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Lampedusa – Rimpatri collettivi fuori legge

Dopo l'accordo ed il decreto per la protezione temporanea iniziano i rimpatri collettivi illegittimi: questa è l'ospitalità di cui parlavano?

Non ci sono vittoria o sconfitta, ma un quotidiano braccio di ferro tra le pressioni dei migranti al confine, quelle dei movimenti, e le necessità di govenrance del Governo.

Mentre cade a pessi il pacchetto sicurezza sotto i colpi della Consulta e dei ricorsi legali dell’e Associazioni (Razzismo Stop – Melting Pot), della normativa europea (direttiva 115/CE), delle decisioni della cassazione (abolitio criminis reato art 6, comma 3, per irregolari), il Governo è impegnato ad uscire dal pasticcio che da Lamepdusa a Manduria, fino ventimiglia, ha trasformato l’Italia in una enorme enclave.

I francesi non ci stanno e la frontiera, superata in mare, si ripropone ai migranti nel tentativo di ricercare fortuna Oltralpe.

Intanto Berlusconi ha firmato il decreto che istituisce la protezione temporanea ai sensi dell’art 21 del TU escludendo però, senza alcuna base giuridica, chi, pur proveniendo dal Nordafrica, i migranti approdati sulle nostre coste dopo il 5 aprile 2011.

L’operazione è tesa a legittimare i rimpatri collettivi in corso a Lampedusa

Ieri il primo volo con circa 30 deportazioni, oggi si annuncia il rimpatrio degli altri 72 chiusi all’interno del centro di Contrada Imbriacola che nella notte hanno dato vita ad un rivolta repressa dall’imponente schieramento di Forze di Polizia ancora presente sull’isola.

Le autorità parlano di rimpatri effettuati sulla base di pregressi precedenti penali ma tale informazione non risulterebbe confermata da alcun controllo.

I 72 invece trattenuti nel centro sarebbero sbarcati a Lampedusa nella notte del 4 aprile e quindi dovrebbero rientrare tra i beneficiari di protezione temporanea così come previsto dal decreto.

In atto c’è una violazione delle norme nazionali ed internazionali che già più volte ha portato l’Italia ad essere richiamata. Rimpatri collettivi, sulla base della nzaionlità, senza alcuna garanzia di difesa e prevista dalle norme sulla protezione internazionale.