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Libia – Vertice Europa Africa per il partenariato sulla migrazione e lo sviluppo

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In realtà si tratta di una nuova tappa del processo di esternalizzazione dei dispositivi della frontiera europea avviato da tempo con l’istituzione dei centri di permanenza temporanea fuori dall’area Schengen e causa delle tragedie di Ceuta e Melilla nonché dei ricorrenti naufragi nel Mediterraneo.
Al vertice partecipano per la prima volta tutti i trentacinque paesi dell’Unione Africana più il Marocco e trenta paesi europei; saranno presenti il Ministro Europeo per la Giustizia, la Libertà e la Sicurezza Frattini e per l’Italia il Ministro Amato e il Ministro D’Alema.
Oggetto del vertice saranno i partenariati con i paesi dell’Africa subsahariana – paesi di provenienza – e i paesi dell’Africa settentrionale – paesi di transito dei migranti: missioni congiunte per garantire la “sicurezza” dei confini dell’UE e misure, sia legislative che militari, per scoraggiare e reprimere le partenze dal nord africa verso le coste europee.

Abbiamo intervistato Fulvio Vassallo Paleologo, docente di Diritto delle Migrazioni all’Università di Palermo

Nell’intervista Fulvio Vassallo Paleologo sottolinea gli obiettivi non dichiarati dei paesi dell’unione Europea. Innanzitutto la volontà di bloccare e impedire l’accesso al suolo europeo dei richiedenti asilo tutelati dalle normative europee, poi la necessità che i migranti irregolari espulsi dai paesi UE siano trattenuti in centri di detenzione esterni e lontani dallo sguardo.

Dal canto suo l’Italia si attende di instaurare un nuovo rapporto di collaborazione con il governo libico volto al pattugliamento congiunto delle acque libiche e delle coste nord africane per impedire la partenza dei migranti economici – quasi 2 milioni – e dei richiedenti asilo per i quali non esistono canali di accesso regolare all’Europa ma devono anch’essi partire in maniera clandestina.
Su questo tema c’è una sintonia politica totale tra i governi europei del centro destra e quelli del centro sinistra, secondo Vassallo “occorrerebbe però che l’Italia cominciasse a dare un segnale contrario in ambito europeo perché non ha senso che il governo italiano parli di riforme della normativa – sempre limitate all’ambito della Bossi Fini – se non si da una svolta anche a livello europeo”.

Il tema della lotta congiunta all’immigrazione clandestina e della sicurezza dell’Unione Europea è sempre accompagnato dall’impegno dei paesi più ricchi per l’aiuto allo sviluppo economico dei paesi africani, in realtà gli accordi di cooperazione garantiscono più profitti ai paesi europei che ai paesi africani e questa tendenza è dimostrata dalla presenza, anche al Vertice di Tripoli, del Fondo Monetario Internazionale. Infatti secondo Vassallo Paleologo “i fondi per la cooperazione allo sviluppo sono in realtà utilizzati per il pattugliamento delle frontiere, formazione dei corpi di polizia, acquisto di attrezzature e mezzi per il contrasto dell’immigrazione clandestina”.

Neva Cocchi, Progetto Melting Pot