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Libia – Prima sono stati bruciati e frustati, poi i video sono stati inviati alle loro famiglie

Nima Elbagir, Raja Razek, Sarah Sirgany and Mohammed Tawfeeq, CNN - 26 gennaio 2018

Video inquietanti condivisi sui social media dalle famiglie disperate hanno rivelato il calvario dei migranti sudanesi rapiti e torturati in Libia per l’ottenimento di un riscatto.

In uno dei video, inizialmente si può sentire il suono delle frustate, i lamenti, mentre ciascuno di loro è costretto a girare la testa verso la telecamera e supplicare la propria famiglia di inviare denaro.

I familiari dei migranti dicono di aver diffuso questi video sui social media nel tentativo di sensibilizzare il pubblico su ciò che sta succedendo – e, in pochi giorni, le forze speciali libiche hanno rintracciato il luogo di detenzione, stando alle dichiarazioni del governo libico di unità nazionale appoggiato dall’ONU.

Questo mercoledì, le forze speciali hanno fatto irruzione in una località nella città di Sirte, dove hanno arrestato quattro uomini e liberato otto sudanesi sotto sequestro, secondo una dichiarazione delle forze speciali libiche di deterrenza, che operano sotto il comando del Ministero dell’interno libico.

Tale dichiarazione fa riferimento ai video diffusi sui social media che documentano le torture. Descrive “le orribili azioni commesse da criminali privi di umanità nel torturare dei lavoratori e bruciarli con il fuoco, filmandoli con l’intento di inviare il materiale alle famiglie per esercitare pressioni ed estorcere loro un riscatto in cambio della loro libertà”.

Le ultime immagini di abusi provengono da un’inchiesta della CNN dell’anno scorso, che rivela come i migranti in Libia siano venduti all’asta come schiavi, e che ha indotto le autorità libiche a condurre un’inchiesta formale e l’Europa e l’Africa a esternare la propria indignazione.

Uno dei video clip mostra almeno cinque uomini sudanesi stesi a terra. Due uomini fuori dall’inquadratura chiedono loro di mostrarsi in viso; gli uomini chiamano i propri familiari per nome ed implorano di inviare denaro per il rilascio.

In un secondo video, filmato alla stessa ora e nello stesso luogo, gli stessi uomini sono proni a terra, mentre vengono picchiati. Le loro schiene sono ricoperte di cicatrici, forse di ferite ancora fresche. La videocamera e le percosse passano da un uomo all’altro mentre vengono obbligati a rivolgersi ai loro parenti o a chiunque il video sarà inviato. Mentre si contorcono nel dolore, il primo uomo dice “invia il denaro”, il secondo dice “vendi la casa”, il terzo “dì loro di vendere la casa”, il quinto “invia il denaro”.

Un terzo video mostra un altro uomo Sudanese che si dimena nudo a terra, mentre qualcuno, che non viene ripreso, lo tortura facendogli sgocciolare sulla schiena dell’olio bollente. Un altro uomo, mascherato, punta una pistola sulla vittima.
I familiari degli uomini mostrati nei video confermano alla CNN di aver ricevuto i video, mandati nel tentativo di estorcere loro un riscatto. Hanno chiesto di non essere identificati per paura, temendo sia per loro stessi che per i loro cari comparsi nel video.

La messa in onda dei video sui social media è stata parte di un tentativo coordinato di raccogliere fondi per pagare il riscatto”, hanno detto.

In una dichiarazione inviata alla CNN giovedì scorso, il Ministro libico per gli Affari Esteri ha affermato che “rinnova la sua ferma condanna di questo atto criminale e ribadisce il costante impegno del Governo Nazionale di Riconciliazione per garantire sicurezza e stabilità ai suoi cittadini e ai residenti stranieri di varie nazionalità sul territorio libico”.

