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Le deportazioni degli haitiani in Messico nel reportage di AJ+ Español

Il 6 agosto scorso la morte di una persona di origine haitiana nel centro di Tapachula in Chiapas

Traduzione di Barbara Barbieri

“Aiutami! Mio figlio è malato! Aiutami! per favore!”

Il grido straziante di Fabiola, una ragazza haitiana che chiede aiuto ad una giornalista da dietro i cancelli del centro di detenzione per persone migranti a Tapachula in Chiapas nel sud del Messico, non hanno spinto le istituzioni messicane a migliorare le condizioni di vita della popolazione haitiana che si trova a Tapachula.

In meno di un mese le autorità messicane hanno deportato più di 320 haitiani“.

Haiti è il paese più povero dell’intero continente americano, più della metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà.

Molte persone, tra quelle che si trovano qui, hanno paura di uscire in strada per la paura di essere deportati“.

Ma perché le autorità messicane stanno perseguitando gli haitiani?, chiede Ángel Plascencia, il giornalista di AJ+ Español che ha realizzato un reportage in Chiapas intervistando attivisti per i diritti umani e alcune persone che si trovano qui, in trappola, a Tapachula.
Il numero di haitiani che arrivano in Messico è aumentato. Nel 2018 sono stati 464 in totale, mentre nella prima metà del 2019 sono stati quasi 3mila.
Contemporaneamente si sono moltiplicate le deportazioni: 2 nel 2018 e già 328 in questo anno.
Normalmente gli haitiani ricevevano un permesso per entrare in Messico per 20 giorni, avevano così il tempo di raggiungere il nord ed entrare negli Stati Uniti.
Ma le cose sono cambiate nel giugno scorso, dopo gli accordi tra i governi di López Obrador e Donal Trump.
Gli Stati Uniti hanno irrigidito le politiche nei confronti di questa popolazione
“.
Da quando è entrato in carica, il presidente Trump ha posto fine alle protezioni fondamentali per gli immigrati provenienti da sei paesi. Oltre 300.000 persone sono a rischio di perdere lo status di Temporary Protected (protezione temporanea).

Il TPS è una disposizione in base alla quale il governo garantisce protezione dalla deportazione a persone provenienti da alcuni paesi colpiti da catastrofi naturali, guerre o altre condizioni pericolose.

Il governo degli Stati Uniti” – racconta Salvador Lacruz del Centro de Derechos Humanos Fray Matias de Córdova – “non vuole ricevere questi tipi di migranti quindi parte del ricatto e della pressione che sta esercitando sul governo messicano ha a che fare con questi flussi. Lo stato messicano sta cercando altre formule, ma nel frattempo questa situazione sta colpendo moltissimo questa popolazione. La città è piena di persone cubane, haitiane e africane.”
Sia le Ong quanto gli attivisti“, continua il servizio di AJ+ Español, “denunciano che questo interesse specifico nell’aumento delle deportazioni di haitiani sono parte degli accordi raggiunti tra Stati Uniti e Messico“.
Quello che vediamo succedere sistematicamente è che quando c’è una protesta, una rivolta, se la prendono con loro. Quando c’è una protesta di africani, di haitiani, nei centri di trattenimento li prendono e li deportano”.

All’alba del 6 agosto scorso, M. A., un cittadino di origine haitiana è morto nella cella di isolamento nel quale era trattenuto all’interno del Centro Siglo XXI di Tapachula in Chiapas nel sud del Messico.
Si lamentava da ore e chiedeva assistenza medica.
M. A. era in detenzione da più di 20 giorni, da 15 stava male. Alcune persone hanno sentito le sue urla e le sue richieste di aiuto per tutta la notte del 5 agosto fino alla mattina del 6. Non c’è stato però nessun intervento del personale del centro fino alle 6 della mattina quando le celle vengono aperte ed è stato ritrovato morto. Hanno portato via il corpo senza dare alcuna spiegazione.

Le organizzazioni umanitarie e di monitoraggio sui diritti umani nel sud-est messicano denunciano i trattamenti crudeli, disumani e degradanti, soprattutto nei confronti delle cittadine e dei cittadini di origine haitiana, che avvengono all’interno del centro di detenzione per immigrati gestito dal National Migration Institute di Tapachula, Chiapas.