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Il video ripreso dagli attivisti della campagna Welcome e pubblicato da Melting Pot e Global Project

Lampedusa – “Vi ammazziamo come cani se aprite quei cartelli”. Le minacce organizzate per la visita di Berlusconi

dal Presidio a Lampedusa della campagna Welcome

In tutto duecento persone, cinquanta fotografi, cinquanta agenti e un manipolo di personaggi “noti” che ha organizzato il “servizio d’ordine” per la visita del premier. Tutto doveva filare liscio. Le intimidazioni sono cominciate con l’arrivo degli attivisti di Askavusa che in queste settimane non hanno mai mollato la loro quotidiana azione di solidarietà e di protesta. Cartelli e strisicioni pro-Berlusconi tappezzavano dalle prime ore dell’alba le pareti del centro, tutti scritti con la stessa grafia, tutti dalla stessa penna…
“Berlusconi è venuto a salvarci il culo! Se tirate fuori i cartelli, vi ammazziamo come cani oggi”. La claque organizzata per mettere in scena la vittoria del premier non ha usato mezzi termini. Il messaggio era chiaro e non si trattava del confronto tra manifestanti e forze dell’ordine ma di un ben più intrigato pezzo di quel meccanismo clientelare che ben conosciamo.

Applausi organizzati, cartelli che reclamavano il Nobel per la Pace per l’isola di Lampedusa, invito prontamente raccolto dal premier con una astuzia senza pari, mentre migliaia di lampedusani disertavano il palcoscenico su cui, per l’ennesima volta, andava in scena l’utilizzo di Lampedusa, prima come isola carcere, poi come occasione di consenso.

Questa vicenda che abbiamo visto e ripreso con i nostri occhi, subendo a nostra volta le minacce, ha dei contorni oscuri anche se i volti dei protagonisti sono noti nel circuito dei favori e dei clienteralismi che anche sul dramma dell’isola trovano il momento di riaffermarsi.