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Mali – Protezione sussidiaria al richiedente: nel paese è presente una situazione di conflitto armato interno

Tribunale di Venezia, ordinanza del 30 gennaio 2018

Un’ordinanza di accoglimento relativa alla domanda di protezione internazionale di un cittadino del Mali. Il Giudice veneziano ha riconosciuto al ricorrente la protezione internazionale nella forma della protezione sussidiaria in ragione della situazione di conflitto armato interno che ancora oggi nel 2018 è presente in Mali.

Il Giudice richiama quanto scritto dal “Ministero dell’Interno, Commissione nazionale per il diritto di asilo, Unità COI, nel rapporto 25.10.2017, che rappresenta una situazione in Mali caratterizzata da insicurezza diffusa… oggi più grave di quanto non fosse al momento in cui il presidente IBK (Ibrahim Boubacar Keita …) è venuto al potere [cioè nel 2013] … Non vi è quasi alcuna regione del paese che oggi viene risparmiata dall’insicurezza come si è visto recentemente alla periferia di Bamako”. Lo stato di emergenza, più volte decretato, non sembra sufficiente ad eliminare gli attacchi terroristici contro le popolazioni civili e le forze armate di sicurezza (come si legge nel rapporto)”.

Le parola “insicurezza” diffusa del Paese citata dal Ministero dell’Interno e fatta propria dal Giudice nell’ordinanza non è casuale essendo la stessa parola utilizzata dal Ministero dell’Interno al punto “3)” della nota circolare 3716 del 30.7.2015 della Commissione nazionale per il diritto di asilo volta ad individuare le “ipotesi in cui ricorrono i requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari”.

Nel caso di specie il Giudice ravvisando da un lato il pericolo di un danno grave in caso di rientro nel Mali a causa del conflitto armato interno e dall’altro lato a causa delle vicende che avevano colpito la famiglia del ricorrente riconosce allo stesso la protezione sussidiaria.

D’altronde anche alla luce della rapporto di Human Right Watch 2016 non pare possa negarsi una forma di protezione ai richiedenti asilo provenienti dal Mali siano essi provenienti dal nord, dal centro o dal sud. Secondo Human Right Watch infatti gruppi islamici legati ad Al-Qaeda ed altri gruppi di opposizione di etnia Tuareg ed Araba hanno dato vita a numerosi scontri di cui sono rimasti vittime i soldati maliani, le forze di pace ed i civili. I civili in particolare rischiano di essere vittime non solo a causa degli scontri ma anche a causa di mine di terra o congegni esplosivi improvvisati lungo le strade principali. Gli attacchi di questi gruppi islamici conclude Human Right Watch sono aumentati nel nord e si sono diffusi nel Mali centrale e meridionale.

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Tribunale di Venezia, ordinanza del 30 gennaio 2018