Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Manifesto dell'11 settembre 2007

Lavavetri, la procura chiede di archiviare

«Non è un reato penale». Il capo della procura fiorentina prende le distanze dall'ordinanza di Palazzo Vecchio

Carlo Lania
Roma

«Richiesta d’archiviazione». Per il comune di Firenze e la sua ordinanza contro i lavavetri non avrebbe potuto esserci sconfessione più netta della richiesta con cui, ieri, il procuratore capo del capoluogo toscano, Ubaldo Nannucci, ha chiesto al gip di archiviare tutte le denunce a carico dei romeni armati di straccio e secchiello bloccati nei giorni scorsi. «Non si tratta di un illecito penale», ha spiegato Nannucci per motivare la sua richiesta. Una decisione accolta da Palazzo Vecchio ufficialmente senza drammi, preferendo per il momento evitare uno scontro diretto con la procura cittadina. Leggeremo con «doverosa attenzione e rispetto» l’atto del procuratore capo, ha detto infatti il sindaco, Lorenzo Domenici, annunciando però una nuova ordinanza. «Il nostro obiettivo – ha proseguito infatti il sindaco – è quello di tenere conto delle considerazioni del procuratore, mantenendo la finalità di tutela della incolumità del cittadino, senza attenuare l’efficacia applicativa del provvedimento».
La battaglia per la sicurezza intrapresa dall’amministrazione fiorentina, fa dunque registrare la sua prima, vera battuta d’arresto. Non si tratta però di una notizia inattesa. A Palazzo Vecchio in un certo qual modo si aspettavano una simile presa di posizione da parte della procura, quindi nessuna sorpresa particolare anche se la parola finale sull’archiviazione delle denunce spetta ora la gip. D’altronde il ragionamento con cui il procuratore capo Nannucci ha deciso di imporre una svolta apparentemente definitiva alle polemiche estive sui lavavetri, non sembra lasciare margini alla discussione. «La richiesta d’archivizione – ha spiegato il magistrato – deriva dal fatto che, a mio parere, il mestiere girovago di lavavetri è previsto dalla legge come illecito amministrativo e per il principio di specialità non può essere oggetto di illecito penale». Multe sì, dunque, ma niente carcere. Cade nel nulla anche l’ipotesi di un racket dietro i tanti lavavetri fermi ai semafori. Come già accaduto a Bologna, dove un’inchiesta sull’esistenza di un racket denunciato dal sindaco Cofferati è stata archiviata con un nulla di fatto, anche a Firenze si sarebbe arrivati alle stesse conclusioni. «Ho scritto al comando provinciale dei carabinieri e alla Questura – ha aggiunto infatti Nannucci – per sapere se per caso avessero segnalato qualche tipo di condotta che meritasse la definizione di racket, e mi è stato riferito che non c’è stata nessuna segnalazione di questo tipo».
A palazzo Vecchio non ci si dà comunque per vinti. Tant’è vero che già si prepara una nuova battaglia in nome della legalità, questa volta contro i parcheggiatori. E protagonista è sempre l’assessore alla sicurezza e vivibilità urbana Graziano Cioni, autore della tanto discussa ordinanza sui lavavetri. «Il fenomeno diventa sempre più invasivoe preoccupante, e non abbamo gli strumenti adeguati per affrontarlo», ha denunciato ieri Cioni parlando dei parcheggiatori abusivi che chiedono soldi e minaccerebbero gli automobilisti restii ad aprire il portafogli. La questione verrà affrontata nella prossima riunione del Comitato provinciale per la sicurezza. Va detto che questa volta il problema è moto diverso da quello dei lavavteri. A preoccupare Cioni, che già si è meritato l’appellativo di assessore-sceriffo, sono in particolare una ventina di parcheggiatori, tutti di origine campa ne e siciliana anche se residenti a Firenze, il cui comportamento creerebbe non poche preoccupazioni. Secondo gli inquirenti, i parcheggiatori non si limiterebbero a chiedere soldi, ma in caso di rifiuto minaccerebbero di provocare lesioni alle auto e avrebbero un atteggiamento a dir poco insistente, quando non aggressivo e violento. tanto che le contravvenzioni nei loro confronti sarebbe aumentate notevolmente, passando dalle circa ottanta elevate tra il 2003 e il 2006 alle 111 dei rimi mesi di quest’anno. Undici, invece, le persone denunciate dai vigili sempre nel 2007. Un’azione di contrasto che però alla lunga non porterebbe i risultati sperati. «I posteggiatori alla fine sono sempre lì al lavoro su strade e piazze cittadine – spiega Cioni – con tutto quello che ne consegue per cittadini e turisti». Intanto è confermata per giovedì la riunione del direttivo dell’Anci in cui discutere le nuove proposte in tema di sicurezza. I sindaci hanno messo a punto un documento da presentare al Viminale e in cui si chiede la presenza di una polizia locale armata e pronta a collaborare, in determinate occasioni, con le forze dell’ordine, più poteri ai sindaci in materia di sicurezza e accesso alle banche dati del ministero degli Interni.