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Libri – Hai un partner straniero? Leggi questo manuale!

Intervista all’autore Amedeo Intonti

Se dobbiamo fare una stima in percentuale di quante mail ci vengono spedite con domande sul matrimonio tra cittadino italiano e straniero e i problemi connessi, dovremmo dire quasi la metà.
Si tratta infatti di un argomento molto importante, che riguarda il futuro di noi tutti, del territorio dove viviamo cioè l’Europa, sempre più “allargata” e sempre più attraversata da culture e provenienze diverse.
Su questo tema però, paradossalmente, esistono molti problemi.

Il Manuale di sopravvivenza burocratica per italiani con patner straniero è uno strumento, importante, efficiente, l’unico in grado di fornire risposte precise.

Abbiamo intervistato l’autore, Amedeo Intonti, a cui abbiamo chiesto la storia del Manuale, da dove nasce l’esigenza di scrivere un libro di questo genere.

Risposta: La cosa è un pò complessa, in questo senso: il matrimonio tra un cittadino italiano con una persona straniera, extracomunitaria, crea un mare di problemi che durano mediamente circa cinque anni rispetto al matrimonio, ma se ci mettiamo anche l’anno prima, diventano complessivamente sei.
Il libro è nato da uno schema che avevo fatto per un mio amico, che aveva una relazione con una ragazza moldava: non riusciva a farla venire in Italia e, visto che la relazione gli sembrava piuttosto stabile, aveva deciso di sposarsi. Restava, però, l’interrogativo: che cosa devo fare?
Nel 2001 scrissi un vademecum di una decina di pagine e questa persona – una volta visto il vademecum – interruppe il rapporto dopo qualche mese, per paura di affrontare tutta la trafila burocratica. Altre persone mi hanno contattato per problemi simili ed io ogni volta ho dato loro questo vademecum.
Quando ho iniziato a scrivere sul forum di moldweb.it (molto seguito soprattutto dalla Moldova) vi pubblicai il Vademecum che ha ricevette un numero impressionante di letture. Successivamente ho scritto piccoli articoli, tutti molto letti, su un altro forum. Raccogliendoli sono riuscito a comporre il libro, che è abbastanza richiesto.

D: Quindi il Vademecum non è stato una scelta, ma è venuto da sé?

R: Sì, il libro è venuto da sé, passo dopo passo e ovviamente mettendo insieme tutti i vari argomenti ne è uscito un libro abbastanza lungo, che ho dovuto tagliare per renderlo piacevole come lettura, altrimenti avrei scoraggiato tante persone nel fare un matrimonio all’estero…

D: Quali sono i problemi immediati, più importanti che un cittadino comunitario ed un cittadino non comunitario si trovano ad affrontare?

R: Innanzitutto l’ingresso del cittadino extracomuitario nella Comunità Europea questo è un po’ generalizzato anche se alcuni paesi come Germania, Olanda, hanno una regolamentazione molto elastica cioè ammettono l’ingresso anche per invito di sola convivenza.
Per i cittadini italiani invece, per fare entrare il partner a matrimonio avvenuto, devono aspettare qualche settimana, perché il consolato rilascia il visto per familiari al seguito, che non è il visto per ricongiungimento. Sono due tipi di visti diversi ed è importante fare questa distinzione. Il ricongiungimento ha una procedura più lunga, quello per familiari a seguito dovrebbe essere più veloce, ma i consolati italiani continuano a rallentare queste procedure. Queste sono le difficoltà principali.

D: Nella prima parte del Vademecum racconti anche delle storie vere, di follia burocratica… Ce ne qualcuna che ti ha colpito particolarmente?

R: Beh, c’è la storia di Cristian, un italiano di Salsomaggiore che adesso è sposato con una ragazza ucraina. Subì un’odissea terrificante perché non poteva sposarla in Italia, per motivi burocratici, ed è dovuto andare fino in Ucraina. Lì, purtroppo, ha trascorso tre o quattro mesi per cercare di far venire la moglie, che aveva subito un’espulsione quindi, anche se sposato, non poteva portarla a Salsomaggiore. Questa storia l’ho trovata su internet e riportata tale e quale. È stata un’odissea terrificante. Questa persona, dopo quattro mesi di permanenza all’estero, si è trovato in una condizione abbastanza disastrata: aveva finito i soldi e si è ritrovata a dormire in macchina. Da quanto racconta, sembra che il consolato di Kiev l’avesse addirittura denunciato perché si era messo davanti all’ambasciata in cerca di aiuto, ma non lo volevano nemmeno vedere….
Sono storie di ordinaria follia burocratica, prese da racconti veri, da esperienze dirette, per far sì che ad altre persone non cadano nelle stesse sabbie mobili burocratiche.

