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Mali – La violenza dilagante e l’incapacità dell’esercito e della polizia di controllare il territorio giustificano il riconoscimento della protezione sussidiaria

Corte d'Appello di Venezia, sentenza n. 2392 del 16 settembre 2020

La Corte d’Appello di Venezia si è recentemente pronunciata riconoscendo la protezione sussidiaria ex art. 14 lett c) d.lgs. 251/2007 ad un appellante proveniente dal Mali.

In sentenza viene effettuata un’approfondita analisi della situazione di crisi politico – sociale presente in Mali attraverso la citazione di numerose fonti tra le quali il Report 2019 di Human Rights Watch, i dati forniti dall’UNHCR sugli sfollati interni in Mali, il Rapporto EASO pubblicato nel dicembre 2018, il Mali Country Focus 2018, il documento “Position on returns to Mali, Update II” dell’UNHCR. Tutte le fonti citate confermano la presenza attuale, in tutto il territorio del Mali, di conflitti interni e violenza perpetrata nei confronti dei civili.

Situazione, quella appena descritta, che, come indicato dalla Corte d’Appello in sentenza, rende il Mali “uno dei paesi più insicuri della regione del Sahel, l’area posta a sud del Sahara” e che “si è, negli ultimi mesi ulteriormente aggravata”.
Per queste ragioni e, data l’incapacità dell’esercito e della polizia di controllare il territorio maliano fornendo protezione ai civili, è stata riconosciuta al ricorrente maliano la protezione sussidiaria ex art. 14 lett. c) sussistendo “fondati motivi di ritenere che, qualora ritornasse nel paese di origine, il ricorrente correrebbe una minaccia grave alla vita o alla persona”.

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Corte d’Appello di Venezia, sentenza n. 2392 del 16 settembre 2020