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da Il Quotidiano italiano del 13 gennaio 2012

Lampedusa, ancora uno sbarco: 72 profughi dalla Libia

Anche oggi c’è stato un altro sbarco nell’isola siciliana. Sono 72 i profughi, di cui 18 donne, una incinta e un bambino di qualche mese che sono approdati al molo Favoloro, soccorsi dalla motovedetta della Capitaneria di porto, mentre erano a bordo di un gommone a circa 40 miglia a sud dell’ìsola siciliana.

A quanto sembra il gruppo di migranti sarebbe somalo e dai primi racconti sembra che siano partiti alla volta della Sicilia dalla Libia. Domani saranno trasferiti al centro d’accoglienza.
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Qualche settimana fa, il 16 dicembre altri 68 migranti sono sbarcati a Lampedusa, anche in questo caso provenivano dalla Somalia. Si conta che nei soli primi sei mesi dell’anno appena trascorso i profughi sbarcati nelle coste italiane sono stati circa 42.807, contro i 4.406 arrivati in tutto il 2010 in 159 sbarchi.

Eppure, accanto ai dati di chi arriva, ci sono i numeri di chi, invece non ce la fa ad arrivare a destinazione. L’anno che si è appena concluso è stato nefasto per molti di loro, e proprio il canale di Sicilia sembra essere diventato una vera e propria tomba.

Nel 2011, stando ai dati di Fortress Europe ci sono state ben 1674 tra vittime e dispersi da gennaio al 31 luglio, con una soglia di 239 morti al mese, 8 al giorno. Se questo numero spaventa, bisogna, però pensare che nella realtà delle cose la cifra è sicuramente maggiore.

La maggior parte delle vittime di questa traversata provenivano dall’area subsahariana, in fuga dalla Libia in guerra, costretti dalla situazione, visto che seguendo molti dei loro racconti è emersa una scelta obbligata tra il combattere con il regime o scappare. Secondo la stessa fonte, nel giro di 16 anni, dal 1994 sono 6mila le persone morte in quel tratto di mare e quasi 5mila quelle disperse.

Proprio con la Libia l’Italia ha negoziato nel 2008 un trattato in materia di immigrazione clandestina. L’accordo, ratificato nel 2009, l’intesa Italia-Libia, sanciva all’articolo 19 la collaborazione tra i due Paesi nella lotta all’immigrazione clandestina, attraverso “un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche da affidare a società italiane in possesso delle necessarie competenze tecnologiche” e un pattugliamento delle coste libiche con motovedette italiane.

Dal 2009 il governo italiano cominciava una politica di respingimenti in mare, le imbarcazioni, una volta intercettate, venivano accompagnate in Libia, per essere affidate alle autorità locali, con tutte le note polemiche del caso. Il Governo Berlusconi, in quell’occasione ci tenne a precisare che “nel 2009 gli sbarchi dalla Libia verso Lampedusa” sarebbero cessati.

I dati alla mano hanno smentito la previsione di allora, e, se la situazione politica di quei Paesi non migliorerà, sono comprensibili previsioni di crescita degli sbarchi anche nel 2012, visto che nella sola giornata di oggi sono oltre settanta le persone in fuga dai loro Paesi di origine.

Dominga D’Alano