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Lampedusa – L’accoglienza parte dal basso

Lo sforzo degli isolani per garantire dignità ai migranti abbandonati dal governo e dalle autorità locali

Chiara tutti i pomeriggi insegna italiano ai gruppi di tunisini che si alternano giorno dopo giorno nella sede dell’Askawusa, nella piazzetta dell’ufficio postale di Lampedusa. Insegna italiano e dà informazioni utili nelle giornate di permanenza nell’isola. Una trentina di pasti a mezzogiorno e altrettanti alla sera, certo insufficienti per le 5000 persone arrivate in questi giorni. Ma intanto il passaparola funziona. E anche la rete di autorganizzazione dei lampedusani.

Un negozio di abbigliamento chiuso diventa centro di distibuzione di abiti per garantire il cambio alle persone in arrivo. Allo stesso modo viene allestito il piazzale davanti alla chiesa. La parola d’ordine in questi giorni è autogestione.

Lo è per l’acqua e per le docce, per il cibo e per le informazoni. Per l’arrivo dei soldi all’ufficio postale. La banca di Lampedusa non garantisce più il cambio della valuta, i soldi vengono spediti dalla Tunisia. Qualcuno deve ritirarli. Lo è per l’abbigliamento, per le coperte, per le pulizie. La popolazione dell’isola è raddoppiata. Così anche i rifiuti. Tutto è lasciato alla iniziativa spontanea e collettiva. Così la signora Maria scende con piatti di uova strapazzate per chi è impegnato nella pulizia della piazzetta. In pochi minuti arrivano altre scope e palette, sacchi dell’immondizia e altri volontari.

Annalisa dice che comincia a scarseggiare l’acqua potabile. Riempire una cisterna costa 30 euro. Garantire l’acqua per tutti è complicato e dispendioso. Organizzarsi di fronte alla totale assenza delle istituzioni nazionali e locali è l’unica via d’uscita, ma certo non è nè sufficiente nè può durare all’infinito.

Traduzioni dall’arabo all’italiano e viceversa. Per capire cosa sta succedendo. Dove dormire. La notte fa freddo. Accampamenti di fortuna tra i molti e la montagna attorno a fuoghi improvvisati. E’ emergenza umanitaria. Il monitoraggio permanente giorno dopo giorno e notte dopo notte. Mancano le risposte, gli interrogativi, invece, in italiano, arabo e francese restano numerosi e pesano come macigni.