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Le denuncie all’ombra del Cpt di Gradisca d’Isonzo

Intervista a Gian Luigi Bettoli, Presidente LegaCoopSociali regionale del Friuli Venezia Giulia

Il 18 aprile presso il Tribunale di Udine avrebbe dovuto svolgersi il processo contro Gian Luigi Bettoli, esponente storico del movimento pacifista Pordenonese e, dal 2005, presidente di Legacoopsociali regionale, la federazione di categoria della Lega delle cooperative che raggruppa le Cooperative Sociali. Processo nato dalla denuncia di Adriano Rucchini, presidente della Coop. Minerva, la cooperativa che gestisce il Cpt di Gradisca d’Isonzo e rinviato in conseguenza dell’adesione delle due avvocate della difesa allo sciopero convocato dall’Unione delle Camere Penali per protesta contro le norme di riforma dell’ordinamento giudiziario.
Per capire le motivazioni di quella denuncia, l’ennesima che Adriano Rucchini ha intentato contro chi ha provato a dire qualcosa contro il Cpt o la cooperativa che lo gestisce, abbiamo intervistato Gian Luigi Bettoli.

Era il dicembre del 2005 e c’era un Cpt in apertura in regione. Gian Luigi Bettoli, presidente della LegaCoop Sociali della regione Friuli Venezia Giulia, voi avevate preso una posizione sul Cpt e su una sua eventuale gestione?

Si esattamente. Quando alla fine del 2005 c’è stata la gara d’appalto per le gestione del Cpt sono state invitate varie cooperative sociali aderenti a LegaCoop in regione. Va fatta anche una premessa sulla gara d’appalto, è stata fatta non certo secondo i criteri che vengono definiti dall’Unione Europea per quanto riguarda le gare d’appalto. La gara d’appalto è stata fatta usando procedure speciali, ovviamente illegali per cui è lo Stato che compie l’illegalità innanzitutto a dispetto di se stesso. Questa gara è stata fatta con le procedure che si fanno quando c’è un cataclisma, un terremoto, una alluvione e serve far partire dei lavori urgenti perchè non si può perdere tempo. Con queste procedure è stata fatta questa gara, quindi ad invito diretto, priva di pubblicità, priva delle garanzie appunto che l’Unione Europea ormai da lunghi anni impone alle gare d’appalto.
Le varie cooperative sociali che erano state invitate innanzitutto hanno rifiutato spontaneamente di partecipare, poi nella prima assemblea di LegaCoop Sociali queste hanno posto il problema. Ci siamo ritrovati unanimi nel ritenere che noi “i muri li buttiamo giù”, noi lavoriamo per fare attività di assistenza, socializzazione ed educativa che servono a liberare le persone, a metterle in condizione di vivere meglio la loro esistenza, non siamo ne carcerieri e meno che meno gestori di cose che non sono nemmeno carceri ma sono dei luoghi “kafkiani” dove vengono rinchiusi degli innocenti. Ecco, qui è nata la nostra presa di posizione, molto semplicemente e tra l’altro devo dire con molta coerenza perchè non è la classica situazione per cui prima si esprime un principio e poi ci si adegua, qui devo dire che alcune cooperative prima si sono rifiutate di partecipare ad una gara milionaria e dopo abbiamo deliberato di essere tutti d’accordo con loro, ma lo avevano già fatto questo atto di rinuncia di una possibilità economica proprio per riaffermare la nostra identità.

Nel dicembre c’è stato un incontro fra te e Adriano Rucchini, presidente della Cooperativa Minerva, la cooperativa che si appaltò la gestione del Cpt di Gradisca d’Isonzo. Cos’è successo durante quell’incontro e cosa è convinto che sia successo per il sig. Rucchini?

Una premessa, Minerva che è poi la cooperativa che ha vinto l’appalto aderisce per il 50% alla Lega delle cooperative e per il 50% ad un’altra associazione di cooperative che si chiama Agci, Associazione Generale Cooperative Italiane, quella che un tempo era la “centrale” diciamo di fede social-democratica. Il direttore di quest’altra associazione mi comunica questa cosa: mi dice che la Minerva ha vinto la gara d’appalto e che volevano fare una discussione con me. Io parto dal presupposto che non nego un colloquio con nessuno, proprio perchè sono un operatore sociale.
Allora andiamo a questo incontro in cui Adriano Rucchini mi chiede di concordare, di trattare la possibilità che non ci sia nessuna manifestazione di contestazione all’apertura del Cpt. Al che devo dire che mi sarei aspettato da un momento all’altro che mettesse anche i soldi sul tavolo a questo punto, sarebbe stato divertente come la finta vendita del Duomo di Milano dei famosi comici. Mi chiede se possiamo evitare che ci sia la manifestazione, alchè se mi ricordo bene gli ho risposto più o meno “chi sono io, Dio, che blocco un movimento che è planetario e che si oppone a questa cosa?”.

