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Le associazioni del Nord Europa: mappare la filiera del pomodoro italiano

Antonello Mangano, Terrelibere.org

Foto © Medu

I media italiani propongono articoli fotocopia sulla decennale “emergenza” Rosarno. Nel frattempo, le associazioni del Nord Europa vogliono una mappa della filiera. Per conoscere il percorso dai campi dei caporali nel sud Italia agli scaffali dei supermercati in Danimarca, Norvegia, Regno Unito.

Le sezioni di Danimarca, Regno Unito e Norvegia dell’Ethical Trade Initiative hanno prodotto un rapporto molto dettagliato sul pomodoro italiano.

I risultati sono prevedibili, ma non le conclusioni. I lavoratori ricevono in media il 40% in meno rispetto alle soglie minime di legge. Buona parte della raccolta è caratterizzata da condizioni di grave sfruttamento. Il ruolo del caporalato è esteso.

Detto questo, si propone quello che la campagna #FilieraSporca ha chiesto ai produttori di arance.

Nel rapporto Eti suggerisce ai gruppi distributivi del Regno Unito di effettuare subito una mappatura delle loro catene di approvvigionamento, privilegiando le aree a maggior rischio di sfruttamento dei lavoratori migranti e realizzando una valutazione sui salari pagati e ore lavorate. Per questo motivo l’Eti ha predisposto dei questionari e dei documenti di controllo da inviare ai fornitori italiani di pomodoro (pagina 18-19 dello studio) nell’intento di responsabilizzare socialmente le aziende (ItaliaFruit).

In Italia, invece, la responsabilità sociale di impresa è un discorso per pochissimi. I media ripropongono articoli sempre uguali sugli effetti e ignorano le cause. Qui un recente esempio del Corriere della Sera su Rosarno, ma ce ne sarebbero tantissimi altri.

– Scarica il rapporto in inglese
Italian tomato production

Info: #FilieraSporca – La proposta di etichetta narrante