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MSF chiede al governo italiano di non rendersi complice delle violazioni dei diritti dei migranti compiute dal governo libico.

Comunicato stampa del 18 gennaio 2008

In questo contesto appare sconcertante la recente stipula, da parte del Governo italiano, di un accordo con il Governo libico teso al contrasto dell’immigrazione irregolare. L’Italia diventa così complice dei comportamenti illegittimi adottati dalle autorità libiche.

MSF ha verificato direttamente le inaccettabili condizioni umanitarie dei migranti in Libia nel corso di diverse missioni esplorative, condotte tra il 2005 e il 2006, ma non ha potuto avviare attività mediche di soccorso in quanto il Governo di Tripoli non ha concesso le autorizzazioni necessarie.

La Libia, come è noto, non ha ratificato la Convenzione di Ginevra e non offre alcuna garanzia a quanti fuggono da guerre e persecuzioni personali. “La possibilità che i cittadini stranieri vengano respinti verso paesi dove sono in corso guerre e crisi umanitarie che ben conosciamo, come la Somalia, il Darfur o la Somali Region in Etiopia, è per noi motivo di sconcerto”, afferma Kostas Moschochoritis, Direttore Generale di MSF Italia.

Nonostante l’atteggiamento intollerabile della Libia rispetto alla gestione del fenomeno dell’immigrazione, il Governo italiano ha recentemente annunciato la firma di un accordo per il pattugliamento marittimo congiunto con il Ministro degli Esteri libico, accordo che prevede anche il trasferimento di risorse economiche al Governo di Tripoli. Questi accordi non sembrano tenere in nessuna considerazione le inaccettabili condizioni dei migranti in Libia ed espongono l’Italia ad accuse gravissime relativamente alla tutela dei diritti umani.

MSF, da anni impegnata in attività di assistenza sanitaria sulle coste italiane, nel 2004 aveva già manifestato la preoccupazione che la stipula di accordi con il Governo libico potesse comportare una diretta violazione del principio di “non respingimento” e mettere in grave pericolo quanti arrivano, dopo viaggi spesso drammatici, sulle coste italiane.

“Nell’ultimo anno abbiamo soccorso a Lampedusa circa 18mila persone, disidratate e stremate dal viaggio, abbiamo assistito cittadini provenienti da paesi in guerra, traumatizzati da ciò che avevano vissuto”, afferma Francesca Faraglia, coordinatore medico dei progetti di MSF in Italia.

MSF chiede al Governo italiano di non rendersi complice di politiche che violano i diritti essenziali dei migranti, incluso il diritto di asilo e di interrompere ogni collaborazione con il Governo libico finché questo non garantirà il rispetto delle normative internazionali.