D: Il matrimonio è diventato una forma, dolente o nolente, di “regolarizzazione”, nel senso che una coppia, italiano/straniero non possono convivere, si trovano ad affrontare molte difficoltà…

R: Non possono convivere, per esempio un ostacolo alla convivenza può essere il divorzio. Magari, il partner italiano ha un divorzio in corso e non può sposarsi finchè la sentenza non viene pronunciata; nel frattempo non può convivere con uno straniero, perché non lo fanno entrare in Italia. Solo il matrimonio ha ititolo sufficiente. Allora qualcuno adotta un sistema ovvero quello di assumere, utilizzando il decreto flussi, il proprio partner come colf a tempo parziale. La cosa viene a costare un centinaio di euro al mese come contributi, ammesso che riesca a “prendere” la quota.
Voglio anche fare un annotazione. Un altro grosso ostacolo è per chi ha una relazione omosessuale. In questo caso, o si “assumono” con il decreto flussi o non c’è niente da fare.
Per questa assunzione bisogna fare una gara ad ostacoli e l’ho verificato in questi giorni che sta per uscire il decreto flussi. Si potrà accedere ai flussi, con una raccomandata che deve essere spedita da un ufficio postale che deve essere munito di una macchina affrancatrice, che segnali l’ora, il minuto ed il secondo, perché chi arriva primo prende la quota. C’è una graduatoria sull’ordine di tempo di spedizione quindi sarà una vera e propria corsa agli ostacoli, si vedranno sicuramente gli uffici postali pieni, perché ci saranno molti italiani che proveranno a fare questo tipo di assunzione. Le quote saranno circa 80.000 e non solo sono poche, ma se togliamo tutte quelle assorbite dagli italiani che hanno un partner straniero, ne rimangono la metà per il lavoro vero. So che nel Nord-Est c’è bisogno di manodopera straniera e questa verrà assorbita da manodopera fittizia: c’è un danno in tutto questo.

D:E proprio questo ci porta ad una riflessione rispetto a quella che è in Italia la legge sull’immigrazione, la Bossi-Fini con tutte le difficoltà e le contraddizioni. Abbiamo detto in più occasioni che questa legge precarizza la vita dell’immigrato, non solo di chi si trova in Italia in maniera irregolare e che non riesce a regolarizzarsi, ma anche di chi da anni ha il permesso di soggiorno e rischia di perderlo continuamente.

R: Esatto, perché si trovano con il permesso di soggiorno a durata limitata per cui, se per caso passa qualche mese di disoccupazione – e la cosa può accadere – si potrebbe ritrovare rispedito in patria in maniera neanche troppo cortese. Questa situazione nasce anche da prima, io ho sempre detto questo: non è solo la legge Bossi-Fini ma è anche la Turco-Napolitano. L’impianto della legge Turco Napoletano è rimasto, sono state solo aggravate alcune sanzioni, ridotti di termini, per esempio i ricongiungimenti familiari sono molto limitati.

D: Hai qualche suggerimento da dare o qualche segnalazione?

R: Quando si inizia ad affrontare l’idea di un matrimonio, soprattutto se si è costretti a farlo all’estero, bisogna programmare tutto molto bene e prevedere anche possibili ostacoli. La cosa non è facile visto che questi possono essere inimmaginabili. Mi ricordo un matrimonio in Indonesia, in cui dettero un certificato di matrimonio non con le date di nascita ma con le fotografie dei due coniugi, uno italiano e l’altro ovviamente indonesiano. Il consolato – che sapeva questa cosa e doveva avvisare anticipatamente all’italiano – disse che il certificato non era valido. E uno a quel punto cosa deve fare?
Il libro che ho scritto racconta un po’ questo tipo di storie e leggerlo consente di evitare queste situazioni estreme. Una volta compreso che si può verificare un “certo caso”, si cerca di stare attenti: ci si organizza prima, si fa una cernita degli avvenimenti che possono succedere e che non accadono solo all’estero. Per esempio, una volta entrato in Italia, il coniuge straniero ha diritto alla carta di soggiorno ma questa è una cosa che nessuno dice. Il permesso di soggiorno è diverso dalla carta di soggiorno che consente di avere maggiori diritti. Per esempio nel caso in cui una donna straniera fosse sposata con un italiano e successivamente avesse un figlio, se non ha la carta di soggiorno non può accedere all’assegno per la maternità. Bisogna chiedere subito la carta di soggiorno, ma se uno non lo sa come può fare? Le viene detto semplicemente di fare il permesso di soggiorno e una persona si ferma a quel documento, ma poi si trova a perdere 1.200€ di assegno.

D: Molti dei quesiti che ci pervengono attraverso il nostro sito chiedono proprio delucidazioni su questi piccoli dettagli che però in questura non vengono forniti, perché ci si ferma al permesso di soggiorno e basta.

R: Le questure sono di ostacolo al rilascio della carta di soggiorno, anche se per il coniuge di cittadino italiano c’è il diritto ad averla. Questo è importante ribadirlo. E’ necessario fare pressioni.
Un mio amico è dovuto andare in questura con l’avvocato solo per farsi accettare la domanda, che doveva esserlo comunque. Il fatto che provino a non accettarla è che così evitano di scrivere un provvedimento di rigetto della domanda dovendo giustificare il perchè. Siccome non lo possono giustificare allora provano a non accettare la domanda.
Di problemi ce ne sono permante tanti.