Una manifestazione che portò a Gradisca d’Isonzo contro il Cpt moltissime persone tra l’altro…

Certo, ma per questo facevo l’esempio della vendita del Duomo di Milano, perchè io gli ho detto “al massimo posso dirti che io come associazione non sto organizzando nessuna manifestazione”, le manifestazioni contro i Cpt se non le farà Caio le farà Sempronio, le varie comunità che si oppongono in questo territorio sono infinite, vanno oltre i confini. Non a caso qui c’è un movimento transnazionale che mette in discussione sia il Cpt di Gradisca sia il Cpt di Postumia in Slovenia. Come si fa a chiedere una cosa del genere? Comunque abbiamo avuto una discussione molto pacata, ovviamente non ho potute che dirgli “la nostra posizione è contraria, noi ci rifiutiamo di fare questo, daremo comunque la nostra adesione politica a qualsiasi iniziativa che si opponga, (ai Cpt, n.d.r.) tu gestisciti il tuo appalto con le conseguenze che ne derivano, ti manifesteranno davanti alla Cooperativa, affari tuoi. Hai fatto quella scelta e fai questa, noi faremo altre, ma stiamo su piani diversi”. Va chiarito che la nostra è un’associazione di imprese, noi curiamo il fatto che le cooperative gestiscano bene, facciano il loro lavoro, che quel prodotto sia un’attività sociale è un’altra cosa, ma a noi chiedono cose fiscali, come si fanno le gare d’appalto, dagli aspetti organizzativi a quelli giuridici, non siamo mica un organismo di movimento.
Finisce così la riunione e dopo un po’ prima circolano delle voci e poi mi arrivano a casa le carte per cui sono inquisito in quanto il sig. Rucchini mi ha denunciato per minaccia di morte. La cosa la definisco come un tentativo di pressione nei miei confronti, visto che evidentemente pensava di comprarmi, si è reso subito conto che la cosa era assurda perchè appunto al massimo lo prendevo in giro, cioè gli dicevo “come faccio io a impedire una manifestazione? Chi sono per poterlo fare?”
A quel punto evidentemente ha pensato, anche dimostrando una certa ignoranza delle leggi, che con la denuncia avrebbe ottenuto con le cattive quello che non era riuscito ad ottenere con le buone. E dico questo perchè lui dopo un po’ ha anche ritirato la denuncia, quindi il tentativo di pressione è reso ancora più evidente da questo fatto. Prima mi denuncia e poi ritira la denuncia, salvo il fatto, buon per lui, soprattutto per me che sono l’imputato, quando denunci uno per minacce di omicidio l’azione penale è automatica, non funziona come la querela, quindi il processo va ovviamente avanti.

Quindi sei l’ennesima persona “colpita dagli avvocati” di Adriano Rucchini potremmo dire, perchè effettivamente in questa regione dall’apertura del Cpt o per lo meno dalla vittoria della gara d’appalto da parte della Coop. Minerva non sei stato l’unico a essere stato denunciato, sembrerebbe che Adriano Rucchini cerchi di colpire attraverso i suoi avvocati un po’ tutti coloro che provano a dire qualcosa contro di lui.

E’ assolutamente vero, c’è un uso, come si direbbe a livello nazionale, c’è un uso politico della denuncia penale da parte di Adriano Rucchini, che sappia io ha denunciato al Tribunale di Roma Alessandro Metz, consigliere regionale dei Verdi per diffamazione, al Tribunale di Gorizia ha denunciato Dario Antonaz per diffamazione, poi non so in quale Tribunale, penso di Gorizia, ha denunciato da Casarini a metà “vertici” dei Disobbedienti del Nordest per danni. Bisogna inoltre tenere conto che c’era un’altra denuncia, che a quanto ci risulta dalle misure delle cancellerie dovrebbe essere decaduta, ma c’era una denuncia di Rucchini nei confronti dell’intera assemblea di LegaCoop Sociali per diffamazione nei suoi confronti, il che è semplicemente incredibile. Sappiamo di questa denuncia perchè è venuta la digos tre volte in ufficio chiedendo l’elenco degli associati, l’elenco di chi partecipava alle riunioni. Ora, a parte il fatto che è difficile ricordarsi chi era a quella riunione con precisione, ma non so se ci si rende conto dell’effetto giudiziario di queste cose, siamo proprio all’inquisizione nei confronti degli associati di una associazione di cooperative.
Rucchini crede di chiudere la bocca a tutti visto che ha i soldi per pagare gli avvocati e qualcuno dovrebbe porsi il problema di come con una gara illegale, a mio modesto avviso, si diano delle cifre notevolissime, perchè per tenere chiusa una persona dentro il Cpt si danno a Minerva più soldi di quelli che si danno alle cooperative sociali per fare la gestione assistenziale, educativa, d’inserimento lavorativo di persone, le più svariate, dai bambini nei nidi agli anziani non autosufficienti nelle case di riposo, evidentemente il guadagno lui lo usa in una parte per difendersi politicamente pagando un stuolo di avvocati e intasando i tribunali della Repubblica.

A cura di Marco Visintin, Melting Pot, Redazione Friuli Venezia Giulia