Il Ministro degli Esteri sudanese ha convocato l’incaricato d’affari libico a Khartoum, Ali Muftah al Mahrouq, questo giovedì, per esprimere la propria totale disapprovazione verso questo trattamento immorale e disumano dei cittadini Sudanesi; lo ha riportato l’agenzia di stampa ufficiale del Sudan, “SUNA”.
Sempre secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa SUNA, Al Mahrouq “ha espresso cordoglio, scusandosi”, dichiarando che bande criminali operanti in aree fuori dal controllo del governo sono responsabili di questo vergognoso atto.
Lunedì, il Commissario degli Affari Sociali dell’Unione Africana Amira Al Fadil ha dichiarato che i video degli uomini sudanesi torturati in Libia sono recenti e che è stata aperta un’inchiesta, secondo SUNA.

La CNN non può stabilire quando i video siano stati realizzati.

La CNN è stata taggata dai familiari delle vittime nella diffusione originaria dei video sui social media, nel tentativo di rafforzare la visibilità della tortura inflitta a queste vittime.

Un’inchiesta attuale della CNN sui trasferimenti di denaro collegati alle bande criminali in Libia ed alle famiglie delle vittime ha portato allo scoperto un network globale. In Sudan, parecchie famiglie di ex vittime hanno raccontato alla CNN di richieste in denaro, fino a 4.500 dollari per ostaggio, da pagare agli agenti delle bande e perfino da versare direttamente su conti bancari nella capitale sudanese, Khartoum.

Alla CNN sono state mostrate le ricevute dei trasferimenti di denaro tramite Western Union, con la conferma che il denaro era stato ricevuto in un certo numero di paesi, inclusi il Bangladesh ed il Niger.

Un membro di una banda di trafficanti è in grado di ritirare il denaro nel luogo stablito e di trasferirlo più volte per camuffarne la provenienza. Il denaro viene quindi fisicamente trasferito in Libia, aggirando le sanzioni previste dal paese.
La Western Union ha dichiarato alla CNN di aver implementato numerose misure per il monitoraggio e la prevenzione di potenziali attività illegali.

La Western Union condanna fermamente tutte le attività illegali che facilitino il finanziamento della criminalità, e attribuiamo la priorità ad iniziative che indaghino e scoraggino il cattivo uso dei nostri servizi”, ha dichiarato. “I criminali minacciano gli individui, le famiglie e le imprese che noi serviamo ed i valori fondanti della nostra attività”.

L’itinerario dei migranti attraverso la Libia

La Libia lotta da tempo per far fronte al flusso di migranti provenienti dall’Africa Sub-sahariana, molti dei quali sperano di transitare in Libia prima di andare in Europa con l’aiuto dei trafficanti. Per anni, i migranti che hanno attraversato il Mediterraneo hanno portato con sé storie di percosse, rapimenti e schiavitù.
L’organizzazione per i diritti umani Amnesty International il mese scorso ha accusato i governi europei di essere complici delle torture e degli abusi sui migranti e sui rifugiati in Libia, supportando le iniziative della guardia costiera libica per prevenire la traversata dei migranti nel Mediterraneo e rinviarli nei campi in Libia.
Amnesty ha chiesto all’UE di porre fine a quella che ha definito “politica di contenimento” e di creare invece dei “percorsi” per portare i migranti e i rifugiati in Europa in sicurezza.

L’opinione: L’abuso di migranti in Libia è una macchia sulla coscienza del mondo

Un portavoce della Commissione Europea ha dichiarato alla CNN che le istituzioni della UE stanno “lavorando per salvare vite, molto semplicemente”.

L’UE ha finanziato l’Organizzazione Internazionale per la Migrazione per aiutare 15.000 persone bloccate in Libia a tornare a casa e pianifica di rimpatriarne altre 15.000. Secondo le dichiarazioni della Commissione, ha accolto inoltre 40.000 rifugiati giunti in Europa dalla Libia e sta progettando di accoglierne altri 50.000 nel 2019.

Hanno contribuito alla realizzazione di questo report Milena Vaselinovic e Laura Smith-Spark della CNN.