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da Guida Sicilia del 16 marzo 2005

Le tragiche vie del Mediterraneo

A Lampedusa un'emergenza che non appartiene solo all'Italia ma all'intera Europa

E’ un appello accorato quello lanciato dal sindaco di Lampedusa, Bruno Siragusa, dopo la nuova ondata di clandestini che nei giorni scorsi si è riversata sull’isola: “Aiutateci, il Centro di accoglienza sta scoppiando. Dateci una mano ad affrontare un’emergenza che non appartiene solo alla nostra isola ma all’intera Europa”.
Un aiuto che il sindaco vede possibile nel rimpatrio coatto che la delegazione di investigatori libici può decidere essendo uno dei “moduli operativi” negli accordi tra la Libia e l’Italia per il contrasto all’immigrazione clandestina. “E’ questo l’unico deterrente concreto – ha affermato Siragusa – che già l’anno scorso è stato in grado di arginare il fenomeno”.

E prosegue anche stamane l’azione investigativa della delegazione di investigatori italiani e libici, arrivati ieri pomeriggio nell’isola, che punta a smantellare le organizzazioni che trafficano in esseri umani si affianca all’opera di respingimento e dunque al rimpatrio dei clandestini arrivati via mare.
Tre gli investigatori libici che sono stati prelevati ieri dalla Libia con un aereo della Guardia di Finanza partito da Roma con a bordo i funzionari del Viminale.
Dai primi accertamenti fatti ieri, gli oltre mille clandestini sarebbero partiti dal porto libico di Zuwara, vicino al confine con la Tunisia, dunque, tutte rimpatriabili.
“Occorre esaminare bene queste persone – ha afferma Ugo Bocci, il capo della spedizione della polizia inviata dal Viminale – per salvaguardare la sicurezza nazionale. Non sappiamo chi può nascondersi fra queste centinaia di clandestini”.
Comunque, sull’ipotesi di riaprire il ponte aereo con la Libia per rimandare indietro gli illegali, così come era stato fatto lo scorso ottobre, nessuno vuole sbilanciarsi. “Stiamo effettuando – ha spiega il questore di Agrigento, Nicola Zito – una operazione umanitaria. Il contrasto è ai delinquenti che sfruttano questa povera gente alla quale noi dobbiamo dare il nostro aiuto”.

A verificare con attenzione la situazione umanitaria sarà il capo della sezione legale dell’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, Michele Manca di Nissa. “Abbiamo saputo che ci sono dei forti disagi – ha detto Manca di Nissa – sto andando anche per verificare dove vengono mandati gli immigrati, se vengono inviati in altri Cpt della Sicilia o altrove”. “Questo, d’altro canto – ha sottolineato – fa parte dei compiti dell’Unhcr: lavorare insieme al governo per una migliore soluzione di questo tipo di problema”.

Intanto il ponte aereo per decongestionare il centro di accoglienza dell’isola è iniziato e sui due C130 messi a disposizione dall’Aeronautica militare sono stati fatti salire i primi 200 clandestini la cui nazionalità sarebbe stata accertata e che saranno trasferiti nei centri della Calabria.
789 gli immigrati sistemati nel centro di prima accoglienza di Lampedusa. Gli operatori de “La Misericordia” che gestiscono il centro, la notte scorsa hanno fatto sistemare al meglio i clandestini, ma il sovraffollamento tiene ancora alta l’emergenza sull’isola.
Nell’isola sono arrivati decine di carabinieri e poliziotti, finanzieri e marinai della capitaneria di porto. Un “esercito”, pronto a fronteggiare – anche con elicotteri, motovedette e navi militari – l’ “invasione” che con molta probabilità continuerà ad arrivare dal Nord Africa.
Infatti secondo alcune notizie in possesso della guardia costiera di Lampedusa “Alcune migliaia di clandestini sono pronti a partire dalle sponde del Nord Africa”. ”Le notizie di stampa, le fonti diplomatiche e consolari e la voce del popolo – ha spiegato Michele Niosi, comandante della guardia costiera di Lampedusa – ci danno il quadro della nuova emergenza, siamo pronti ad accoglierne sicuramente altri mille nelle prossime ore.
Del resto, nei mesi di cattivo tempo non ci sono stati sbarchi, e dalle nostre informazioni sappiamo che in questo periodo centinaia, forse migliaia di persone, partite dalle proprie case si sono raccolte nei pressi di Zuwara, al confine tra Libia e Tunisia”.

Non è tardato ad arrivare il commento della Lega Nord a proposito degli ultimi sbarchi. “A questo punto mettiamo dei dazi a quei paesi arabi rivieraschi del Mediterraneo che fanno partire i clandestini infischiandosene degli accordi internazionali”. Questa la prima affermazione del presidente dei senatori della Lega Ettore Pirovano.
“A Lampedusa dove sono stato con una delegazione del gruppo del Senato – ha detto Pirovano – il campo può accogliere al massimo 180 persone. Siamo arrivati con gli ultimi sbarchi a 900. È mai possibile che la nostra Marina, la Guardia di Finanza, la Guardia Costiera con tutti i satelliti che controllano a tappeto le nostre acque territoriali, devono aspettare che vengono indicate le imbarcazioni di questi poveracci dai pescherecci che li trovano a largo? E gli accordi con la Libia, il Marocco e gli altri paesi dove sono finiti?”.
“Gheddafi e gli altri suoi colleghi, dopo aver ottenuto l’abolizione di alcuni embarghi e il miglioramento dei rapporti commerciali – ha continuato Pirovano – da buoni arabi si sono pienamente infischiati degli impegni presi a livello internazionale. I cinesi ci rovinano l’economia con il dumping alle imprese italiane – conclude l’esponente della Lega – i paesi che si affacciano sul Mediterraneo ci rovinano la società facendo transitare e partire i clandestini verso le nostre coste”.