-memorandum-con-la-Libia.html

Avv. Arturo Raffaele Covella

Foro di Potenza.
Sono impegnato da anni nell’ambito della tematica del diritto dell’immigrazione, con particolare attenzione alla protezione internazionale e alla tutela dei lavoratori stranieri. Collaboro con diverse associazioni locali che si occupano di migrazioni. Scrivo per diverse riviste.