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da GuidaSicilia del 4 giugno 2005

Lampedusa scoppia!

E' incessante il flusso degli sbarchi di immigrati clandestini nelle coste meridionali della Sicilia

E’ arrivata ieri una nuova ondata di immigrati clandestini in Sicilia: con 4 barconi, tra Lampedusa e la spiaggia agrigentina di Licata, nella notte scorsa sono giunti in Sicilia 489 immigrati.

A Lampedusa sono giunte una barca con 23 clandestini tra cui una donna, un altro natante con 71 clandestini, tra cui una donna, ed una terza imbarcazione con 171 clandestini tra cui 5 donne ed un bambino. A 17 miglia da Palma di Montechiaro, invece, la motovedetta della Guardia di Finanza ha intercettato un natante di circa 17 metri con 223 clandestini a bordo tra cui 34 donne e 3 bambini. Sono stati portati tutti a Licata e nove extracomunitari sono stati trasportati in ospedale: un eritreo di 40 anni ha viaggiato per migliaia di chilometri con una gamba ingessata, attraversando il deserto libico con mezzi di fortuna e viaggiando in mare per giorni per raggiungere le coste siciliane. Ci sono poi tre donne che hanno detto di essere incinte e 5 clandestini che hanno detto di stare male.
Le loro condizioni non sono gravi: ”sono solo disidratati e stanchi”, hanno detto i medici del pronto soccorso di Licata che li hanno dimessi ieri pomeriggio. Più serie vengono invece giudicate le condizioni dell’eritreo a cui è stato diagnosticato un principio di necrosi alla gamba.

Donne incinte, neonati di pochi mesi, ragazzini e bambini piccoli. E’ l’ennesimo carico di umanità dolente, tutta partita, con molta probabilità, dalle coste libiche.
Dicono di venire dall’Eritrea, dall’Iraq, dalla Siria, dal Sudan, dall’Egitto e dalla Liberia.
Dopo una brevissima tregua, torna quindi difficilissima la situazione nel centro di accoglienza di Lampedusa, che ha una capienza di 190 posti ma che ora ne ospita 590. La piccola struttura è stata saturata dagli arrivi delle ultime ore.
Già ieri sera diversi extracomunitari sbarcati a Licata sono stati trasportati nei centri di accoglienza di Foggia e Crotone. In Puglia sono stati trasferiti invece 80 immigrati ospiti della struttura di Lampedusa.

E mentre in Sicilia si registra l’ennesima emergenza i ministri degli interni dell’Ue hanno adottato il testo delle conclusioni che dà il via libera alla cooperazione tra Ue e Libia per combattere l’immigrazione clandestina. Lo ha riferito la presidenza di turno dell’Ue, indicando che la Commissione europea è pronta ad inviare in tempi rapidi una missione a Tripoli per stabilire la base di collaborazione con il governo libico.

Dall’Italia il centrosinistra, attraverso il parlamentare della Margherita Giannicola Sinisi, punta il dito sulla legge ”Bossi-Fini”, parlando di fallimento della politica del governo sull’immigrazione, da destra c’è invece chi, come il deputato azzurro siciliano Pippo Fallica, si preoccupa degli effetti degli sbarchi sul turismo. In una lettera indirizzata al ministro Pisanu il parlamentare chiede che venga ”predisposto un servizio di aliscafo ad hoc, da utilizzare esclusivamente in occasione del trasporto a terra dei clandestini per alleviare i disagi dei passeggeri della motonave traghetto della Siremar”.

Sono stati invece arrestati, dalla polizia e dalla guardia di finanza di Ragusa, tre palestinesi: secondo gli investigatori sarebbero loro gli scafisti dell’imbarcazione che due giorni fa ha condotto fino alle acque territoriali italiane i 176 clandestini arrivati a Pozzallo, nel Ragusano.

Sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ad accusarli sono alcuni degli extracomunitari.
Gli investigatori sostengono che ”il natante era partito nelle prime ore della mattina di martedì dalle coste libiche e che dopo essere passato davanti alle acque territoriali di Malta, era stato agganciato dalle unità navali della Guardia di Finanza che l’ha condotto fino a Pozzallo”. I clandestini avrebbero pagato 1.200 dollari ciascuno e nel tragitto hanno mangiato e bevuto con alimenti e bevande che uno dei tre scafisti aveva distribuito.
Tra loro c’era anche una donna che ha partorito subito dopo lo sbarco. Il piccolo, ricoverato nel reparto di Ostetricia dell’ospedale di Gela, sta bene (leggi).