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Lampedusa – Sbarcano in 600. Facile accogliere 50mila libici quando hai solo 20mila tunisini. Ma se arrivassero davvero?

Gheddafi lancia la sfida. Serve un corridoio umanitario invece Italia e Francia organizzano i respingimenti

Nessuna convergenza sulla validità in area Schengen per il permesso di soggiorno umanitario che il Governo rilascerà ai tunisini sbarcati tra il primo gennaio ed il 5 aprile, mentre Italia e Francia si accordano invece per il pattugliamento congiunto della costa tunisina.

A poche decine di Km intanto si intensifica la rotta tra la Libia ed il Canale di Sicilia.

A Lampedusa è approdata per la prima volta una vera e propria nave con a bordo circa 600 persone, tutte provenienti, così sembra, dal Corno D’Africa, ma partiti dalla Libia dove probabilmente erano statiincarcerati dalla Polizia di Gheddafi.

Il Governo italiano, impegnato in queste settimane a a rincorrere l’esplosiva questione “tunisini”, ha utilizzato i volti e le sotire di questi ragazzi, donne, vecchi, bambini, per separare i migranti buoni, degni di ospitalità, dai ragazzotti cattivi lasciati marcire per oltre un mese l’isola di Lampedusa. Ma nessuno ha organizzato la loro fuga, nessuno ha mai provato a costruire le condizioni perché queste centinaia di uomini e donne possano fuggire senza rischiare la vita in mare dal teatro di guerra libico.

Nello stesso tempo, l’Italia ospitale, quella che prima voleva cacciare i clandestini senza indugi ed oggi si è vista costretta a dare loro un permesso di soggiorno, con annessa retorica dell’accoglienza e dell’umanitarismo, sta riorganizzando il controllo della frontiera Sud.

In particolare attraverso l’accordo con il Governo tunisino, il Ministro dell’Interno Maroni ha stipulato un nuovo piano per il rimpatrio ed il pattugliamento della costa in acque tunisine.

Centinaia di migliaia di somali, eritrei etiopi, potenziali beneficiari della protezione internazionale e sicuramente in pericolo in Libia, stanno affluendo in questi giorni nei campi profughi allestiti dalla Tunisia sul confine con la Tripolitania. Anche lor saranno respinti? Anche il loro rubinetto sarà chiuso?

Il dovere di accogliere i profughi è stato riconosciuto da tutti, 50.000 posti sono pronti, così ci dicono, in tutte le regioni, ma allo stesso tempo tutti si trovano daccordo sulal necessità di bloccare l”esodo di massa”. Facile essere accoglienti quando dei 50.000 rifugiati non c’era neppure l’ombra. Ed ora?

Migliaia di persone respinte in questi anni, migliaia di morti, migliaia di rimpatri collettivi fuori legge, migliaia di rifugiati che da anni reclamano accoglienza e dignità anche una volta riconosciuti come tali nel nostro Paese.
Nessuna risposta per loro. Ed ora, ancora una volta utilizzando l’emergenza come terreno su cui giocare la destrutturazione dei diritti e delle garanzie, ci ritroviamo con centinaia di corpi galleggianti, nessun corridoio umanitario, pattugliamenti congiunti, garanzie di difesa annullate, accoglienza fai da te.

I profughi vanno accolti ma il flusso va fermato…e forse qualcuno spera che sia ancora una volta il mare a farlo.