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da Rainews24 del 9 maggio 2008

Libia: non collaboriamo più sull’immigrazione

Mossa a sorpresa di Tripoli contro Roma: nel giorno del giuramento del nuovo governo di Silvio Berlusconi la Libia ha fatto sapere oggi di non voler più collaborare nella protezione delle coste italiane dall’ondata di immigrati illegali dall’Africa, poiché – ha detto Tripoli – Roma e altri paesi dell’Unione europea non hanno messo in atto l’appoggio promesso.

La presa di posizione del regime è giunta poco dopo l’insediamento ufficiale del nuovo governo di centrodestra di Silvio Berlusconi, che vede la presenza di Roberto Calderoli quale ministro (senza portafoglio) per la semplificazione legislativa.

Nei giorni scorsi – spiegano osservatori libici – il figlio del leader libico Muammar Gheddafi aveva avvertito che le relazioni tra Tripoli e Roma sarebbero peggiorate sensibilmente nel caso Calderoli avesse fatto parte del nuovo governo. Ciò a causa dell’episodio nel quale due anni fa – nel pieno della crisi col mondo musulmano per le vignette satiriche su Maometto – Calderoli aveva mostrato una maglietta con su la caricatura del Profeta.

E la tempistica del comunicato libico – aggiungono le fonti – non sarebbe casuale ma legata proprio alla presenza del ministro leghista Roberto Calderoli nell’esecutivo.

“La Libia è impegnata negli sforzi per respingere l’afflusso di immigrati illegali verso l’Italia, esaurendo le sue risorse materiali e spendendo una grande quantità di denaro per proteggere le coste italiane dall’ondata di immigrati clandestini”, ha detto il ministero dell’interno libico.

“La Libia – ha aggiunto il ministero – non è più responsabile della protezione delle coste italiane dagli immigrati illegali…poiché la parte italiana non ha rispettato l’impegno nel dare appoggio alla Libia”.

Calderoli: spero che non ci siano problemi
“Mi sono pentito per le conseguenze che ha determinato e per il significato diverso che è stato attribuito. Il mio era un messaggio di pace e di avvicinamento tra le religioni monoteiste, ma è stato interpretato in maniera diversa. Mi auguro che oggi non ci siano dei problemi legati ad una cosa del passato che dovrebbe essere considerata come un incidente chiuso. Oggi dobbiamo sistemare quello che è per il bene dei nostri cittadini e per il bene di tutti”. Si pente dunque Roberto Calderoli che torna a parlare proprio della storia delle t-shirt contro Maometto.