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Le prospettive del volontariato internazionale a Samos. Un’etnografia sulle pratiche umanitarie di confine

Una tesi di Laurea Magistrale di Clarissa Furini

Foto: la baia di Vathy (Samos). A destra l'hotspot

Università degli Studi di Torino
Dipartimento di culture, politica e società
Corso di Laurea Magistrale in Scienze internazionali (LM-52)
Tesi di laurea
Anno accademico 2019-2020

Le prospettive del volontariato internazionale a Samos. Un’etnografia sulle pratiche umanitarie di confine

Abstract
Partendo da una varietà di prospettive sul vocabolario dell’umanitarismo, esploro le pratiche del lavoro umanitario di confine del volontariato internazionale sull’isola greca Samos. Assumendo il doppio ruolo di ricercatrice-volontaria in una piccola ONG, intendo cogliere etnograficamente le sfumature dei volontari e delle volontarie internazionali, che operano con border-crossers.

L’obiettivo è, dunque, navigare tra i paradossi, le contraddizioni e le sfide che riguardano il volontariato internazionale all’interno delle mura della cosiddetta Fortezza Europa e comprendere come i volontari e le volontarie danno significato a e si relazionano con il mondo e le persone che li circondano.

Percorrendo luoghi, esperienze e attività quotidiane dei volontari e delle volontarie dell’ONG, rifletto sulla policromatica reiterazione di modelli arbitrari e biopolitici, che si basano su una modalità operativa emergenziale ed una limitata (auto) riflessione sull’applicazione delle pratiche umanitarie sul campo, corredate dal mantra “qualcosa è meglio di niente”.

Al contempo, sostengo come il “bisogno di aiutare” e di “sentirsi utili” dei volontari e delle volontarie sul campo crei un senso di appartenenza al gruppo, nel tentativo di porre riparo o mettere in discussione la percezione dell’apparente assenza o debole presenza da parte di istituzioni, come le Nazioni Unite, l’Unione Europea e la Grecia, nella gestione concreta delle politiche migratorie.

Perspectives of international voluntarism in Samos. An ethnography on humanitarian borderwork practices

Abstract in inglese:
Starting from an array of perspectives on the humanitarian vocabulary, I explore the humanitarian borderwork practices on the Greek island of Samos. Assuming the double role of student-researcher and volunteer in a small NGO, I intend to ethnographically grasp the nuances of international volunteers, who work with border-crossers.

The objective is to navigate among paradoxes, contradictions and challenges of international voluntarism within the walls of the socalled Fortress Europe and to understand how volunteers make sense of and relate to the world and to the people that surround them.

Following places, experiences and activities of the NGO’s volunteers, I consider the polychrome reiteration of biopolitical and arbitrary models, which are based on an ever-present emergency operational approach and a limited (self) awareness on the application of field humanitarian practices, accompanied by the mantra “something is better that nothing”.

I argue, meanwhile, that the “need to help” and “being useful” of the volunteers create a sense of belonging to a group in the attempt to repair or question the perceived apparent absence or weak presence of institutions such as the United Nations, the European Union and Greece regarding the concrete management of migration policies.
Scarica la tesi (in inglese)